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Hazyrah sospirò: mancavano solo due giorni all' attuazione del piano, quando con Zamira avrebbe messo in atto il volere della Regina e, in realtà, dell' intera corte. Da qualche tempo, i nobili, i sacerdoti, la casta degli scribi, il visir e i fuonzionari più importanti ritenevano che il Faraone fosse andato fuori di testa e ritenevano scomoda la sua opinione favorevole verso Agarizha. Tutti sapevano bene che non era una vera Figlia Reale, ma che era stata adottata, un po' per pietà e un po' perché il medico di corte aveva diagnosticato a Sherezade l' impossibilità di avere un altro figlio dopo il parto di Aisha, che era stato molto doloroso per la donna.

La bambina era cresciuta serenamente con la sorella di sangue nobile, le due andavano molto d' accordo, ma non sapevano che ben presto le cose sarebbero cambiate radicalmente. Non poteva assolutamente accadere che una bambina venuta dal nulla, abbandonata, povera, senza la cognizione della diplomazia e senza conoscere le buone regole di un regnante, diventasse la Grande Sposa Reale, lasciando nell' ombra la vera Figlia Reale, oltretutto primogenita e molto più brillante nello studio, rispetto ad Agarizha. L'unico argomento sul quale tutti i cortigiani erano d' accordo, dal più alto funzionario alla serva delle stalle di palazzo, era questo: solo Aisha avrebbe potuto regnare; lei era una brava ragazza, sempre gentile con tutti, ma molto ferma nelle sue decisioni, assecondava il volere degli dei ed eseguiva perfettamente tutti i rituali, si allenava per mantenere sano non solo la mente ma anche il corpo, sapeva cantare e ballare, era leggiadra, amava leggere e scrivere, si applicava molto nello studio e, quando Hazyrah aveva da fare, si occupava del cuginetto Oscar. Agarizha invece era molto rude anche con i suoi superiori, si rifiutava di venerare gli dei, sostenendo l' esistenza di un Dio unico, si ribellava sempre, odiava venire truccata e vestita elegante, quando poteva si liberava delle vesti sfarzose e i gioielli preziosi. Insomma le due ragazzine erano proprio due poli opposti, ma si volevano bene e non litigavano quasi mai.

Hazyrah lesse la nuova lettera della Regina che le consigliava di andare a parlare di nuovo con Curucat, ma di fare in modo che quell' impiccione di un apprendista non ascoltasse. Come avrebbe potuto fare? Doveva per forza dargli appuntamento in un luogo sicuro, facendo attenzione che nessuno li spiasse. Dove poteva concordare l' incontro? A volte la Grande Sposa Reale era molto criptica, dava degli ordini senza specificare come eseguirli. La precettrice sospirò e, dopo aver riflettuto a lungo, scrisse una lettere a Curucat, dicendo al servo incaricato di recapitarla, di fare molta attenzione e di consegnare la missiva solo al Sommo Sacerdote e a nessun' altro, soprattutto di evitare quel maledetto ragazzino, perché, pensò fra sé e sé, se quel Lebhet l' avesse scoperta, questa volta il Faraone l' avrebbe senza dubbio condannata a morte, e addio piano perfetto.

La precettrice si ritenne soddisfatta del suo lavoro: l' appuntamento era al tramonto in una normale casa della birra in centro a Tebe: con la scusa di un incontro formale, lei lo avrebbe portato in disparte e gli avrebbe riferito il volere della Regina, intimandogli di non fare passi falsi e di non parlare con nessuno, tantomeno con quel moccioso di Lebhet, o l'avrebbero pagata cara entrambi.

Era il primo pomeriggio, quando la donna inviò quella fatidica lettera al ragazzino della posta. Ella scese poi nel Giardino Reale, dove si trovavano le due ragazzine: -Il tempo dello svago è finito, è ora di andare a studiare un po' di aritmetica-, esordì. Aisha uscì subito dal laghetto, si asciugò velocemente, si vestì e corse dalla precettrice: -Eccomi, signora.-. La donna le sorrise, soddisfatta, per poi rivolgere uno sguardo severo alla sorella. Agarizha, invece, rimase ancora a lungo in acqua, finché Hazyrah la sollevò di peso e la obbligò a vestirsi. -No, non mi vesto. E vi dirò di più: non ho intenzione di studiare quelle cose inutili.-, con aria di sufficienza. Aisha tentò di farla ragionare, ma non riuscì ad aprire bocca: Hazyrah la guardò, facendole segno di spostarsi, e la ragazzina obbedì, andando a sedersi sui gradini dorati dell' ingresso, pensando che la precettrice volesse parlare in privato con sua sorella. Invece, sotto lo sguardo incredulo della primogenita, Hazyrah colpì più volte Agarizha in volto, fino a che lei, stremata, decise di obbedire.

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