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Quando tutti si furono seduti alla tavola reale, Zamira e le cameriere iniziarono a servire. I cibi erano i più raffinati del Regno, i vini erano i migliori e i più pregiati. La tavola d' oro era coperta da una tovaglia di lino, bianca, decorata con ricami dorati e azzurri. Al centro, un Ank, simbolo della vita, e ai quattro angoli, un occhio di Ra. Le brocche di avorio della Nubia e i piatti di ceramica finemente lavorata dai migliori artigiani della capitale, erano decorati con geroglifici in azzurro e disegni di buon augurio e di ringraziamento verso le divinità. I bicchieri, di argento e d' oro, erano finemente intarsiati e tempestati di rubini e smeraldi. Le sedie erano di legno, dipinte di vernice dorata, intagliate dai migliori falegnami e rese comode da cuscini di piume di struzzo. Sui vassoi, carni di antilope, gru, uccelli dalle carni migliori come lo struzzo, daino, pesci, datteri, fichi, pane, panini al miele e altre prelibatezze. Nelle brocche, vino, acqua, latte di asina e una birra dolce prodotta facendo fermentare pani d' orzo. Le gatte di corte mangiavano il loro pesce in un angolo della stanza e si dissetavano con acqua fresca e cristallina.

A capotavola, il Faraone Sasherd, un uomo sulla cinquantina, alto, muscoloso, dallo sguardo penetrante; vestito con una lunga tunica bianca di lino, decorata con ricami in oro, ed un mantello di cotone bianco e azzurro sulle spalle. In testa, il diadema reale; ai polsi, due bracciali dorati e argentati, al collo un amuleto di Osiride. La corta ma folta barba al mento gli conferiva quell' autorità che nessuno avrebbe osato sfidare.

All' altro capotavola, la Regina Sherezade, detta L' Enigmatica per quel velo di mistero che la avvolgeva in ogni occasione. Era una bella donna di quarantasette anni, resa più attraente dal preciso lavoro delle truccatrici, che le risaltavano gli occhi e le guance. I capelli erano coperti da una parrucca elegante, sormontata dalla corona reale. Indossava un abito bianco, aderente, con le spalline, coperto da un lungo mantello a maniche lunghe, blu, semitrasparente, con ricami dorati. Al collo, una collana di perle colorate a quattro file, ai polsi, bracciali d' argento tempestati di rubini, smeraldi e zaffiri.

Seduta accanto alla Grande Sposa Reale, c' era la figlia maggiore, Aisha. Il suo corpo era sinuoso e già a dodici anni e mezzo aveva acquisito delle belle forme. I suoi capelli erano mossi, sormontati da un diadema argentato e un leggero velo semitrasparente che le arrivava alle spalle. Il suo trucco era leggero, giusto per risaltare gli occhi e le labbra carnose. Il suo abito era bianco, di lino, non molto aderente e non troppo scollato, con spalline sottili cucite con un filo dorato alternato a filo lilla. Un mantello lilla e violetto, semitrasparente, di lino, copriva il vestito. Portava una collana di pietre preziose a due file, un bracciale di bronzo e uno di pietre nere e smeraldi.

Accanto a lei, sua sorella Agarizha, che non sopportava il doversi vestire bene; le truccatrici e le guardarobiere avevano tanto faticato prima di trovarle un abito e un trucco non troppo rozzi, come pretendeva invece lei, per farla apparire per lo meno presentabile alla cena. I capelli erano stati legati in tante treccioline, sopra le quali spiccava la stessa coroncina di Aisha, ma senza velo, perché a dir suo le faceva il solletico al collo. L'abito bianco, aderente solo sul corpetto, non aveva spalline, né ricami di sorta. Se non avesse indossato il coprispalle semitrasparente rosso, di cotone, non sarebbe apparsa presentabile agli occhi della Regina. Le serve avevano persino litigato con lei per farle mettere almeno un paio di orecchini d' oro e le truccatrici avevano dovuto supplicarla di farsi mettere almeno un po' di rossetto per risaltarle le labbra.

Di fronte ad Aisha, Oscar, il piccolo cuginetto di otto anni, ormai parte della famiglia reale. Era vestito con una tunica verde chiara decorata con ricami d' oro. Un abbigliamento semplice ma elegante per un bambino come lui. Al polso destro, un bracciale d' oro e in testa una semplice parrucca. Niente di speciale.

A fianco a lui e di fronte ad Agarizha, l' intransigente precettrice dei tre ragazzini, Hazyrah. Aveva capelli ondulati lunghi fino a metà schiena. In testa, un fermaglio dorato con un rubino incastonato. Aveva gli occhi neri e penetranti e il viso truccati, alle orecchie portava orecchini a cerchio, piatti, dorati. Il suo abito era largo, di lino, semitrasparente, rosa chiaro e verdino, opaco solo sui seni prosperosi, con decorazioni in oro sull' orlo della gonna e alla fine delle larghe maniche. In vita, una cintura di cotone, bordeaux, larga e morbida. I suoi gioielli erano: una collana dorata, un bracciale d'avorio e uno dorato tempestato di smeraldi.

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