capitolo ventisei

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CAPITOLO VENTISEI

❅ CAPITOLO VENTISEI ❅

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Alaska's pov.

Quel diario.
Quel fottutissimo diario.
Lo sapevo.

Lo sapevo dal primo giorno in cui lo avevo trovato sotto a quello stupido banco che era importante.
Ma non pensavo che mi avrebbe ridotta in questo stato.

E così ero scappata come una cogliona da Eddie.
Avevo sentito la sua voce chiamarmi in lontananza ma, se mi fossi fermata, lui avrebbe visto tutte le lacrime che avevo sul viso e io non sarei riuscita a mentirgli ancora, ne tantomeno a dirgli la verità.

Ora sapevo cosa fare.
Avrei bruciato il diario, lo avrei buttato oppure strappato... Insomma, me ne sarei liberata, anche se a malincuore.

Senza volerlo, mi ci ero affezionata a quel quadernetto, non solo perché era della persona più importante della mia vita, ma anche perché era importante per lui.
Questo perciò, lo rendeva importante anche per me.

Arrivai a casa mia e, di fretta, salii le scale correndo, arrivando dentro alla mia camera.
Lanciai il mio zainetto per terra e mi fiondai dalla scrivania, aprendo il cassetto in cui avevo nascosto sotto altri figli il diario.

Mi misi a buttare fuori tutte le cartacce sopra ma, quando le tolsi tutte, del diario non c'era traccia.

Iniziai ad avere una strana sensazione nello stomaco e il mio cuore prese a battere più velocemente del previsto.

Scossi la testa, pensando che magari l'avevo messo per sbaglio in un altro dei cassetti.
Ma quando cercai anche negli altri e non lo trovai, mi sentii male.

Non potevo averlo perso.
Certo, in quel modo me ne sarei liberata, ma sarebbe potuto sbucare fuori in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento.

Tornai al piano di sotto ed entrai in cucina, trovando mia madre seduta al tavolo.
«Mamma?»
Lei alzò lo sguardo verso di me, inarcando un sopracciglio.
«Si? Dimmi!»

«Hai... Hai per caso trovato un... un quadernetto... Si, una specie di diario nel mio cassetto della scrivania?» le domandai tremando, sperando da un lato che lo avesse trovato e dall'altro che non lo avesse mai visto e letto.
«Mhh... No, non mi sembra! Anche perché non guardo nei tuoi cassetti...»

«Ma io si! E infatti ho trovato quello stupido diario!»
Mi voltai di scatto e mi ritrovai faccia a faccia con mio padre.
Sgranai gli occhi e iniziai a sudare freddo.
«Oh, okay... E... Dove l'hai messo?» gli chiesi titubante, terrorizzata dal fatto ce lo avesse letto.

«Boh, credo di averlo buttato... Boh non lo so, l'avrò lanciato nel cestino... E ho fatto bene perché, come ti ho detto tre secondi fa, un diario segreto è una stronzata ed è inutile! Solo dei rincoglioniti tengono una puttanata simile!» mio padre iniziò ad alzare la voce, facendo salire dentro di me quella sensazione di paura e di panico che non provavo da molto tempo.

Incazzata nera me ne andai, uscendo di casa e sbattendo la porta.
Provai a passare dal retro del giardino, per curiosità, per vedere se ciò che quello stronzo di mio padre aveva detto era vero.

Arrivai davanti ai cassonetti della spazzatura e notai dei sacchi pieni di cose mie: pupazzi, libri e anche alcuni vestiti.
Cercai tra tutti quelli, ma del diario nessuna traccia.
Magari non avevo cercato per bene o mio padre lo aveva buttato da un'altra parte.

Scrollai le spalle, stufa di rovistare tra l'immondizia, e mi incamminai verso la casa di Sarah.
Quando arrivai davanti al suo ingresso, bussai più volte, ma nessuno venne ad aprirmi.

Pensai che magari la mia amica potesse essere a casa del suo ragazzo, così decisi di fare un salto a casa di Richie Tozier.

Sapevo cosa fare.
Avrei detto alla mia migliore amica tutta la verità e, in particolare, le avrei spiegato tutta la storia sul diario.
L'unica cosa di cui non ero certa era di come avrebbe potuto reagire, ma non mi importava più di tanto.
Desideravo solo farglielo sapere.

Non appena arrivai davanti alla casa di Tozier bussai, impaziente.
Dopo pochi secondi, la porta si aprì, ma non fu ne Richie ne tantomeno Sarah ad aprirmi.

«Alaska? Che ci fa qui?» lo sguardo spento di Eddie e la sua voce triste mi paralizzarono.
Non avevo preso in considerazione l'idea che Kaspbrak potesse trovarsi da Richie.

«C-Che c-ci fai t-tu qui?» balbettai imbarazzata, senza sapere che cos'altro dire.
«Alaska! Ehi! Entra!» in quel preciso momento arrivò Sarah che, prendendomi per il braccio, mi trascinò dentro il salotto dei Tozier.

«Non... N-Non credo c-che sia il c-caso di...» provai a dire, ma il padrone di casa mi zittì.
«Smettila di balbettare cazzo! Abbiamo già Big Bill che provvede a quello! Vieni, abbiamo ordinato delle pizze e cose del genere...»

Restai in silenzio, a testa bassa, cercando di non incrociare lo sguardo di Eddie, che sentivo fisso su di me.
Dovevo dargli delle spiegazioni, ma cosa potevo dirgli?
Ad interrompere i miei pensieri, fu qualcuno alla porta, che bussò più volte.

«Vado io!» esclamò Sarah, alzandosi di colpo dal divano su cui era seduta.
Sentimmo la porta aprisi e poi alcuni passi.
«Che cazzo ci fai tu qui? Eh?»

Nel soggiorno di Richie entrò Gretta, con uno strano ghigno sulle labbra.
Senza dire nessuna parola, tirò fuori dalla sua borsetta il diario.
Si, il diario di Eddie Kaspbrak.

«Ehi, sfigato!» iniziò lei poco dopo, rivolgendosi a Eds «Ho trovato il tuo stupido diario di fianco ad un cestino dell'immondizia della casa dei Grimm, pensavo che ti sarebbe piaciuto riaverlo! Buona giornata perdenti del cazzo!»

Detto questo, la stronza se ne andò da dov'era arrivata, lasciando nel salotto un fottuto disastro.

***
dRaMa gUyS
comunque ho bisogno di aiuto
su chi vi piacerebbe che scrivessi una storia? cioè io ho alcune idee ma mi piacerebbe vedere cosa ne pensate voi

✓ | HEART ATTACK ( eddie kaspbrak )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora