Adam.

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Il lavoro procede a gonfie vele e mi sento finalmente appagata.

I bambini sono adorabili e mi vedono come un'amica, questo mi permette di capirli meglio.

In realtà c'è Adam, ha dodici anni ed è orfano, i genitori sono morti in un incidente stradale e non ha nessun parente al mondo.

Con lui ho faticato parecchio, mi ha spesso riempito di parolacce e mi ha mandato più volte a quel paese, ma ho stretto i denti e finalmente abbiamo legato.

Mi ricorda tantissimo Jack con le sue paure e il suo scudo a proteggerlo dal cosmo, ha anche gli occhi azzurri cielo e l'aria impaurita, forse per questo ho preso tanto a cuore la sua situazione.

"Dottoressa".

Alzo lo sguardo e vedo Adam che si dondola sui talloni"Ciao"sorrido.

"Non volevo disturbare"rimane sull'uscio imbarazzato.

"Entra"gli indico la poltrona di pelle e chiude veloce la porta alle sue spalle"Siediti"dico con dolcezza.

"Grazie"si sistema la t-shirt dei Simpson e si aggiusta i capelli biondi.

"Volevi parlarmi di qualcosa?"domando.

"Forse"abbassa lo sguardo sul pavimento.

"Quando vuoi, sono qui"incrocio le braccia divertita e mi appoggio allo schienale.

"Okay"annuisce e intanto si da un'occhiata in giro"È il suo fidanzato?"fissa la foto sulla scrivania.

"Si chiama Jack, tra ventinove giorni ci sposiamo"confesso.

"Auguri"sorride"Deve essere davvero fortunato".

"Perché?"chiedo curiosa.

"Perché lei è bella e brava"arrossisce.

"Ti ringrazio, sei davvero un cavaliere"gli pizzico la guancia.

"Prego"comincia ad agitare le gambe che ancora non toccano terra.

"Allora stanotte hai fatto ancora quel brutto sogno?"prendo una penna e un foglio bianco.

"Si"annuisce"È stato più reale"spiega.

"In che senso?"mi appunto qualcosa.

"Ho sentito il calore del fuoco e l'urlo di mamma"comincia a tremare.

"Tranquillo"gli vado accanto e istintivamente lo abbraccio, scoppia a piangere e qualche singhiozzo lo fa sussultare"È tutto finito"sussurro cullandolo.

"Mi mancano"ammette e finalmente lo dice ad alta voce, per mesi ha fatto finta di nulla, come se non gli importasse della morte dei suoi genitori.

"Lo so, ma loro si trovano in un posto migliore e ti sono vicini ogni giorno, non ti lasceranno mai"lo consolo, anche se le parole sono inutili dinanzi al dolore.

"Non si sono dimenticati di me?"ha gli occhi colmi di lacrime e le guance arrossate.

"No, ti ameranno per sempre"gli accarezzo i capelli.

"Grazie dottoressa"tira su col naso.

"Vuoi una bella fetta di torta?"li sistemo con le mani.

Al cioccolato"precisa.

"Chiedo un permesso, tu aspettami qui"mi alzo.

"Permesso?"domanda confuso.

"Vieni a casa mia e conosci Jack"sorrido e anche lui lo fa.

"Grazie ancora"si asciuga il viso con la manica della maglietta.

"Non è etico"era la decima volta che lo diceva.

Salvami, Salvami TuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora