capitolo trentuno

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CAPITOLO TRENTUNO

ღ CAPITOLO TRENTUNO ღ

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Eddie's pov.

Ci impiegai meno di una decina di minuti ad arrivare a casa di Big Bill.
Gli altri Losers erano già tutti nel garage ad aspettarmi, dato che io ero l'unico in perfetto ritardo.

Avevo perso troppo tempo a rileggere quello stupido diario.
Ed ero stato troppo tempo li, a rimuginarci sopra.

Quando bussai al portone del garage, ad aprirmi non venne Bill, bensì Richie.
«Eds! Stavamo aspettando solo più te!» mi salutò con tono allegro, accompagnandomi all'interno con una mano sulla mia spalla.

Trashmouth mi portò da tutti gli altri, che erano seduti su due divani sfondati che, molto probabilmente, Big Bill aveva portato solo per quell'occasione.

I miei amici si voltarono verso di me, guardandomi come se fossi un cucciolo smarrito.
Una sensazione che odiai.

«Allora? Che si fa oggi?» chiesi con tono disinvolto, sedendosi a fianco di Beverly.
La ragazza mi prese la mano e me la strinse forte, come se volesse farmi sentire che lei c'era se ne avessi mai avuto bisogno.
Mi staccai in fretta dalla presa, sorridendo in modo sforzato.

«Pensavamo di guardare un film... Anche perché non sapremmo cosa fare altrimenti!» disse Mike annoiato, giocherellando con un bottone della sua camicia a quadri.
«Ma è così deprimente guardare un film, cazzo!» brontolò il mio migliore amico, appoggiando una mano sulla coscia della sua ragazza.

«Beh, almeno tu puoi limonarti in santa pace Sarah senza che nessuno vi veda e rimanga fottutamente disgustato, no?» la voce carica di sarcasmo di Stan mi fece soffocare una risata.
«Oh cazzo, hai ragione! Vada per il film di merda!»

E così una vecchia pellicola dei genitori di Bill venne catapultata sul muro da un proiettore che sembrava centenario. Ma questo nessuno lo disse a Big Bill.

Quello che tutti anche volevano dire, era che quello che stavamo guardando era il film più noioso al mondo.
Per il momento stava piacendo soltanto a Ben e a Bill, mentre noialtri, a parte Richie e Sarah, guardavamo il muro con gli occhi socchiusi.

Ad un certo punto, senza un motivo preciso, Stan si alzò dal divano e si diresse verso la porta che dava sul giardino.
Senza pensarci due volte lo seguii, così almeno non mi sarei addormentato per colpa del film.

«Stan! Stan, aspettami!»
«Oh, Eddie, non pensavo ci fossi anche tu qui!»
«Nono, tranquillo, sono appena uscito da quel mortorio di garage!»
«Cazzo, avrei preferito essere etero che continuare a vedere quel film...»

Scoppiai a ridere e Stan mi guardò divertito.
«Ti va di fare un giro? Ho voglia di camminare un po'...» mi propose il riccio e io acconsentii.
Iniziammo a fare due passi, parlando di stupidaggini e dell'estate.

«Quest'estate spero di andarmene da qui, di farmi tutta la stagione il più lontano possibile da Derry!» gli confidai, tirando un calcio ad una pietra sul marciapiede.
«È per colpa di Alaska, vero?»
«E tu come lo sai?»

«L'ho incontrata ieri notte... Alla cava... Non pensavo fosse così scema da andare da sola in un posto così!»
«Oddio, ma lei sta bene? Le è successo qualcosa? Ti ha detto che...»
«Cazzo, Kaspbrak, sembri tua madre con tutte queste domande a raffica!»
«Accidenti, hai ragione...»

«Lo so di aver ragione! E si, lei sta bene, abbiamo parlato per un po' di quanto facesse schifo la nostra vita è poi se n'è tornata a casa a notte fonda...»
«Da sola?! Ha fatto tutta quella strada di notte da sola?!»
«Ehm... Si?»
«Dovevi accompagnarla, coglione!»

Stanley si voltò immediatamente verso di me.
«Mi hai dato del coglione?»
«Oddio, no, scusa, non volevo... È che...»
«Nah, non fa niente, me lo merito... Avrei dovuto accompagnarla... Anche se ultimamente non ne faccio una giusta... Comunque, non per dire eh, ma ci tieni ancora davvero tanto a lei...»

«Non è vero!» gli risposi scontroso, mettendomi subito sulla difensiva.
«Ma non è vero un cazzo, Eddie, ci tieni davvero tanto a lei, e lei ci tiene davvero tanto a te!»
«Se le fosse davvero importato di me, non avrebbe letto il mio diario, ne tantomeno rubato!»
«Bah, io l'avrei fatto... Forse... Non ti conosceva ancora all'epoca...»

Le parole di Stan mi colpirono duramente.
Era dalla parte di Alaska?
Dopo tutto il tempo in cui eravamo stati amici lui stava dalla sua parte?
«Che stai dicendo?»

«Beh, pensala così, se non fosse stato per il diario non vi sareste mai incontrati! E anche io, fossi stato al suo posto, avrei fatto le sue stesse cose... Quindi non la biasimo, anzi... Poi ieri sera mi è sembrata così triste... Si vedeva che non l'aveva fatto intenzionalmente!»

Ripensai mille volte durante la camminata alle parole di Stanley.
E se avesse avuto ragione?
In effetti, ora che ci riflettevo, non fosse stato per il diario probabilmente ci saremmo odiati a morte, oppure nemmeno parlati.
Continuammo a parlare e a parlare mentre le ore passavano.

«Hai una faccia strana... Immagino stessi pensando al fatto che ho assolutamente ragione su Alaska e il diario! Lo so, sono un genio, non c'è di che!»
«Oh ma vaffanculo Uris!»

***
sono presa male???
anche peggio di ieri ma ok

✓ | HEART ATTACK ( eddie kaspbrak )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora