Senza Liz & Senza Jack

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LIZ

Ero ancora seduta a gambe incrociate sul tappeto che profumava di vaniglia, mentre fissavo la porta di legno davanti a me.

Mi sembrava di stare da giorni in quella posizione e invece era passata solo una nottata.

Eppure continuavo a fissare l'uscio di casa, sperando in un suo ritorno.

Mi ero immaginata la scena milioni di volte in quelle nove ore.

Immaginavo la porta spalancarsi con forza, il viso sereno di Jack, il sorriso sincero e i suoi occhi ghiaccio che mi scrutano con amore.

Finiremo sicuramente per terra a fare l'amore, quello dolce e un po' selvaggio, proprio come piace a noi.

E invece nulla.

Quella maledetta porta resta chiusa, la luce della lampada è fioca ed io mi sento vuota.

Come se lui avesse portato via un pezzo del mio cuore e una parte della mia anima.

Ero vuota e Jack era in galera.

JACK

Faceva freddo, c'era puzza di muffa e un uomo mi fissava male.

Non mi aspettavo la Reggia di Versailles, ma sentivo che sarei morto lì dentro, senza vedere la luce del sole o gli occhi di lei.

Erano passate nove ore o su per giù, ma in quelle quattro mure di cemento, il tempo aveva perso di avere importanza.

Secondi, minuti e ore, tutto sembrava terribilmente lento.

Non osavo nemmeno chiudere gli occhi, altrimenti mi sarei ucciso con le mie stesse mani.

Appena lo facevo, mi appariva il viso felice di Liz che poi veniva sostituito con la sua figura tremante sull'uscio di casa.

L'unico termine per descriverla era "priva di vita", come se avessero succhiato la sua linfa vitale.

Mi mancava troppo, figuriamoci con il passare degli anni.

Avevo paura di essere dimenticato o di dimenticare il suo neo sul labbro, la morbidezza dei suoi capelli, l'intensità del suo sguardo.

Sbuffai, lasciandomi cadere sul materasso duro e umido.

Dovevo solo resistere.

LIZ

Primo giorno senza Jack e non era cambiato molto, mi trovavo ancora nell'esatta posizione di ieri.

Si erano addormentate le gambe, le mani tremavano ancora e avevo finito anche l'ultima lacrima.

Questo mi faceva sentire peggio, non potevo nemmeno piangere, che nullità.

"Ti amo Liz"sgranai gli occhi.

"Jack"lo chiamai sorpresa.

"Ti amo"era appena un sussurro, ma l'avevo sentito.

Mi alzai di scatto, cominciando a girare per le stanze, sperando di trovarlo sorridente.

"Jack"urlai ansiosa, mentre la consapevolezza di aver immaginato tutto si insediava in me.

Ero una povera illusa, una pazza, una donna a pezzi.

JACK

Primo, vero giorno senza Liz e mi faceva schifo.

Senza di lei, il mondo faceva schifo.

La cella era illuminata da un timido raggio di sole che trapelava da una piccola finestra sbarrata.

Illuminava il mio letto scomodo e rendeva tutto reale.

Salvami, Salvami TuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora