Omar camminava in tondo, riflettendo su come fare per evadere da quella prigione super sorvegliata. Ciò che aveva pensato fino ad un momento prima si era rivelata una pessima idea, poiché l' edificio era pieno di guardie, ad ogni angolo e corridoio della struttura ce n'erano almeno due. Impossibile fuggire dal tetto, sarebbero stati visti immediatamente, per non parlare della fuga notturna: troppo scontata e rischiosa: qualche arciere provetto avrebbe potuto infilzarli come spiedini. Ma quel pazzo non voleva certo arrendersi e darsi per vinto. Ad un certo punto arrivò la guardia a portare il pranzo ai tre detenuti: egli aprì la porta della gabbia e sbattè per terra il vassoio riempito con focacce rafferme e tre scodelle piene d' acqua. -Mangiate bene, buon appetito- aggiunse, ironico, chiudendo di nuovo la porta e tornando al suo lavoro. Mentre Bagod e Samad si fiondavano sul cibo, affamati e assetati come non mai, Omar ebbe un' illuminazione. Solo un genio o un pazzo avrebbe potuto avere quel flash. Un leone in gabbia non va sottovalutato, soprattutto se non ha intenzione di desistere e ha voglia di uscire da quella trappola metallica. E il criminale si sentiva esattamente in quel modo: non aveva intenzione di arrendersi e di incontrare la morte, così giovane. Poiché i tre avrebbero dovuto scontare la pena capitale pochi giorni dopo, era assolutamente necessario un piano sicuro ma veloce, che non necessitasse troppo tempo per essere studiato. Omar battè le mani: perché non ci aveva pensato prima?
-Ragazzi, ho un nuovo piano. Stavolta sarà infallibile, ascoltatemi attentamente. Lo metteremo in atto domani mattina, quando le guardie saranno ancora mezze addormentate. Avvicinatevi, nessuno deve sentirci.- . Il giovane guardava fuori dalla finestra a sbarre, desideroso di evadere. -Ma... non mangi?- chiese Bagod, che avrebbe gradito un bel banchetto a base di pesce, in quel momento. Altro che focacce rinsecchite e acqua sporca. -Mangerò dopo, ora la priorità è un' altra. E vedi di non interrompermi di nuovo, se non vuoi essere estromesso dal piano. Sono stato chiaro?- Omar lo fissò minacciosamente. I suoi occhi sembravano aver preso fuoco, da quanto emanavano rabbia, la sua voce avrebbe fatto rabbrividire anche il più coraggioso dei soldati egizi. Bagod, senza voce per lo spavento e lo sconcerto, annuì mestamente. Samad fu più prudente: -Capo, ma le guardie sono attentissime ad ogni ora del giorno...- -No, non proprio a tutte. All' alba, quando ci portano il cibo, avviene anche il cambio della guardia. La luce è ancora fioca, quindi nessuno si accorgerà di uno scambio di persona.- -Come fai ad esserne certo?- -Come faccio, mi chiedi? Mentre voi stavate qui a girarvi i pollici e a mangiare a sbafo, a non fare nulla e a darvi per vinti, io ho osservato il comportamento di ciascuna guardia. Quelle della mattina sono molto più distratte e quelle della notte sono molto attente all' inizio del turno, ma appena si avvicina il cambio, si rilassano e non stanno più tanto concentrate. Domani, quando la guardia ci porterà la colazione, io la tramortirò e mi vestirò con i suoi abiti, poi con una scusa porterò altri due "colleghi" nella nostra cella e voi ripeterete la stessa azione. Poi faremo finta di nulla e, dopo aver rinchiuso i malcapitati al posto nostro, cammineremo tranquillamente, facendoci dare il cambio e uscendo dalla caserma. Noleggeremo degli asini e appena saremo usciti dalla città, potremo considerarci in salvo. Rimarremo nel deserto per un po', in modo da poterci camuffare e fuggire alla giustizia, poi ci riprenderemo ciò che ci appartiene. E ci vendicheremo di quel maledetto Mohamed, una volta per tutte.- -Capo...- -Ci sono forse obiezioni?- il capobanda assunse un tono minaccioso. -Assolutamente no- risposero in coro i due scagnozzi. -Perfetto.-, sorrise, lo sguardo penetrante e autoritario.
* * *
Aisha e Kebhan passeggiavano lungo il laghetto, nel giardino reale, ma la ragazza non era tranquilla. Sembrava nervosa, non stava bene forse? Kebhan decise di guidarla verso la loro panchina e di sedersi lì con lei. Cosa le prendeva? Perché era così malinconica? -Aisha, amore, qualcosa non va?- le chiese, prendendole dolcemente le mani. Lei distolse lo sguardo, sulla sua faccia si formò un' espressione di tristezza e dolore, le lacrime iniziarono a rigarle il volto. La ragazza sospirò, sistemandosi una ciocca che le copriva il volto. Il ragazzo le offrì dolcemente un fazzoletto di lino e la abbracciò, facendola sentire un poco meglio. -Sai, mi manca molto mia sorella. Poi, sapendola tra le mani di quel tiranno... ah, se almeno fosse in casa con la sua vera famiglia, con persone che le vogliono bene e saprebbero farla sentire a suo agio, non giudicata, che non la maltrattassero, e invece... invece è in quel tempio, quel covo di serpi, ma che dico, i serpenti sono più leali di quei mostri. Riesco a sentire la sua sofferenza fin qui, ho l' impressione che l' abbiano già maltrattata, non posso sopportare questa sofferenza.- La ragazza prese a singhiozzare. Le braccia del suo fidanzato la cullavano dolcemente e la facevano sentire amata, ma tutto ciò non bastava a consolarla: aveva bisogno di sapere sua sorella in salvo. Il ragazzo ebbe un' idea:- Amore, e se io chiedessi a Mohamed e alla sua famiglia di formulare un piano per aiutare tua sorella a scappare? Da soli non ce la faremmo, ma col loro aiuto...- -E' una splendida idea, poi Zara lavora per la polizia, saprà elaborare una strategia vincente.- -Me lo auguro, tesoro. Non sopporto vederti soffrire così.- -Purtroppo per noi persone buone ed empatiche è così, Keb. Diamo tutti noi stessi per gli altri, ridiamo e soffriamo con loro, e poi... veniamo accatonati, come se fossimo solo oggetti da sfruttare al bisogno.- -No, non dire così. Hai avuto per caso brutte esperienze, in passato?- -Innumerevoli, con certe persone che considere amiche sarebbe un' offesa agli dei. Non importava nulla che io fossi una Figlia Reale, anzi si approfittavano della mia posizione per aver maggior prestigio. E una volta ottenuto ciò, mi mettevano in disparte, come un giocattolo vecchio.- -Inutile prendersela per persone che non andrebbero nemmeno considerate tali. La giustizia si farà sentire, anche perché tu sarai una Regina amata e rispettata, mentre loro? Cosa rimarrà di loro? Nulla. Saranno solo belle statuine, personaggi di facciata, vuoti.- -Nonostante tu sia un cortigiano, sei molto più saggio di tutti gli altri, ed è uno dei motivi per cui ti amo, Kebhan. Sei un ragazzo davvero speciale e sono contenta di averti incontrato.- -Tesoro...- -No, non aggiungere altro. Lascia che il corpo parli al tuo posto.-
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L'erede
Historical FictionAntico Egitto, IV dinastia. Il faraone Sasherd regna ormai da quindici anni con la moglie Sherezade. I due sovrani hanno due figlie: la maggiore, Aisha e la minore, Agarizha. In mancanza di figli maschi, una delle due diventerà la futura Regina del...