Salvami, Salvami Tu

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PROLOGO

Quando a Londra piove forte e tira un vento gelido in una sera di Marzo,si dovrebbe rimanere a casa,consapevoli che forse non sarà una bella serata.
Ma a ventidue anni queste cose non si pensano,pensi solo che è venerdì sera,che devi festeggiare per la lode presa all'esame di psicologia,che vivere da sola è una grande figata,che bere vodka ti fa star bene,che ballare ti fa sentire euforica, non ci sono motivi per stare a casa davanti la TV, con un piumino sulle gambe mentre mangi una pizza al formaggio.
Elisabeth quella sera avrebbe fatto meglio a starsene a casa e invece era in giro per locali con la sua unica amica,mentre ordinava continuamente drink e ammiccava a bei ragazzi. 
Infondo al destino non si può scappare,bello o brutto che sia e poi come si può scappare da Jack? 
Se Jack ti vuole,ti prende.
Se Jack ti vuole,ti fa sua.
Se Jack ti vuole,ti rapisce.
Se Jack ti vuole,ti salva.
Se Jack ti vuole,ti vuole.
Soprattutto se si considera che Jack è un delinquente,spaccia droga,ruba nelle belle ville e frequenta prostitute.


Forse avevo bevuto troppo , la testa girava come le eliche degli elicotteri,mi fischiavano anche le orecchie,maledetta vodka, tequila e gin tonic.
Merda,come tornavo a casa? 
Cercai con lo sguardo la mia amica Kate,in verità avevo la vista appannata e le lentine cominciavano a darmi fastidio,volevo tornare al calduccio tra le mie mura e dormire a lungo.
Vagai senza meta tra la folla di ragazzi che ballavano sulla pista,erano talmente addossati che mi chiedevo come potessero respirare,santissima Kate dove sei?
Poi individuai una massa di ricci ramati sembrava lei,mi avvicinai e per fortuna era proprio la mia amica.
"Kate andiamo via"le strattonai un braccio"Kate hai capito?"alzai il tono di voce.
Continuava a ballare senza darmi ascolto con un biondo dall'aria californiana,sbuffai rumorosamente,avevo sonno e volevo prepararmi una bella tisana calda.
"Kate,Kate,Kate"continuavo a ripetere il suo nome fino a quando si voltò.
" Oh ciao Beth"sorrise stralunata,non sembrava che stesse proprio bene,di certo io non ero sobria ,ma almeno ragionavo come al solito. Ero razionale sempre e in qualsiasi situazione, era nella mia natura.
"Kate voglio andarmene"protestai.
" Io rimango un altro po' "si morse il labbro e con un cenno del capo indicò il giovane con cui si stava intrattenendo, voleva concludere al meglio la serata.
"Okay"poi le parlai all'orecchio"Stai attenta e usate precauzioni, non fare cazzate che sei sbronza"scoppiò a ridere e mi abbracciò, all'improvviso la musica ripartì e lei si abbandonò tra le braccia della montagna di muscoli.
Speravo che non si trovasse nei guai,anche se fare sesso con sconosciuti era all'ordine del giorno per la bella Kate.

Respirai a fondo e mi diressi al bancone,ordinai un caffè ristretto,doveva fare effetto subito o almeno speravo,rientrava nei metodi della nonna vero?
Dio santissimo,io sono Elisabeth Tresir non faccio cazzate e non bevo come una distilleria,sono sempre stata diversa dalle ragazze della mia età, preferivo un libro alla discoteca, eppure questa sera avevo avuto la brillante idea di fare l'idiota,mannaggia a me.
Quando il barrista mi portò la tazza fumante gli sorrisi di rimando,fiondandomi sulla bevanda come un avvoltoio. 
Il caffè era il nettare degli universitari stressati e avviliti dai libri di mille pagine,per fortuna avevo superato brillantemente anche un altro esame,alla faccia della mia famiglia. Pagai velocemente e raccattai la giacca pesante all'ingresso del Claire de lune,mi toccava solo uscire e prendere il pulman di linea,anche se la porta girevole mi sembrava un ostacolo alquanto difficile da superare.
Solo il pensiero che girasse come una trottola mi faceva venire il volta stomaco, mi portai una mano alla bocca cercando di rimandare indietro un rantolo poco piacevole,spostai anche i capelli dal viso matido di sudore,dovevo solo calmarmi e sarebbe andato tutto bene.
Osservai l'ordigno infernale un paio di volte,mi sembrava di essere tornata una bambina impedita,attraversavo porte girevole continuamente eppure stasera mi sembravano la porte per l'inferno.
Non potevo sapere che avevo ragione, che fuori da lì mi aspettava l'inizio del mio incubo. 
Mi avviai con passo malfermo e diedi un'occhiata veloce all'orologio da parete segnava le tre di notte,domani sarebbe stata una giornata da occhiaie e malumore.
Accantonai i pensieri che slittavano senza connesso logico da un mondo all'altro e mi concentrai sulla mia missione,uscire al più presto da questo locale e tornare a casa.
Bene,ero ad un passo dalla cosa girevole,mentre stavo per immettermi mi scontrai con un uomo,non l'avevo visto proprio, chinai la testa imbarazzata e mormorai uno scusa,non sapevo nemmeno se avesse udito.
"Signorina si sente male?"alzai lo sguardo, non l'avessi mai fatto,davanti a me l'uomo più bello che avessi mai visto.
Avevo la vista non proprio perfetta e forse avevo perso anche una lentina,ma quegli occhi ghiaccio era impossibile non notarli.
"No,tutto benissimo"sorrisi ma sembrò  una smorfia,lo superaii e decisa uscii dal Claire de Lune.
Il vento freddo mi colpii feroce,mozzandomi il fiato per un po',chiusi bene la giacca e allungai il vestitino color porpora che mi aveva prestato Kate,nel mio armadio queste cose non c'erano.
Il passo successivo sarebbe stato quello di aspettare un autobus,non avevo soldi per il taxi, avendoli investiti in drink,che stupida mamma mia.
Mi avviai alla fermata con passo malfermo,di certo agli occhi della gente non dovevo sembrare una modella,che poi non c'era nessuno,logicamente la maggior parte di persone con sale in zucca stava riposando.
Vidi la fermata e sospirai di sollievo,almeno mi sarei seduta sulla panchina e il gabbiotto di plastica mi avrebbe riparato dal freddo,sorrisi inebetita.
Ma quando sentii voci maschile alle mie spalle, non mi sentivo più tanto contenta,accellerai la camminata per quanto mi era possibile.
"Ehi ma quella è la bella ragazzina con cui abbiamo parlato prima"la voce arrivava ovattata alle mie orecchie,mi tremavano le gambe e non solo dal freddo.
"È vero,ammazza che culo"cominciarono a ridere e mi ritrovai a correre col fiatone, lontano da loro.
Raggiunsi una stradina e mi accovacciai per terra dietro ai cassonetti,piangevo e pregavo"Ti prego fai che non mi trovino"lo ripetevo come un mantra.
"Drake eccola qua la bambolina" mi prese per un braccio sollevandomi come se fossi di carta.
"È proprio carina,guarda che occhi celesti e che bocca carnosa, chissà quanto è brava a succhiare"gli vomitai addosso e mi mollò come un sacco,caddi per terra continuando a rovesciare.
"Questa troia mi ha sporcato la camicia nuova"mi mollò un calciò nella pancia,urlai dal dolore.
"Sa anche urlare bene,sarà proprio una puttanella"ringhiò uno dei due.
Non ricordavo chi fossero,avevo parlato e ballato con un paio di ragazzi,ma senza malizia e senza pretese,non volevo un fidanzato dopo Kevin e i suoi molteplici tradimenti,volevo stare sola.
Non ero una puttanella,ero un ordinaria ragazza inglese che passava la giornata sui libri,perché questo a me?
"Vi prego lasciatemi in pace"mormorai.
"No, sei troppo eccitante tutta sgualcita"in automatico mi coprii meglio e mi ranicchia facendomi piccolissima e sperando che la strada mi inghiotisse.
"Drake mantienila ferma che facciamo a turno"sentii il rumore della cinghia e della cerniera che si abbassava,quella dei suoi pantaloni.
Voglio morire urlavo dentro di me,preferisco morire ora,scoppiai a piangere e a tirare calci,col cazzo che mi sarei arresa.
"Aiuto"urlai e mi divincolai tra le braccia di quello mi teneva stretto"Aiutatemi"un urlo disumano uscii dalla mia gola quando mi strapparano le mutandine e mi colpirono con uno cazzotto sullo zigomo.
"Ti ammazzo figlio di puttana"lo graffiai e gli sputai in faccia,avevo praticamente firmato la mia condanna a morte.
"Zitta o ti sgozzo"questa volta fu lui a minacciarmi estraendo un coltellino svizzero dalla tasca.
"Uccidimi,preferisco morire"quando sentiu le sue mani sul mio seno,urlai ancora più forte,mi chiedevo dove avessi preso tutta quella voce,continuavo ad urlare,sempre più forte ogni volta che sfiorava la mia pelle.
Successe tutto all'improvviso, un colpi di pistola dritto alla testa di quello che mi manteneva,vidi il proiettile passarmi al di sopra dei miei capelli arruffati.
Ricaddi per terra e chiusi gli occhi,forse aspettavo che un colpo portasse via anche me e invece no.
"Signorina si sente male?"sbattei un paio di volte le palpebre che sentivo pesanti e pieni di lacrime,misi a fuoco gli occhi di ghiaccio dell'uomo affascinante di prima.
"Voglio andare via"scoppiai in singhiozzi"La prego non mi faccia nulla"mormorai.
"Andiamo all'ospedale è davvero ridotta male"mi prese in braccio e cominciai a muovermi come un anguilla"Stia tranquilla come me è al sicuro"scavalcò il cadavere di uno dei due giovani.
"Lei è un assassino" sbottai.
"Sono molte cose si fidi"sorrise mostrando una bellissima dentatura.
"Oddio perché a me? Mi lasci la prego"lo colpii al petto.
"Statti ferma"mi bloccò i polsi"Ora andiamo all'ospedale e tu stai zitta,non nominare pistole e morti se non vuoi avere un foro al cervello"mi si gelò il sangue nelle vene"Brava non fiatare che mi fa male la testa".

Mi caricò su una macchina scura,mi sdraiai sui sedili posteriori, rannicchiandomi in posizione fetale.
Ben presto caddi nel buio piú totale,non so se mi addormentai oppure svenni,se ero morta con il foro nel cervello,so solo che sentivo dolore,urla e odore di sangue.

Salvami, Salvami TuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora