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「Alaska's pov. 」
«Sai che c'è, andate pure a casa insieme... Tanto qui io me la cavo da sola!» non appena mia madre pronunciò quelle parole, mi voltai verso di lei.
Che cazzo stava dicendo?
«Ma magari lui non deve andare a casa...» borbottai, guardando di nascosto Eddie.
«In realtà si, devo proprio andare a casa» disse quest'ultimo sghignazzando, mentre afferrava la borsa con i farmaci all'interno.
Non dissi niente ma gli lanciai un'occhiataccia, eppure lui non ne sembrò particolarmente turbato.
Io, al contrario del ragazzo, ero parecchio turbata.
Infatti poco prima, nel retro della farmacia, avevo letto un paio di pagine del suo diario segreto.
Avevo ancora impressa una pagina nella mia mente.
***
— 4 gennaio 1989, Derry
i miei amici dicono che dovrei uscire di più del solito
mia mamma dice l'opposto
cosa dico io?
— Eddie
***
Piano piano, andando avanti con la lettura del diario, stavo finalmente iniziando a capire che tipo fosse Eddie.
Eravamo anche più simili di quel che pensassi.
Eppure, nonostante iniziasse a piacermi leggere quelle parole, cominciavo a sentirmi strana ad immischiarmi in affari che non mi riguardavano.
Avrei dovuto restituirglielo?
Il problema era che ormai avevo scarabocchiato consigli e battute su tutti i bordi liberi delle pagine che avevo già letto e avevo parecchia paura che io ragazzo si arrabbiasse.
Che cazzo mi era saltato in mente?
Feci un cenno ad Eddie di aspettarmi e andai velocemente a prendere nel magazzino della farmacia il mio zaino.
Nascosi in una tasca interna il taccuino di Eddie e poi afferrai la sacca, mettendomela sulle spalle.
Quando uscii fuori dal negozio il ragazzo era già lì ad aspettarmi, con lo sguardo perso nel vuoto.
