Capitolo 24

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CAPITOLO VENTIQUATTRO.

“Ma guarda. La bella coppietta felice è qui.”

“Sei solo invidioso perché la mia migliore amica è uno schianto.” Justin si atteggia da superiore con Brad.

“Certo, certo.”

“Amy!”

Mi giro verso la voce e vedo Melanie seduta al nostro solito posto.

Il famoso muretto.

“Ehi Mel.” La saluto con un cenno della mano.

La bionda si avvicina a noi e sorride.

“Hai da fare oggi?”

“No, perché?”

“Bene, andiamo a fare shopping.” Mel esulta felice.

“No, ti prego.” La imploro piagnucolando.

“Avanti, ci divertiremo.”

“Perché non vai con Brad?”

“Non ci penso proprio.” Brad si chiama fuori.

“Amanda dai!”

“Che palle. Ci vengo solo perché sei tu.”

“Aaah grazie!” Mi salta addosso urlando.

Il suono della campanella mi salva dalla tortura e, dopo avere salutato Justin e Brad, andiamo in classe.

“ADDISON’S POV.”

Sono in un ritardo pazzesco, devo essere in studio tra meno di dieci minuti.

Salgo in auto, metto in moto e dopo svariati minuti sono fuori dal palazzo.

Parcheggio ed entro.

“Sempre in ritardo eh?”

“Fatti i cazzi tuoi Mark.” Gli punto un dito contro per poi sparire in ascensore.

Furtivamente percorro il piano dove lavoro e mi chiudo nel mio ufficio.

“Ciao piccola Cece. (Sisi)”

Merda.

Mi giro di scatto e mi ritrovo a pochi metri da un uomo che conosco molto bene.

“Bolof. Che ci fai qui?”

“Sono venuto dalla Russia apposta per te.” Sorride.

“Cosa vuoi?” Inarco un sopracciglio.

“Tu non vorresti mai che tua figlia si facesse del male, non è così?

“Prova soltanto a sfiorare un capello a mia figlia e ti rimando dai tuoi familiari in Russia a pezzetti.” Lo minaccio.

“Allora fai quello che ti dico e non le succederà niente.”

“Di che hai bisogno?”

“Devi andare in Russia e uccidere un noto membro dei nobili russi. Niente di particolare.”

“Cos’altro?” Lo incito.

“Niente, al resto ci pensiamo noi.”

“Perché sei venuto a chiederlo a me?”

“Perché lui conosce i miei uomini, tra cui alcune donne, tiene i nostri segreti in pugno e le tue abilità sono le migliori.”

“Quando dovrò agire?”

“Questo è un biglietto per Mosca, dovrai partire oggi stesso, queste sono le chiavi della camera dell’albergo prenotato e questo è l’invito per la festa in maschera che il nobile darà domani sera. Buon lavoro Cece.” Sorride compiaciuto ed esce dal mio ufficio.

Prendo il telefono dalla borsa e digito il numero di Liam.

“Pronto?”

“Dobbiamo parlare. Tra venti minuto sono nel tuo ufficio.”

“Ti aspetto.”

Attacco la chiamata ed esco dal mio ufficio.

“Elisabeth, mi devo assentare per qualche giorno. Comunica a tutti della mia assenza.”

“Va bene.” La mia segretaria si mette al lavoro mentre io prendo le mie cose e scendo.

“Sei appena arrivata e già te ne vai?”

“Mark non è il momento.”

“Per te non è mai il momento.”

Mi avvicino a lui e lo prendo per la cravatta.

“Prima o poi ti spaccherò questa faccia da cazzo che ti ritrovi Mark, ok!?” Lo spingo all’indietro e me ne vado per andare da Liam.

Il mostro che è in leiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora