✾ CAPITOLO VENTINOVE ✾
「 Eddie's pov. 」
Aprii lentamente gli occhi e cercai di mettere a fuoco la stanza, anche se la cosa mi era molto difficile.
Vedevo tutto sfocato e mi sentivo la testa più pesante di un macigno.Provai ad alzarmi dal letto ma, non appena mi tirai su in piedi, le mie gambe cedettero e rischiai di cadere.
Confuso e spaventato, mi risedetti sul letto e cercai di capire che cosa diamine non funzionasse in me.
Ero ancora attonito quando sentii il telefono al piano di sotto squillare.
Terrorizzato dall'idea di cadere e di farmi male, restai fermo e aggrappato alla sbarra del letto.Eppure quello stupido aggeggio continuava a squillare e a farmi venire ancora più mal di testa di quello che già avevo.
Con molta attenzione, mi alzai dal materasso e scesi lentamente le scale, arrivando sano e salvo nel soggiorno, dove la cornetta del telefono vibrava come se fosse impazzita.
«Pronto?»
«Eddie! Oh dio mio! Eddie, tutto bene? Ci hai messo troppo tempo a rispondere, cosa stavi facendo?! Hai preso le tue pillole? Hai mangiato la zuppa che ti avevo lasciato per ieri sera? Hai...» cercai di mantenere la calma, nonostante mia madre ce la stesse mettendo tutta a farmi impazzire già di prima mattina.«Mamma, mi sono appena svegliato... Per quello ci ho messo un po' di più a risponderti! E si, ho fatto tutto quello che mi ha chiesto, grazie per avermelo ricordato...» mormorai annoiato, grattandomi l'ammasso informe di capelli.
«Oh, bravo il mio bambino! Ricordati che domani sera tornerò a casa e voglio che tutto sia perfetto e che tu sia in splendida forma, va bene tesoro?»
Dopo aver riattaccato, sprofondai sulla poltrona più vicina e fissai il muro bianco sporco davanti a me.
Nulla era perfetto e io non ero sicuramente in splendida forma.
Sarebbe stato un disastro.Ebbi a malapena il tempo di sedermi quando il telefono squillò nuovamente.
Con uno sbuffo, mi rialzai e andai a rispondere.«Pronto?» ripetei di nuovo, per la seconda volta nel giro di due minuti.
«Eds? Sono Richie... Con me c'è anche Sarah e... Si, beh, volevamo chiederti se ti sentivi meglio o... Non lo so, magari avevi voglia di fare qualcosa... Potremmo organizzare un'uscita con tutti i Losers...»«Grazie ragazzi, siete gentili... Ma non so se me la sento...»
«Dai Eddie Spaghetti, vieni con noi! Ti divertirai un po', dato che nei hai molto ma molto bisogno!»
Alla fine i miei due migliori amici riuscirono a convincermi ad uscire, nonostante la mia voglia fosse praticamente inesistente.Indossai velocemente i primi vestiti che trovai nell'armadio, per poi realizzare che il viola della maglietta e l'arancione dei pantaloni non stavano assolutamente bene insieme.
Lasciai stare il mio aspetto esteriore e corsi in bagno per prendere ancora una delle mie pillole.
Quelle di mia madre erano troppo forti per essere prese più di una volta al giorno, soprattutto se stavo per uscire.Ero già nell'atrio quando mi accorsi di aver dimenticato la felpa in camera mia.
Risalii con calma le scale e presi la felpa che trovai appoggiata alla scrivania.Prima di uscire dalla stanza però, il mio sguardo cadde sul diario segreto, che non avevo ancora riaperto da quando l'avevo ritrovato.
Decisi di rileggere una pagina a caso, per far riaffiorare alcuni ricordi che la mia mente ormai aveva cancellato.
'Ma quella di Alaska no', intervenne un'odiosa vocina nella mia testa.Afferrai il quaderno e questo si aprì in una delle ultime pagine del diario, che io mi ricordavo fossero bianche.
Eppure quelle pagine erano scritte a matita e la calligrafia non era la mia.***
— 30 aprile 1989, Derry
Dio, non so nemmeno perché lo sto facendo...
Perché anche io, come te, ho bisogno di scrivere quello che penso?
Forse non mi basta saperlo, devo avere la sicurezza che me lo ricorderò nel tempo.
Voglio ricordarmi che tu, Eddie Kaspbrak, non sei il primo ragazzo che ho amato.
Bella merda, starai pensando.
Ma volevo ancora farti sapere che non importa se tu sei il primo o l'ultimo, perché l'importante è che tu sei quello che ho amato di più.
E di questo ne sono certa.— Alaska
***
Una lacrima mi cadde sulla pagina.
In alto a destra il foglio era piegato a triangolino... Probabilmente si era dimenticata di cancellare quelle frasi, perché anche in altri parecchi punti trovai delle cancellature.Quei suoi pensieri resteranno per sempre al mio oscuro...
Perché i miei no?
Perché i miei dovevano essere completamente alla luce del giorno?
Perché li aveva commentati?Lo sguardo mi ricadde sulla pagina del trenta aprile e sentii il mio cuore impazzire.
Perché mi faceva quest'effetto?Ormai dovevo eliminare Alaska dalla mia testa, anche se la parte più difficile era eliminarla dal mio cuore.
Sapevo che non ci sarei mai e poi mai riuscito.
Era impossibile.Rilessi per l'ennesima volta la frase che si era dimenticata di cancellare.
«Cazzo...» borbottai tra me e me, sorprendendomi dalla mia volgarità.Senza pensarci due volte, strappai quella pagina.
Se qualcuno mi avesse chiesto il perché di quel gesto, la mia risposta sarebbe stata questa: perché anche per me era la stessa cosa.Perché anche per me Alaska non è stata la prima ragazza che ho amato, ma è stata sicuramente quella che ho amato di più.
Buttai il pezzo di carta nel cestino e uscii di casa, incamminandomi verso casa di Big Bill, dove ci saremmo trovati tutti noi Losers.
Eppure, come avevo già capito poco prima, Alaska era sia nella mia mente che nel mio cuore, e non era assolutamente intenzionata ad andarsene.
***
mancano 7 capitoli alla fine di 'heart attack', mi sono decisa finalmente
STAI LEGGENDO
✓ | HEART ATTACK ( eddie kaspbrak )
Romance𝐇𝐄𝐀𝐑𝐓 𝐀𝐓𝐓𝐀𝐂𝐊 | you know, heart attacks are just from loving too much ! 𝙚 𝙨𝙚 𝙚𝙙𝙙𝙞𝙚 𝙠𝙖𝙨𝙥𝙗𝙧𝙖𝙠 𝙨𝙞 𝙞𝙣𝙣𝙖𝙢𝙤𝙧𝙖𝙨𝙨𝙚 𝙙𝙞 𝙪𝙣𝙖 𝙧𝙖𝙜𝙖𝙯𝙯𝙖 𝙘𝙝𝙚 𝙚̀ 𝙞𝙡 𝙨𝙪𝙤 𝙚𝙨𝙖𝙩𝙩𝙤 𝙤𝙥𝙥𝙤𝙨𝙩𝙤? 𝐂𝐎𝐌𝐏𝐋𝐄𝐓𝐀𝐓𝐀 ! ...