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「Alaska's pov. 」
Non mi sembrava una cosa scorretta guardare il diario del mio compagno di classe.
D'altra parte non lo conoscevo nemmeno, se non il suo nome, pertanto perché non dare una sbiriciatina?
E poi mi stavo annoiando così tanto, nonostante quella fosse solo la prima ora.
Infilai il diario di Eddie nel mio zaino e mi diressi verso la mia seconda lezione.
Matematica.
Entrai nell'aula e avvenne la stessa scena dell'ora precedente.
"Sono Alaska Grimm, ho diciassette anni e no, non ho intenzione di dire nient'altro su di me".
Mentre la professoressa era voltata verso la lavagna, tirai fuori il diario segreto di Kaspbrak.
Mi guardai attorno.
Nessuno sembrava prestarmi attenzione, anzi, ero invisibile, e inoltre non avevo nessun vicino di banco.
Aprii la prima pagina: al centro di questa c'erano scritte solo poche righe.
***
— 1 gennaio 1989, Derry
nuovo anno eppure è tutto uguale, tutto è rimasto come prima
— Eddie
*** Rilessi un paio di volte quelle tre righe.
Da quelle parole traspariva un senso di tristezza, di malinconia e di noia e io le adoravo.
Perché quello che il ragazzo aveva scritto lì sopra, per me era assolutamente vero.
Cercai una penna nel portapenne e la trovai rossa.
'Potrei addirittura iniziare a rivalutarti Kaspbrak' appuntai al fondo della prima pagina del diario, sorridendo.
«Grimm? Ha intenzione di seguire oppure no?» la voce della professoressa mi rimbombò nella testa e rimisi nello zaino il diario, facendo finta di prestare attenzione alla lezione.
Quando anche la mattinata scolastica terminò, mi diressi titubante in mensa.
A bloccarmi, però, fu una signora sulla quarantina.
