Consapevolezze

13.6K 503 36
                                    

La luce entrava dai fori della tapparella, colpiva il lampadario di cristallo e proiettava tanti piccoli arcobaleni, sulle pareti.
Aprii gli occhi e sorrisi, mi sentivo stranamente felice, cosa che non succedeva da quasi un mese.
"Buongiorno bellezza"al suono della sua voce, mi ritrovai ad arrossire.
Avevamo dormito insieme, a stretto contatto e infatti il suo braccio cingeva ancora il mio fianco.
"Giorno Jack"di prima mattina non ero una di molte parole. In realtà ero scontrosa, sarà perché non avevo ancora metabolizzato.
" Stanotte ho dormito benissimo"sorrise sincero, attorno agli occhi c'erano delle rughette, sembrava quasi umano, se non fosse stato per la sua bellezza da divinità greca "Che guardi?"mi chiese.
"Hai le rughe" risi.
"Non è vero"protestò.
"E invece si, proprio qui"sfiorai il contorno occhi.
"Sei bellissima"poggiò la testa sul palmo della sua mano, per sorreggersi.
"Non cambiare argomento, vecchio"evitai il suo complimento. La verità è che le belle parole non sapevo gestirle, mi sembravano sempre bugie.
"Ah si? Ora vedi che ti combina il vecchietto"cominciò a farmi il solletico e scoppiai a ridere come la pazza.
"Jack, n-non respir-o"balbettai.
"Chiedimi scusa"sorrise, senza fermare la sua tortura sui miei fianchi.
"Okay, scusami, sei bellissimo e sei sexy"dissi tra le risate.
"Ah davvero?"domandò curioso.
"Era un modo per farti smettere"gli feci la linguaccia.
"Ho fame"si toccò la pancia in segno di protesta.
"La mamma va a preparare la colazione" lo baciai sul naso e mi alzai a malavoglia dal letto.
"Amo il tuo minuscolo pigiama"incrociò le braccia dietro la nuca, godendosi lo spettacolo delle mie gambe nude.
"Sei sempre il solito"sbuffai, mentre mi legavo i capelli con una molletta
"Dovremmo scopare"portò un dito sotto al mento, con aria pensierosa "Anzi, sarà il mio ringraziamento, per l'ospitalità" scrollò le spalle larghe.
"Nei tuoi sogni, muoviti a scendere, altrimenti mi finisco tutti i biscotti"lo minacciai. Meglio evitare argomento "sesso", i miei ormoni erano molto sensibili al riguardo.
"Ma sei pazza?"urlò e scalció il piumone verde, mi superò e si fiondò in cucina.

Preparai il caffè e due tazze di latte tiepido, dove cominciammo ad inzuppare i biscotti.
" Posso chiederti una cosa sul tuo "lavoro"?"mimai le virgolette con le mani,non aspettai il suo consenso e continuai
"I corpi delle persone uccise, che fine fanno?"notai la sua espressione stupita.
" Ehm, stiamo mangiando"fece notare.
"Dimmelo"resi il tono aspro.
"Liz , ti prego"sibilò a denti stretti, quasi come se le mie parole lo facessero male.
"Credo che sia giusto restituirli alle loro famiglie, almeno possono piangere i loro cari"distolsi lo sguardo da lui, mentre esponevo la mia teoria. Cominciai a fissare invece, un biscotto che affondava nel latte.
"Non è così semplice"la sua voce era appena udibile.
"Credo di essere abbastanza intelligente da capire" ammisi.
"Scapperai da me, di nuovo"cominciò a giocare con il cucchiaio.
"Non credo che sia possibile, non riesco a lasciarti andare"sgranai gli occhi alla mia confessione involontaria, gli avevo fatto capire che era importante.
"Nemmeno io, tu sei la mia Liz"afferrò la mia mano e la baciò, lievemente "Comunque è il capo a prendere quelle decisioni, non posso dirti altro" rispose alla mia domanda iniziale.
"Un passo alla volta, per ora mi basta"sorrisi "Comunque devo uscire stamattina, tu che fai?"sistemai le tazze sporche nel lavello.
"Vado dal grande capo, devo spiegare la mia improvvisa scomparsa" si alzò.
" I tuoi vestiti li ho lavati, sono nella asciugatrice"spiegai "La maglia invece era rotta, quindi l'ho buttata".
"Grazie piccola"andò in bagno, lasciandomi sola.
Avevo la mattinata libera, così avrei potuto cercare un regalo per il mio nuovo coinquilino acquisito.
Anche se non sapevo cosa potesse servirgli davvero, non lo conoscevo abbastanza, da sapere i suoi gusti.
Sbuffai, le cose per me non erano mai facili.

"Vado a fare quella commissione"si stava aggiustando la cintura.
"Anch'io sto per uscire"cominciai a buttare cose alla rinfusa nella borsa.
"Posso prendere la macchina?"entrò nella mia stanza.
"Le chiavi sono all'ingresso e prenditi anche il doppione di quelle di casa"infilai una ballerina, mentre mi reggevo al suo braccio, per mantenermi in equilibrio.
"Okay tesoro"mi baciò i capelli "Pranziamo insieme?" chiese poi.
"Okay"sorrisi "Chiamami, poi ti raggiungo al ristorante"
"Perfetto, allora vado"mi fece l'occhiolino,vidi la sua figura uscire sul pianerottolo.
Merda, sembravamo una coppietta e mi stavo abituando alla sua presenza, il mio cuore non avrebbe retto alla sua futura assenza.

Salvami, Salvami TuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora