Capitolo 45

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Clarissa's Pov

Ero nel luogo dove più conoscevo,più delle mie tasche. Era il posto in cui uscii per la prima volta con Stefan. Era inverno,il freddo ghiacciante mi entrava fin dentro le ossa. Il cielo,dopo il tramonto,si dipinse di un blu notte. Le stelle a malapena si vedevano,
mentre le nuvolette grigie si appostarono intorno. Mi incamminai verso il parco,dove Stefan mi aspettava da più di un'ora. Ero da sola,al gelo,con solo un cappotto rosso e con le mani tremanti. Non c'era un anima viva. Per poco non mi spaventai,ma andai dritto senza fermarmi,nemmeno per un istante.
Il cellulare squillò e estrai il cellulare dalla tasca del mio cappotto rosso.
Lessi il nome del mittente e una dolce risata spontanea varcò sul mio viso.

"Stefan."

"Dove sei?" Il tono non sembrò quello di sempre. Sembrò serio e freddo.

"Sto arrivando. Sto quasi fuori al parco."

"Ti aspetto. Fai presto."

Nemmeno il tempo di dirgli "Va bene" che mi staccò il telefono in faccia.

Rimasi di stucco.
Il cuore mi martelló così tanto,che per poco non me lo sentii in gola.

Cercai di non pensarci. Di non pensare al peggio e respirai regolarmente,sperando con tutta me stessa di calmarmi.

"Non è niente di grave. È tutto apposto." Ripetevo a me stessa.

E così mi incamminai,fino a quando arrivai al parco.

Entrai in quel parco,dove non c'era nessuno,a parte le foglie secche e sparse per terra. C'erano panchine vuote. Solo una era occupata.

Mi avvicinai di più a quella panchina,dove era seduto Stefan che mi aspettava.

"Stefan?" Urlai in lontananza.

Lui alzò lo sguardo,senza degnarmi di una parola,e poi si avvicinò a me.

Mi diede un bacio sulla guancia. Non sembrò il solito bacio. Ma sembrò così freddo, distante.

Lo guardai dritto negli occhi,e il suo sguardo non prometteva nulla di buono.
Il suo sguardo era spento. Non aveva luce. Quella stessa luce che appena mi guardava si accendeva.

Quasi non sembrava la stessa persona che mesi prima mi chiese di uscire.

"Che succede?" Gli chiesi prendendo l'iniziativa.

Lui abbassò lo sguardo per terra e non mi degnò di uno sguardo.

Una punta di rabbia mi attraversò per tutto il corpo.
Gli alzai il mento incitandolo a guardarmi.

"Dimmi cosa succede." Gli chiesi,senza perdere altro tempo.
Il terrore attraversò i miei occhi.
Ero terrorizzata e avevo paura per quello che stava per succedere.

Per l'ultima volta,pensai a me stessa che non dovevo pensare al peggio.

"Io.." le parole non gli uscirono. Gli strozzarono in gola.

"Tu?" Chiesi terrorizzata.

"Io non Ti amo più. Non provo la stessa cosa che tu provi per me."

E così lo disse.

Cercai con tutte le mie forze di non piangere. Di non dargli quella soddisfazione. Ma le lacrime si impigliarono agli occhi,ma fallii miseramente.
Le lacrime scesero lentamente,mentre tenni lo sguardo fisso su di lui.

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