Las Vegas

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Trattenni un gridolino di emozione alla vista dell'aeroporto, sarei andata in America, avrei realizzato un sogno.
Cominciai a saltellare come una bambina, mi sembrava di essere al parco gioco e di avere la possibilità di provare tutte le giostre.
"Amore, calmati"sussurrò Jack, mentre si toglieva gli occhiali da sole.
"Ti rendi conto andiamo a Las Vegas, sono felice"sorrisi e lo abbracciai, facendo cadere le due valigie che stava trascinando.
La mia era un tantino enorme, ma infondo ero una donna e tutto mi sembrava indispensabile.
"Sei adorabile" mi baciò la punta del naso.
"Muoviti, non voglio perdere il volo"lo afferrai per il giaccone, mentre lo strattonavo per farmi seguire.
Scoppiò a ridere, mentre mi prese per mano, accarezzando con il pollice la mia pelle chiara.
"Buongiorno, potete mostrarmi i passaporto?" chiese gentilmente una signorina, che in verità stava ammiccando al MIO ragazzo.
Estrassi il mio, battendolo con un po' troppa forza sul bancone, infatti mi beccai un'occhiataccia.
"Bene, potete andare"sorrise sempre e solo a Jack, che la ringraziò chiamandola per nome, dopo aver letto la targhetta appuntata alla camicetta bianca, di conseguenza Jenny-la-civetta, ridacchiò come una scolaretta.
"Addio"quasi ringhiai il mio saluto, marciando a passo di soldato verso l'uscita.
"Liz"mi sentii chiamare, ma non risposi "Elisabeth Jane Tresir"la voce era più rude.
"Jackson Harold Stone, cosa vuoi?"mi fermai di colpo.
"Hai intenzione di aspettarmi?" alzò un sopracciglio"Inoltre dobbiamo andare dall'altra parte"trattenne una risata.
"Grazie dell'informazione"feci dietro-fronte.
"Non ci credo"esclamò all'improvviso.
"Ancora a blaterare?"incrociai le braccia sotto al seno.
"Sei gelosa marcia"si inumidí le labbra.
"Chi? Cosa? Perché?" scattai come una molla.
"Ho detto che sei gelosa del sottoscritto"si aprii in un enorme sorriso.
"Tzè, figurati"scrollai le spalle indifferente.
"Allora non ti darà di certo fastidio, se affermo che Jenny è davvero molto, molto carina"mi sussurrò all'orecchio.
"Per niente" deglutii rumorosamente.
"Nemmeno se dico che ha delle belle gambe e una bella bocca"si morse il labbro inferiore.
"Sei un villano, adulatore e mascalzone"lo ribeccai, furiosa come un toro a cui si sventolava davanti al naso, una bandiera rossa.
"Dimmi che mi ami"mi bloccò il cammino, parandosi davanti.
"Dimmi che quella Jenny non è così carina"piantai i miei occhi nei suoi.
"Nulla è confrontabile alla mia fidanzata gelosa e rompiscatole"mi baciò sulla bocca, con passione e prepotenza, mi rilassai tra le sue braccia muscolose e possenti.
"Ti amo Jack e sono gelosa"ammisi "Ora basta distrazioni, l'aereo ci aspetta".


"E se moriamo?"cominciai ad agitarmi sul sedile.
"Liz è la milionesima volta che te lo dico, stai tranquilla"prese un giornale da leggere.
"E se incontriamo una perturbazione, finisce il carburante e precipitiamo?"domandai, mentre mi mangiavo un'unghia smaltata di nero.
"Respira a fondo"disse sereno.
"E se ci sono dei terroristi? Quel signore con la barba ha un'aria sospetta"chiesi ancora in preda all'ansia, non mi ero mai mossa da Londra e dintorni.
"La smetti?"guardò la mia faccia impaurita e mi diede un bacio a fior di labbra"Va meglio ora?"sorrise.
"Non abbastanza, potresti provare ancora"chiusi gli occhi, in attesa di altri baci, che arrivarono poco dopo.
"Te ne stai approfittando"singhiazzò.
"Mi sento calma adesso, grazie"gli feci l'occhiolino, mentre ascoltavo le istruzioni dell'hostess.
Quando sentii l'aereo prendere quota, strinsi forte la mano di Jack, piantandogli le unghie sul dorso. 


"Amore"sentii un buon profumo aleggiare nell'aria "Mia dolce Liz"piccoli baci su tutto il viso.
Aprii di scatto gli occhi, per trovarmi quelli azzurro ghiaccio di Jack, che mi fissava divertito.
"Ehi"borbottai, mentre lo accarezzavo distrattamente.
"Ti sei addormentata per tutto il viaggio ed ora siamo arrivati"disse pacato.
"Oddio mio, non ci credo, sono in America"urlai e tutti i passeggeri si voltarono nella nostra direzione, arrossii all'istante.
Ormai ero abituata alle mie enormi figure di merda.


"DIMMI CHE NON E' UN CAZZO DI SOGNO"ero rimasta a bocca aperta, Las Vegas era un trionfo di luci e colori, avevo la faccia incollata al finestrino del taxi giallo, che ci stava portando al nostro hotel.
"Nessun sogno, solo realtà" strinse il mio ginocchio.
"Dammi un pizzicotto, non troppo forte"aggiunsi, ma come avevo sospettato, mi tolse mezzo fianco.
"Ora ci credi?"sorrise e non sapevo se fossero più brillanti quelle luci o il sorriso dell'uomo che amavo.
"Sei meraviglioso"mi ritrovai a dire.
"Lo sono grazie a te"mi baciò lievemente, proprio nell'istante in cui il tassista ci avvisò di essere giunti a destinazione.
L'albergo era pazzesco, tutto di vetro ed era massiccio e trionfante.
Aprii la bocca per esprimere il mio entusiasmo quando Jack mi anticipò, prendendomi per il culo "Si Liz è tutto stupendo e non stai sognando"disse monocorde, nascondendo una risata.
"Simpaticissimo" gli feci la linguaccia, mentre seguivo il fattorino con le nostre valigie.
Inutile dire che l'hotel era di Christopher, quindi era sfarzoso e creato con i soldi della malavita, un po' mi fece ribrezzo.
Cercavo sempre di non soffermarmi troppo a pensare, altrimenti da persona con un minimo di sale in zucca, sarei dovuta scappare a gambe levate.
Invece ero irrimediabilmente legata a Jack, indipendentemente da tutto il resto.
"Una suite per noi"esclamò alle mie spalle.
"Evvai"dissi con finto entusiasmo, mi era passata l'allegria.
"Tutto okay?"chiese, mentre inseriva la scheda magnetica.
"Certo"piegai la testa di lato, cosa che facevo quando stavo mentendo.
"Bugiarda"infatti mi aveva scoperto, che palle essere così facile da capire.
"Lasciami entrare, voglio vedere la stanza"gli diedi uno scherzoso spintone per farmi spazio.
Come immaginavo era una piccola reggia, letto a baldacchino, tappeti persiani, divani in velluto e un enorme vetrata che mostrava il nuovo casinò.
" Ti piace?"mi abbracciò da dietro, appoggiando il mento sulla mia spalla.
"È tutto strambo e maestoso"borbottai.
"Siamo a Las Vegas, tutto è folle"rise.
"Quando devi lavorare?"feci una leggera smorfia.
"Domani sera, stasera siamo liberi"cominciò a giocare con una mia ciocca di capelli.
"Devi andare solo tu all'inaugurazione?"domandai.
"Sarebbe opportuno, almeno non dovrei badare a te e agli uomini che sbaveranno ai tuoi piedi".
"Che scemo"risi.
"Vuoi venire?"chiese solenne.
"Se tu vuoi, cioè sarò mogia mogia senza fare danni"alzai i pollici all'insú.
"Guarda, conoscendoti combinerai sicuramente qualche pasticcio"mi diede un leggero schiaffo sulla fronte.
"Ti ho mai fatto preoccupare?"alzai un sopracciglio, mentre sorridevo, consapevole di essere davvero una combina guai.
"Anche quando ti ho al mio fianco sono preoccupato, sono sempre ansioso quando si tratta del mio mondo e di te, figuriamoci se dovete interagire"sbuffò.
"Okay, recepito"mi mordicchiai il labbro"Resto qui e ti aspetto".
" Liz hai fatto una promessa e mi fido, quindi sarai la mia fidanzata bellissima, sensuale e mi accompagnerai"mi baciò"Cercherò di non lasciarti mai sola, Dio non voglia che incontri qualcuno più bello di me"mi morse il labbro.
"Stai vaneggiando"scossi la testa, anche perché il pensiero era talmente assurdo.
"Perché?" chiese in un sussurro, mentre cominciò a sbottonare la mia camicia di raso.
"Ti amo, questo supera ogni cosa e poi sei l'uomo più bello che abbia mai visto"cominciai a sollevare la sua polo nera.
Ansimò al contatto con le mie dita fredde "Oh Liz"sembrava una preghiera.
"Si?"sbottonai i suoi jeans scuri.
"Ti amo"sussurò"Mi sono innamorato di te"sorrise.
E furono baci, baci e ancora baci.




Sembrava di avere il sole nella stanza, la vetrata era talmente immensa da scorgere un intero pezzo di cielo limpido.
"Principessa, finalmente sei sveglia"mi voltai verso Jack, che mi guardava sorridente.
"Questo letto è talmente comodo"mi sgranchii le gambe.
"Allora il bacio del buongiorno?" mise il broncio.
"Altrimenti?"sistemai il cuscino, per riuscire a guardarlo bene.
"Ricorda che sono un assassino"sibilò.
"Ricorda che mi ami più della tua vita"peccai di presunzione.
"E lo sei, ho solo te"mi accarezzò con dolcezza" Mentre io vado a sistemare alcune cose per stasera, tu che fai?"domandò.
"Shopping, ho bisogno di un abito elegante"sorrisi raggiante.
"Ti raccomando niente di troppo corto, scollato o che possieda spacchi vertiginosi"mi diede un pizzicotto.
"Tranquillo, ti farò fare bella figura"battei  le mani emozionata, sarei stata presentata come la sua fidanzata ufficiale. Wow.
"Non entrare in paranoia, sei bella sempre" si alzò "La colazione è sul tavolo, vado a lavarmi che sono in ritardo"sparii dalla mia vista, entrando nella porta adiacente.
Mi alzai con un passo di danza, mi sentivo completamente rilassata, fare l'amore faceva decisamente bene alla salute.
Mangiai un cornetto alla crema, due fette biscottate con la marmellata e bevvi una spremuta d'arancia, ero sazia.
"Sono pronto"esclamò alle mie spalle.
"Ci vediamo dopo?"chiesi.
"Credo direttamente stasera, devo fare una cosa...ehm...importante" tentennò.
" Importante o pericolosa?"cominciai a tamburellare le dita sul tavolino di noce massello.
" La seconda" abbozzò un sorriso"Devo scappare ora, stai attenta"mi minacciò.
"Devi stare più attento tu, ti raccomando Jack" lo supplicai.
"Fidati di me"mi baciò a lungo e poi andò via.



Di certo il rosso era troppo audace, il bianco da sposa, il verde da albero, il giallo da canarino, il nero sfinava ma non mi piaceva il modello.
Stavo girando da più di due ore con una mappa tra mani per non perdermi ed ero  alla ricerca dell'abito perfetto.
Svoltai in un piccolo vico, dove si susseguivano una serie di boutique di alta moda, impallidii solo nel guardare il cartellino del prezzo dalle vetrine.
Poi colse la mia attenzione un negozio piccolo, dall'insegna sobria in ottone, sembrava raffinato ed elegante, cosa rara a Las Vegas, dove l'eccentrico era in predominanza.
Aprii la porta e venni accolta da un campanellino, subito spuntò un'anziana signora da dietro uno scaffale.
Assomigliava alla nonna di Jack, quasi mi veniva da ridere nel vederla così minuta e con maglioncino color melanzana.
" Buongiorno bella signorina"disse con un accento americano.
" Salve, cerco un abito da sera"cominciai a dondolarmi sui talloni.
"Sei bella come una gemma, troveremo di sicuro qualcosa per te"mi fece cenno di seguirla.
"La ringrazio, è fin troppo gentile" anche perché tutto sommato non ero questa grande bellezza.
"La sincerità è la miglior cosa, quindi fidati di me se dico che sei bella e che sei innamorata"assottigliò lo sguardo, poi afferrò al volo un vestito grigio perla "Provalo"mi ordinò e mi ritrovai chiusa in un piccolo camerino.
Il vestito era lungo, con uno spacco sulla gamba e il corpetto a forma di cuore, era davvero magnifico, forse troppo per una come me.
Lo infilai con cautela, cercando di non essere maldestra come al solito, scivolava setoso sulla mia pelle diafana, era quasi un piacere sentirselo addosso.
"Hai finito?"chiese da dietro la tenda di velluto.
" Un attimo, ora esco"infilai le converse, per non restare a piedi nudi.
"Ti sembra il modo di farti vedere?"mi rimproverò" Quelle scarpe non vanno bene, per niente"sorrise e mi porse un paio di sandali ricoperti di pietre rosse.
"Ehm, sono un tantino alte"arrossii.
"Non ammetto repliche"mi ribeccò, ma era talmente amorevole che non faceva pesare i suoi rimproveri.
Poco dopo mi ammirai davanti allo specchio, sembravo davvero bella, una signora di classe.
"Manca il tocco finale"mi porse una sottile collana di finti rubini, che faceva pandant con le scarpe.
"Wow, sembra tutto così perfetto"esclamai.
"Ricorda è la donna che rende bello l'abito"mi sorrise ancora, si vedeva che era soddisfatta di avermi aiutato.
"La ringrazio di cuore"mentre le porgevo la carta di credito.
"Ti faccio anche uno sconto e goditi questa serata perché forse non ci sarà domani"disse triste, mentre afferrava la mia mano sinistra e cominciava a borbottare.
Seguiva le linee sul mio palmo, mentre scuoteva la testa affranta.
"In che senso?"domandai.
"Lo scoprirai da te e ricorda le promesse non sempre riescono ad essere mantenute"mi porse il sacchetto.
"Come lo sa? Come sa della promessa?"mi agitai.
"Lo so e basta"farfugliò"Stai attenta e ricorda che quello che si fa per amore, non è mai sbagliato"strinse la presa"Ora vai e che Dio ti benedica"scomparii dietro una porta, lasciandomi con la mano a mezz'aria e la bocca spalancata.
Che fosse una strega? E se avesse voluto avvertirmi di un imminente pericolo?



"Jack non andiamo ti prego"lo supplicai, per la centesima volta.
"Calmati benedetta ragazza"esclamò, mentre finiva di abbottonarsi la camicia dello smoking.
"Quella signora mi ha detto delle cose strane, ho paura"inziai a gesticolare.
" Qui a Las Vegas sono tutti fuori di testa"alzò gli occhi al cielo "Poi dovrei fidarmi di questa vecchia che fa la commessa?"disse scettico.
"Se avesse ragione? Se fosse una maga o una veggente?"strillai.
"Svegliati Elisabeth, la vita non si basa su i se e i ma"urlò.
" Noi siamo un sé eppure mi sono lasciata andare, eppure sono qui con te, per te"distolsi lo sguardo dalla sua figura.
"Smettila di fare la bambina, sono pronto e devo andare"mise il papillon"Se vuoi raggiungermi sai dive trovarmi, altrimenti non aspettarmi sveglia" chiuse la porta della stanza con forza, mi sembrò quasi che tremasse tutto, persino io.

Avevo percorso avanti e indietro tutta la lunghezza della suite, era circa mezz'ora che camminavo e pensavo.
Decisi di andare a quella maledetta inaugurazione, almeno lo avrei tenuto sott'occhio.
Mi preparai con cura, volevo pur sempre fare bella figura, nonostante la gente poco raccomandabile che avrebbe popolato il casinò.


"Allora la puttanella è venuta"disse Bob l'africano con ribrezzo.
"Fammi passare e non rivolgerti mai più in questo modo"ringhiai.
"Ho una pistola, non ci metto niente a perforarti il cervello"disse.
"Fottiti"lo superai, mentre sentivo la sua grassa risata alle mie spalle.
Di certo Christopher non aveva badato a spese, era quello che di più eccentrico, rumoroso e immenso avessi visto.
Scesi velocemente la grossa scalinata di marmo, mentre davo un'occhiata in giro, giusto per vedere il mio fidanzato.
Logicamente di lui nemmeno l'ombra, quell'uomo mi esasperava, mi avrebbe condotto alla morte.
"Sono davvero fortunato"la sua voce mi fece sorridere.
"Ti stavo cercando" mi voltai.
"Ed io ti stavo aspettando" mi sfiorò la clavicola"Sei bellissima Liz"mi baciò con impeto.
"E tu uno stronzo"dissi ansimante, quando ci staccammo.
"Ne sono consapevole, ma racconti enormi cazzate"sorrise.
"Jack"tentai di spiegargli ancora.
"Shh"mi baciò ancora, la sua lingua danzava frenetica con la mia"Basta parlare, voglio presentarti come la mia donna"disse con possessività.
"Okay"incrociai le dita con le sue, notai ancora una volta che si incastravano alla perfezione.
"A proposito non avevo detto niente spacchi vertiginosi?"sussurrò al mio orecchio.
"Faceva scena" gli feci l'occhiolino.
La serata fu un susseguirsi di presentazioni, chiacchiere e complimenti.
Vinsi anche un po' di dollari alla roulette russa, infatti urlai dalla gioia.
"Amore sei fortunata"bisbigliò Jack, mentre mi circondava la vite con un braccio.
"Così sembra"sorrisi"Facciamo un'ultima puntata?"chiesi.
"Tutto quello che vuoi"sistemò una ciocca dei miei capelli biondo cenere.
"Punto sul 22 e sul 90"dissi sicura.
"Perché questi numeri?" sembrava curioso.
"Sono quelli che mi accompagnano costantemente, 90 fa la paura, ormai mia fedele compagna e 22 sono i pazzi e fidati tu lo sei"lo baciai a stampo e rise sulla mia bocca.
"Vince la bella ragazza con gli occhi azzurri"abbracciai Stone, avevo vinto ancora.
Anche se mia nonna affermava sempre, che la fortuna prima o poi, si pagava.


" Liz mi aspetti qui o vuoi salire in camera?"mi baciò i capelli.
" Sono stanca, sono le tre"sbadigliai"Ma ti aspetto, faccio un giro fuori"abbozzai un mezzo sorriso.
"Okay, questione di un mezz'ora, tu intanto fai la brava"mi fece l'occhiolino.
"Pensami, qualsiasi cosa tu debba fare"lo baciai con ardore, mentre mi lasciavo stringere al suo petto.
"A dopo, amore"mi regalò un bellissimo sorriso, mentre spariva con Bob e Steve, i due scagnozzi.
Mi guardai intorno, mentre afferrai distratta un calice di spumante che cominciai a sorseggiare, il casinò era ancora pieno di gente.
Uomini eleganti e donne sgargianti nei loro vestiti, spendevano milioni di dollari e bevevano whisky con ghiaccio, sembravano felici della loro vita, se quella poteva essere considerata tale.
Annoiata, lasciai la sala e raggiunsi il giardino, era silenzioso per fortuna, non sopportavo più tutti quei brusii, tolsi le scarpe alte e cominciai a camminare a piedi nudi sull'erba fresca, leggermente umida.
Lasciai il calice vuoto su un muretto basso, mentre continuavo a camminare senza una meta, in attesa del mio fidanzato.
Alzai lo sguardo alla luna, sembrava ancora più brillante quella sera e il cielo era talmente scuro da mettere i brividi, si scorgevano pochissime stelle.
Avevo la pelle d'oca, anche perché non indossavo nulla e avevo le spalle scoperte, mi accarezzai le braccia per darmi calore e mi fermai all'improvviso quando delle voci colsero la mia attenzione.
" James che dobbiamo fare?"una possente voce maschile, mi fece appiattire contro un muro di cemento"Okay, che inizi la festa"una brutta risata.
"Allora che ha detto?"altre voci si aggiunsero, sembravano in attesa di un ordine e il cuore cominciò a battere frenetico.
"Quello per cui siamo venuti, uccidere Jack e i suoi amichetti".
E in quell'istante mi cadde il mondo addosso, ricordai un episodio poco piacevole, quello della morte di quella ragazza in quel vico buio, lei aveva nominato una gang rivale e il capo era un certo James.
Quindi stavano per fare un'imboscata, loro erano qui per il mio Jack ed io dovevo salvarlo, a costo della vita..!



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Salve miei cari lettori :)

Spero che il rientro scolastico sia stato positivo, questo capitolo è un regalo per il primo giorno di scuola!!!

Un bacio e alla prossima :D

Ps: scusate eventuali errrori!

Salvami, Salvami TuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora