-Sto aspettando una risposta. Cos'è che dovrei vedere di così' sorprendente?- Mohamed era irremovibile e nessuno lo avrebbe fatto desistere dall' obiettivo di scoprire cosa stava accadendo. Samad abbassò lo sguardo, Bagod lasciò cadere il sacco a terra, dal quale si udì un mugugno di dolore e smarrimento. Mohamed fissò il sacco, poi cercò lo sguardo dei due fratelli. I suoi occhi erano interrogativi, sorpresi, ma la sua espressione era corrucciata e scettica. -Cosa, o meglio, chi nascondete in quel sacco?- Il venticinquenne si fece più minaccioso. -Avanti, sputate il rospo. Gran parte della storia la conosco, ho già denunciato Omar alla polizia ed è già stato arrestato e incarcerato. Probabilmente farete la sua stessa fine, ma prima voglio togliermi questa soddisfazione. Ditemi che cosa avevate intenzione di compiere, scellerati!- Il ragazzo stava perdendo la pazienza, si trattenne per poco dal mettere le mani addosso ai due gemelli. Essi sussultarono, facendo un piccolo balzo all' indietro per lo spavento. Bagod aprì il sacco e lasciò uscire il giovane Hyero, gli tagliò le corde che gli tenevano legati i polsi e le caviglie, gli tolse la benda che aveva davanti alla bocca per evitare che parlasse. Il ragazzino tirò un sospiro di sollievo e, ancora mezzo intontito dal sonnifero e quasi senza fiato, si mise a in ginocchio per riprendere fiato, tocandosi il petto e guardandosi i polsi arrossati dalle corde. -Dove... dove sono? Che è successo?- riuscì a chiedere, ancora spaesato, quando riprese fiato. -Hyero, tesoro!- Mohamed non credette ai propri occhi, corse ad abbracciarlo, mentre i due rapitori rimanevano ancora imbambolati, terrorizzati dalla reazione del fratello maggiore. -Tesoro, non preoccuparti, ora sei in salvo, ti proteggerò io. Questi brutti ceffi e Omar volevano farti del male, ma non la passeranno liscia. Li farò arrestare e finalmente vivrai sereno.- -Zio Mohamed...- il ragazzino ricambiò l' abbraccio. Il venticinquenne era commosso: era la prima volta che lo chiamava zio, e forse quello era il momento in cui Hyero si era finalmente aperto del tutto nei suoi confronti, ormai si fidava di lui. Ma presto si scrollò da questi dolci pensieri: non doveva perdere di vista i due gemelli, non dovevano assolutamente passarla liscia. -Senti, entra pure in casa e vai a dissetarti, intanto io mi occupo dei tuoi rapitori.- -D'accordo. In effetti, ho una sete! E mi fa male la testa, credo che mi distenderò un poco.- Detto ciò, il ragazzino entrò in casa di Mohamed, mentre quest' ultimo si rivolgeva ai suoi fratelli gemelli. -Non pensiate che sia finita qui, voi due. Ora andiamo alla stazione di polizia, e non fate scherzi- affermò, minacciandoli con il coltellino sottratto al cugino, che ormai si trovava già in carcere. -Appena arrivati, vi costituirete di vostra spontanea volontà e non menzionerete né il mio nome né quello di Zara. Ci siamo intesi?- Quel tono così imperativo indusse i due a non commettere ulteriori pazzie. Persino Samad, che era il più cinico e meno sentimentale, si lasciò condizionare e intimorire dal suo ex capobanda. Il terzetto si diresse così verso la stazione di polizia: i gemelli davanti e Mohamed dietro, che li osservava precisamente e stava attento che non facessero scherzi, puntandoli con la lama del coltello ma stando attento a non farsi notare dagli altri passanti.
Finalmente arrivarono a destinazione, una guardia aprì la porta squadrandoli da capo a piedi. Mohamed ora stava a debita distanza, ma sempre all' erta ad ogni movimento dei gemelli. I due chiesero colloquio con un agente e, come d' accordo con il fratello maggiore, si costituirono raccontando tutti i dettagli del rapimento e ammettendo di essere i complici del già arrestato Omar, rinchiuso in una cella di sicurezza perché ritenuto pazzo. I due vennero rinchiusi nello stesso luogo e Omar fu molto sorpreso di vedere i suoi complici lì, in quella prigione fredda e buia. -Abbiamo fallito, capo.- -Non preoccupatevi, ho un piano per evadere.- sogghignò Omar.
Quando Zara venne a sapere dell' accaduto, per poco non le venne un colpo, stava quasi per svenire. Per fortuna, tutto si era risolto per il meglio, e ora Mohamed viveva insieme alla sua ragazza e al suo nipotino. Cosa desiderare di più? La felicità di Hyero, che si sarebbe compiuta solo quando avrebbero ritrovato Kauzia. Quel giorno era stato molto movimentato e pieno di emozioni forti per tutti, quindi i tre decisero di addormentarsi presto, ma il ragazzino non riusciva a dormire: mille interrogativi gli apparivano in mente, ma il più grande e spaventoso era: "Riuscirò mai a incontrare di nuovo la mia sorellina?"
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L'erede
Historical FictionAntico Egitto, IV dinastia. Il faraone Sasherd regna ormai da quindici anni con la moglie Sherezade. I due sovrani hanno due figlie: la maggiore, Aisha e la minore, Agarizha. In mancanza di figli maschi, una delle due diventerà la futura Regina del...