capitolo diciannove

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CAPITOLO DICIANNOVE

❀ CAPITOLO DICIANNOVE ❀

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Eddie's pov.

«Eddie! Eddie caro! Svegliati, devi andare a scuola!» dopo aver sentito quelle parole, scossi la testa e mi coprii le orecchie con gli angoli del cuscino.

Provai ad aprire gli occhi, ma questi si richiusero subito dopo.
Non ero in grado di tenerli aperti.
Avevo troppo sonno.

Ieri sera, con Alaska, ero stato più sveglio del dovuto e ora ne stavo subendo le conseguenze.
Probabilmente lei era abituata a questi orari, ma io no.

Eravamo così diversi io e lei.
Come se provenissimo da due mondi differenti.
Eppure non mi ero mai trovato così in sintonia con nessun altro.

La scorsa sera ero stato davvero bene.
In quel momento, sul tetto della sua casa, mi ero sentito davvero me stesso.
Mi ero sentito felice e completo.
L'unica cosa che mi faceva davvero paura era innamorarmi di lei, anche se sapevo che era già successo.

Mia madre mi aveva sempre detto che l'amore è una tra le peggiori malattie del mondo.
Non puoi guarirne, se non con tantissima fatica e dolore.
E, sempre secondo lei, io ero troppo debole per poter sopportare il mal d'amore.
Eppure non esistevano pastiglie o pillole contro l'amore.

'Eddie, tesoro, fai molta attenzione! Devi innamorarti della persona giusta! Non fare niente se non sei sicuro che sia quello l'amore della tua vita!'

Ero combattuto con me stesso.
Non volevo infrangere le regole di mia madre, ma Alaska stava rovinando tutto.
E quello che facevo con lei mi piaceva, mi piaceva da impazzire.

Scesi controvoglia dal letto e presi subito una delle mie pillole.
La ingoiai con un bicchiere d'acqua e iniziai a cambiarmi per andare a scuola.

Mi sentivo uno zombie mentre vagavo per la mia stanza.
Quando arrivai in bagno, ne ebbi addirittura la conferma.

Delle enormi occhiaie mi circondavano gli occhi castani e stanchi e in testa avevo dei ricci incontrollabili.
Cercai almeno di sistemarmi i capelli, ma con scarsi risultati.

Dopo aver fatto colazione e aver rassicurato mia madre che non sarei più tornato a casa così tardi come la scorsa notte, uscii di casa, dirigendomi verso quella di Alaska.

Tenendo gli occhi semi socchiusi arrivai davanti al suo cancello, realizzando di non essere da solo.

«Ed-Eddie! Anche t-tu qui?» Bill mi guardava con un sopracciglio alzato, probabilmente confuso dalla mia presenza.

✓ | HEART ATTACK ( eddie kaspbrak )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora