capitolo ventisette

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l'altro ieri ho pubblicato il capitolo 26 ma wattpad non me lo ha notificato e mi diceva che non esisteva mentre in realtà c'è🙄
quindi, prima di spoilerarvi la vita, se non lo avete letto andate a farlo^

CAPITOLO VENTISETTE

ꕤ CAPITOLO VENTISETTE ꕤ

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Eddie's pov.

Mentre cercavo di intercettare lo sguardo di Alaska, qualcuno bussò alla porta, facendomi sobbalzare sul divano.
«Vado io!» esclamò Sarah, alzandosi di scatto e dirigendosi verso l'atrio della casa dei Tozier.

Sentimmo la porta aprisi con un cigolio e poi alcuni passi veloci.
«Che cazzo ci fai tu qui? Eh?» esclamò Sarah, ancora nell'altra stanza.

Tre secondi dopo, nel soggiorno di Richie, entrò Gretta, con uno strano ghigno sulle labbra.
Senza dire nessuna parola, tirò fuori dalla sua borsetta il diario.

Sgranai gli occhi, incredulo.
Quello era il mio diario, quello che avevo perso un po' di tempo fa'.
Com'era possibile?

«Ehi, sfigato!» iniziò lei poco dopo, rivolgendosi a me «Ho trovato il tuo stupido diario di fianco ad un cestino dell'immondizia della casa dei Grimm, pensavo che ti sarebbe piaciuto riaverlo! Buona giornata perdenti del cazzo!»

Non appena pronunciò queste parole, Gretta se ne andò, lasciando un silenzio di tomba nel salotto.

Tutti gli occhi dei presenti erano puntati su di me, ma i miei erano fissi su Alaska.
'Cestino dell'immondizia della casa dei Grimm'.
Perché era finito lì?

Cercai di capire come diavolo fosse finito nella pattumiera di Alaska e la risposta fu una sola.

«Tu hai avuto il mio diario... Per tutto questo tempo...» realizzai, pronunciando sottovoce quelle parole.
Eppure tutti sentirono la mia voce e Richie e Sarah aggrottarono la fronte confusi.

«Eddie, di che cazzo stai parlando?» mi domandò Trashmouth, inarcando un sopracciglio.
Anche Sarah era disorientata, mentre l'unica che stava capendo qualcosa era Alaska.

Lei stava ascoltando e i suoi occhi erano già lucidi.
Così ebbi la conferma che era stata lei.
Lei aveva tenuto il mio diario e, molto probabilmente, lo aveva anche letto da cima a fondo.
Sapeva tutto di me senza che io lo avessi mai capito.

Forse era per questo che a lei piacevo così tanto.
Le piaceva avere la sicurezza di conoscere qualsiasi mio segreto e il fatto che io non ne fossi a conoscenza le rendeva tutto più facile.

Cercai di scacciare tutti quei brutti pensieri dalla mia testa.
Stavo davvero arrivando a pensare questo di Alaska?

«Ti prego, Alaska, dimmi che non è vero...» le chiesi, guardandola dritta negli occhi.
Sapevo che era stata lei, lo capivo benissimo dal suo sguardo, ma avevo bisogno che lei me lo dicesse.

«Eddie, non... Non è come pensi...» iniziò la ragazza, facendomi scuotere la testa.
Mi voltai verso Richie e Sarah, guardandoli con uno sguardo perso.
«Io... Me ne vado...» borbottai sottovoce, dirigendomi come un morto vivente verso la porta.

Sentii la mano di Alaska fermarmi non appena uscii nel giardino.
«Eddie! Cazzo, Eddie, lasciami spiegare!»

Mi fermai e la guardai infuriato.
«Spiegare?! Spiegare?! Ma cosa, cazzo! Ti rendi conto che quello che hai fatto è... È... È sbagliato! Tu... Tu sai tutti i miei segreti, i miei pensieri, tutto... Lasciami in pace!»

Alaska sembrò capire che avevo bisogno di stare da solo e lontano da lei, infatti, quando me ne andai, non mi rincorse più e restò ferma davanti a casa di Richie, con le lacrime agli occhi.

Io arrivai in fretta a casa mia, dove nessuno era dentro ad aspettarmi.
Per la prima volta in tutta la mia vita, avrei voluto che mia madre fosse stata lì, sulla sua poltrona nel soggiorno, ad aspettare che io tornassi.

Magari lei sarebbe stata in grado di consolarmi...
O di tenermi al sicuro.

L'unica cosa che in quel momento poteva farmi sentire meglio e meno agitato erano le mie pillole.
Accidenti, oggi non avevo ancora preso la mia dose quotidiana!

Andai in bagno, aprii l'armadietto sopra al lavandino e presi il barattolo che le conteneva.
Ne ingoiai subito una, sentendomi immediatamente meglio.

Eppure, nonostante stessi leggermente meglio fisicamente, nella mia testa c'era un disastro.

E fu solo in quel momento che mi resi conto di aver lasciato per l'ennesima volta il mio diario incustodito.
Questa volta però sapevo esattamente dove si trovava.

Mentre stavo camminando di nuovo verso casa di Richie, incontrai per strada Beverly e Ben.
I due ragazzi si fermarono non appena mi videro dall'altra parte del marciapiede e mi vennero a salutare.

«Eddie spaghetti! Come stai?» mi domandò Bev allegra ma, quando notò le orrende condizioni della mia faccia, il viso le si rabbuiò.
«Eddie... Che succede?» mi domandò teneramente Ben, cercando di intercettare il mio sguardo, che avevo abbassato dal l'imbarazzo.

«Niente, sto bene... Stavo andando da Richie che poco fa ho dimenticato una cosa da lui...» borbottai malinconico, alzando di poco gli occhi per vedere l'espressione dei miei amici.
Entrambi mi guardavano confusi e, lanciandosi un'occhiata complice, dissero che avevano del tempo prima di andare al cinema e che mi avrebbero accompagnato da Tozier.

Nonostante i vari tentativi di convincerli a non farli venire con me, essi furono irremovibili.
Non appena arrivammo davanti alla casa di Richie, un dubbio mi sorse di nuovo in testa.
E se Alaska fosse stata ancora lì?

Così, senza spiegare troppo a Ben, gli chiesi di andare dentro a prendermi il diario.
Ovviamente, non gli dissi che quello era il mio diario segreto, ma gli raccontai che quello era un quaderno qualsiasi.

Quando il mio amico ritornò con il diario in mano, glielo tolsi subito e lo ringraziai.
Salutai anche Bev e me ne tornai a casa, deciso a passare il resto della giornata a piangere e a deprimermi.

Non appena entrai in camera mia, vidi la felpa di Alaska appoggiata con poca cura sulla mia scrivania.
Prima non ci avevo fatto nemmeno caso, ma ora eccola lì, pronta a farmi rivivere dei ricordi che non volevo ricordare.

Così, andai in bagno e presi altre due calmanti, ma questa volta non i miei, ma quelli di mia madre.
Dopo aver letto bene l'etichetta, capii che le sue pillole avrebbero fatto effetto più velocemente delle mie.

Infatti, pochi minuti dopo, crollai sul letto, con un vuoto totale in testa.

***
ho di nuovo un'enorme fissa per jack/eddie help

✓ | HEART ATTACK ( eddie kaspbrak )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora