-Bene, Hazyrah, ora che ho rivelato alle due Figlie Reali il mio volere, puoi dirmi cosa ti è preso, prima? Perché eri così buona e mielosa, anche verso Agarizha? Non è un comportamento da te.- -Maestà, è bene che sappiate una cosa importante. Devo farvi una confessione.- La precettrice guardò in basso, si sedette di fronte a Sherezade e sospirò. Doveva proprio dirle il modo a cui aveva dovuto ricorrere per convincere Curucat ad allontanare quel ficcanaso di Lebhet? -Ma, Hazyrah, devo preoccuparmi? Che è successo di così grave?- Il tono della Regina si addolcì e il suo sguardo enigmatico si fece preoccupato. La donna tenne la mano della precettrice, tesa. -Riguardo a come ho convinto Curucat di allontanare quel ficcanaso... ho commesso un grave peccato. Gli dei non mi perdoneranno mai per il gesto ignobile che ho commesso. Solo Amon sa perché lo abbia fatto e che cosa mi sia saltato in mente quella sera...- -Insomma... che è successo? Dimmi tutto, prometto di non giudicarti.- -Anche promettendolo, lo farete lo stesso. E' impossibile perdonare un simile oltraggio.- -Insomma, che hai fatto?- chiese la Grande Sposa Reale in tono apprensivo. -Curucat non voleva cedere alle mie promesse e alle mie minacce, allora ho pensato: va bene, devo giocare l' arma vincente, il piano di riserva. Premetto che già quella sera ero vestita in maniera abbastanza provocante. Insomma... eravamo in una casa della birra. Io l' ho condotto nel retrobottega, mi sono infiltrata nel fitto boschetto di palme dietro al negozio e ho fatto in modo che mi seguisse. Nessuno ci ha visto eh, però lui è un sacerdote...- -Lo hai insultato, ferito?- Hazyrah non riusciva a crederci: la Regina era davvero così ingenua? -L'ho... l'ho baciato. Poi lui ha ricambiato e... insomma, avete capito. Gli ho fatto rompere il giuramento che tutti i sacerdoti dovrebbero mantenere dall' investitura alla morte. Non sono degna di essere definita precettrice. Sono solo una sporca peccatrice.- Detto ciò, Hazyrah scoppiò in lacrime e quasi si accasciò sul tavolo di alabastro, quella sottile barriera che separava le due donne di pochi centimetri. Continuava a singhiozzare e Sherezade non sapeva come consolarla. -Ma no, Hazyrah, non preoccuparti, tu lo hai solo provocato. Lo hai detto tu stessa che lui ha ricambiato. Vedi, gli uomini sono così: a loro interessa solo il piacere. Tu hai solo usato un' arma, la sua debolezza, per ottenere ciò che volevi. Non devi temere nulla.- -Voi dite così, ma gli dei cosa penseranno?- -Non è forse vero che il Faraone e la Sua Sposa sono in costante contatto con gli dei?- -Maestà...- -Hazyrah, non hai nulla di che crucciarti. Forza, asciugati quelle lacrime.- -C' è un' altra cosa che mi preoccupa alquanto, anzi, mi inquieta, Maestà.- -Di che cosa si tratta?- -La prima volta che sono andata a chiamare le ragazze... non è stata Agarizha a rispondermi in malo modo, bensì Aisha...- La Regina rimase alquanto sorpresa da ciò. -E che cosa ti avrebbe detto da essere così sfrontata?- -Mi ha riferito proprio queste parole: Agarizha non mi sta rovinando per niente. Anzi, è stata proprio lei a consolarmi, mentre voi e mia madre stavate parlando di chissà quali futilità. E riferite pure a Sua Maestà Sherezade, che se vuole regnare ed essere una buona Regina, impari prima a rispettare le persone e il loro dolore.- -Sì, in effetti non è da lei... ma potrebbe essere benissimo una reazione per il dolore. La perdita per una persona cara scatena in noi una immensa tempesta di emozioni che è quasi impossibile da contenere.- riflettè Sherezade. Il suo volto tornò enigmatico, come sempre. -Potrebbe darsi, Mia Regina.- -La seconda volta, come ha reagito?- -La seconda volta mi ha seguito subito, mentre è stata Agarizha a rispondermi ancora peggio, affermando che lei era la futura Regina e che non avrebbe preso ordini da nessuno- -La reazione di Agarizha sì che è strana. Chi le avrà messo in mente simili sciocchezze?- -Magari quell' impiastro di Lebhet...! Meno male che ora è lontano e non può nuocere al nostro piano.- -Hai ragione, Hazyrah. Per ora, non pensiamoci più. Ragioniamo piuttosto sulla prossima mossa.- -Sì, Maestà-
Nascosta fra una colonna di alabastro e la porta dorata, non vista dalle guardie, Aisha si era appostata in modo da sentire tutto. Avrebbe riferito tutto alla sorellina e le avrebbe spiegato il motivo della sua rivelazione e della sua seconda reazione, così diversa dalla prima.
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L'erede
Historical FictionAntico Egitto, IV dinastia. Il faraone Sasherd regna ormai da quindici anni con la moglie Sherezade. I due sovrani hanno due figlie: la maggiore, Aisha e la minore, Agarizha. In mancanza di figli maschi, una delle due diventerà la futura Regina del...