.25.

72 13 0
                                    


-Come sarebbe a dire che è fuggita?!- tuonò la Regina, furente, camminando avanti e indietro per lo studio del Sommo Sacerdote, incredula e allo stesso tempo su tutte le furie. -Vostra Maestà, noi non potevamo immaginare che la ragazzina avesse intenzione...- Curucat cercò di replicare, con voce tremante e terrorizzato fai modi della Grande Sposa Reale. -Non cercare scuse! La tua negligenza non passerà inosservata.- Sherezade lo interruppe bruscamente, sferrando un pugno sulla scrivania di legno pregiato dell' ufficio del Sacerdote. -Maestà, farò tutto il possibile per rimediare al mio errore... vi prego, perdonatemi...- supplicò l'uomo, che non sapeva più che pesci prendere per calmare la donna. In quel momento, Hazyrah irruppe nella stanza:- Maestà, niente da fare. Nessun sacerdote ha visto nulla. Dovremo procedere alla cieca, mandare una pattuglia di guardie nel deserto...- -Hai interrogato proprio tutti, Hazyrah?- chiese Curucat, ormai senza speranza e con il timore di venire degradato o, peggio, messo ai lavori forzati nei cantieri dei cavapietre. -Aspetta, fammi pensare... no, c'è ancora un sacerdote che devo interpellare. Mi pare che il suo nome sia Rhedi, ma non vorrei sbagliarmi...- -Ah, il mio braccio destro. Portalo qui, lo ascolteremo insieme.- -Vado subito. Con il vostro permesso, Maestà...- . La precettrice si inchinò, per poi uscire e ritornare pochi minuti dopo insieme ad un giovanotto: il sacerdote Rhedi. Egli rispose prontamente alle domande: aveva seguito la ragazzina e aveva notato che si era stabilita in un' oasi non molto lontano dalla città, dopo aver rubato un asino del tempio. -Grazie, ragazzo, sei stato molto utile: sei promosso di due gradi: ora sei il vice di Curucat e presto prenderai il suo posto, quell' incapace...! Hazyrah, prepara un drappello di guardie: dobbiamo riportare Agarizha al tempio.- detto ciò, la Regina uscì nel cortile esterno, aspettando le guardie. Curucat rimase in silenzio a testa bassa, incapace di reagire, mentre Rhedi si godeva i complimenti ricevuti dalla Regina in persona.

-Mohamed, ma quella è Agarizha?- chiese Zara, speranzosa, indicando una ragazzina vicindo ad un asinello, ai piedi di una palma. Stava gelando, poverina, era scappata senza sapere dove andare. -Hai ragione, amore mio, è prorpio la sorellina di Aisha, nonché Kauzia, la sorella di Hyero!- -Andiamo da lei, dobbiamo salvarla!- -Troppo tardi, Zara. Quelli sono arrivati prima di noi.. guarda là!-, rispose Mohamed, rassegnato, indicando un drappello di guardie, capitanato da Sherezade e dalla precettrice. Essi sollevarono di peso Agarizha e svegliarono l' asino di soprassalto, per poi fare ritorno al tempio. -Siamo arrivati in ritardo, non siamo riusciti a salvarla.- -Non preoccuparti, Zara, la prossima volta ce la faremo. Kauzia sarà libera!- -Non voglio che soffra ancora, e Aisha ci rimarrà malissimo... sarà delusa di noi due, ci reputerà degli incapaci...- Zara iniziò a piangere. -Non dire così, vedrai che capirà. Ora ritorna a corte sotto le spoglie di Ophis, o sospetteranno di te!- Mohamed le stampò un bacio dolce sulle labbra. -Ci vediamo domani sera, amore mio.- rispose lei, svanendo nella notte.

-Allora, come spieghi questo tuo comportamento?- chiese Curucat, minaccioso. Nello studio erano riuniti lui, la Regina, Hazyrah, Rhedi e la piccola Agarizha. Lei si ostinava a non rispondere e il Sommo sacerdote iniziava a spazientirsi. Stava per afferrare il suo bastone, quando Lebhet spalancò la porta, esclamando: -Fermi tutti, nessuno tocchi Agarizha con un dito. Ha bisogno di riposarsi, è ancora scossa dall' accaduto. Ne parlerà con me di ciò che è successo, e ciò non avrà nessuna conseguenza. O devo denunciarvi alla polizia per violenze su minori?- -Però, ha la lingua lunga il ragazzino!- esclamò la Regina, ironica. -Ho la lingua lunga e anche un cuore immenso, a differenza vostra. Agarizha, vieni con me.- -Ma loro dicono che...- -Lasciali perdere, ti faranno solo stare male. Vieni con me.- La ragazzina si decise finalmente a seguire il suo protettore, che la consolò e le spiegò il piano per liberarla: stavolta non avrebbero fallito.

* * *

-Aisha, sei pronta per la cerimonia di oggi? Finalmente diventerai reggente!- esclamò il suo fidanzato Kebhan, al culmine della gioia. Era il ragazzo della futura Regina d' Egitto, non ci poteva credere! Ed era la ragazza più speciale e meravigliosa che si potesse desiderare. -Certo, Kebhan, sono pronta. Solo, un po' agitata.- -Andrà tutto bene, vedrai. Beh, ora ti lascio in pace, non vorrei farti ritardare...- Aisha lo abbracciò calorosamente, per poi gettarsi fra le mani capaci e precise delle sue servitrici: la manicurista, la pedicurista, la truccatrice, la massaggiatrice, la guardarobiera. La ragazza però non si sentiva affatto bene. Era venuta a conoscenza dell' accaduto della sera prima, e temeva che sua sorella fosse stata maltrattata nuovamente al tempio. Perciò, prima di dirigersi verso la sala del trono, andò da Lebhet per chiedergli come fosse andata a finire la faccenda. -Non ti preoccupare, Aisha. Ho difeso tua sorella e ho pronunciato parole tali da non permettere a quei tiranni di replicare. Non l' hanno maltrattata e finché ci sarò io a vegliare su di lei, nessuno le torcerà un solo capello. E' una promessa.- -Ti ringrazio infinitamente, Leb, sei tanto caro...!- -Ora vai, diventerai reggente e non vedo l'ora che tu sia al timone di questo Regno, perché l' attuale Regina sta facendo tutto fuorché seguire gli insegnamenti di Maat.- -Ti ringrazio e sono perfettamente d' accordo con le tue parole. Vado, ci vediamo presto.-

L'eredeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora