capitolo trenta

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CAPITOLO TRENTA

✰ CAPITOLO TRENTA ✰

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Alaska's pov.

Ed ecco un'altra giornata di merda.
Anche oggi non ci sarebbe stata scuola, quindi la mia bellissima e fantasiosa idea era quella di restare a casa a dormire per tutto il giorno.
Eppure mia madre, sotto consiglio di quello stronzo di mio padre, decise di svegliarmi alle sei del mattino.

«Alaska? Alzati! Papà ha avuto una grande idea!» rabbrividii quando mia mamma lo chiamò 'papà'.
Lui non aveva diritto di essere chiamato così.

«Mhh... Che c'è? Perché non mi lasciate dormire una buona volta, cazzo...» non feci in tempo a dire altro che una sberla fortissima mi colpì in pieno viso.
«Attenta alle parole, signorina! Porta rispetto!» la voce minacciosa di mio pare mi terrorizzò, facendomi sprofondare il più possibile nel letto.

Ancora non capivo perché mia madre lo avesse fatto tornare a vivere in casa nostra.
Perché non si rendeva conto che quell'uomo era fottutamente maligno?
E pensare che quella mattina me l'ero cavata solo con una sberla...

«Questa mattina sostituirai tua madre in farmacia» disse poco dopo, aprendo le tende dalla mia finestra.
Quando si voltò di nuovo verso di me, notò che stavo per rispondergli e mi zittì con uno sguardo terrificante.

«E non provare nemmeno a ribattere, ormai è deciso! Io e mia moglie abbiamo bisogno di trascorrere un po' di tempo da soli, lontani da Derry e da te... Pensavamo di andare al lago che c'è ad un'oretta di macchina qua! Che cosa ne pensi?»

Mi morsicai il labbro inferiore e restai in silenzio, avendo paura di dire la cosa sbagliata e di ricevere delle botte come punizione.

«Ti ho chiesto 'che cosa ne pensi' lurida mocciosa!» questa volta urlò più forte, così tanto che sentii tutta la mia pelle tremare.
«C-Credo che sia un'ottima... Si un'ottima i-idea...» sussurrai sottovoce, tenendo gli occhi sgranati dalla paura.
«Ecco, così va meglio!»

Non appena i miei se ne andarono (solo dopo avermi ripetuto altre mille volte che cosa avrei dovuto fare una volta arrivata in farmacia), andai in cucina e presi una confezione di biscotti dalla credenza.

Ne addentai affamata uno, sentendomi già un pochettino meglio.
Alzai lo sguardo e guardai l'orologio a muro che stava appeso alla parete.
In meno di mezz'ora sarei dovuta andare a lavorare al posto di quella deficiente di mia madre.

Così iniziai a prepararmi e, dopo aver preso uno zainetto con alcune mie cose dentro, uscii di casa e mi incamminai verso il centro di Derry.

Arrivai in farmacia cinque minuti prima dell'apertura, ma riuscii ad entrare lo stesso dato che mia madre mi aveva dato che chiavi del negozio.
Posai il mio zainetto nel retro e mi appoggiai alla sedia vicino alla cassa.

Nella farmacia entrarono parecchie persone prima della pausa pranzo e dovetti darmi da fare.
Soltanto dopo la mezza, dopo che se ne andò una vecchietta, che riuscii ad avere un po' di tempo libero.

Mi avvicinai alla porta d'ingresso e girai il cartello con su scritto 'aperto' dall'altro lato.
Fatto ciò, andai nel retro a prendere lo zainetto con dentro il pranzo al sacco.

Dopo aver aperto lo zaino e preso il panino che avevo all'interno, mi sedetti sul pavimento dal magazzino, dato che in quella stanza faceva molto più fresco che in tutto il resto del negozio.

Diedi un bel mostro al panino mentre i miei occhi vagavano sugli enormi scaffali che stavano attorno a me.
Era pieno di mille scatoloni pieni di medicinali, ciascuno con un nome di un cliente diverso.

Mi venne in mente di cercare lo scatolone dei Kaspbrak.
Intanto, ormai, ero già stata classificata come una ficcanaso di prima classe e una sbirciatina in quel magazzino non avrebbe cambiato nulla.
Inoltre, nessuno sarebbe venuto a saperlo.

Diedi un ultimo bel morso al panino e mi alzai, iniziando a leggere tutte le etichette degli scatoloni, fino a quando non trovai quella di Eddie e di sua madre.

Avessi saputo che la loro scatola era la più grossa, non avrei faticato così tanto a trovarla.
Era almeno il doppio delle altre ed esplodeva di medicinali e altre cose per la salute.

Riconobbi immediatamente le pillole che Eddie era solito prendere ad ogni ora del giorno.
Lessi la ricetta a fianco e rimasi confusa da ciò che c'era scritto.

All'inizio pensai di aver letto male, ma quando lo rilessi per la seconda volta capii che le cose stavano davvero così: le pillole di eddie non erano pillole.
Erano semplicemente inutili.
Non servivano a nulla e non avevano nessun effetto.
E probabilmente lui non lo sapeva.

Controllai altre ricette di altre scatole di pasticche e scoprii che quelle che prendeva abitualmente la madre di Eddie erano alcune tra le pillole più potenti in circolazione.
Una dose sbagliata di quest'ultime, avrebbe potuto causare gravi problemi alla salute.

Ad interrompere la mia inutile ricerca fu il suono della campanella della porta principale.
Ma la gente era stupida o non sapeva leggere il cartello 'chiuso'?

Rimisi tutto a posto nel magazzino e tornai nel negozio, cercando di non pensare troppo ad Eddie e sperando che il prossimo cliente non fosse esigente come i Kaspbrak.

***
raga allora sono scema
dovrei fare i compiti (si non li ho ancora iniziati) o al massimo scrivere le storie che ho in corso
ma
- non faccio un cazzo
- scrivo altre ff
- leggo altre ff
- guardo serie tv
- ho caldo

✓ | HEART ATTACK ( eddie kaspbrak )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora