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Mancano due giorni alla cosiddetta festa.
Non vedo l'ora che finisca così posso tornare a casa mia e sfuggire da tutte le parole insignificanti di mia madre.
E la cosa più strana è che mi sento tremendamente  in colpa per le parole che ho detto a Mat. Forse se mi fossi controllata e se avessi pensato prima, forse se...
Nessun "forse" e nessun "se" Lauren, lui non bada alle parole che dice, tu perché dovresti farlo?
Già perché dovrei farlo?
Forse perché voglio essere migliore di lui.
«Ti vedo particolarmente silenziosa, va tutto bene?» sto quasi per soffocare con la mia stessa saliva, mentre mi rilasso sul divano a guardare sul mio tablet il numero della rivista di moda di questa settimana.
Mia madre mi ha chiesto se va tutto bene. Dovrei segnarlo da qualche parte in bella vista, poiché cose del genere succedono davvero molto raramente.
«Certo, va tutto benissimo» rispondo mentendo, tanto la sua domanda non era stata posta per interesse. Vuole essere cortese perché si trova in una casa non sua con delle persone che la osservano. Vuole dare l’impressione della famiglia bella e unita. Ma non potrà mai essere unione là dove non c’è rispetto; e posso garantire al cento per cento che mamma non mi ha mai rispettata.
In quel momento Mat scende le scale, i nostri sguardi si incrociano per una frazione di secondo, e mentre io mi impongo di continuare a guardarlo, lui distoglie lo sguardo.
Per quanto mi eviterà ancora?
Sparisce dietro la porta della cucina. Io continuo a guardare quel punto, vedendo solo una porta bianca e il muro bianco luccicante del salotto.
L'altro giorno ho accompagnato mia madre a fare shopping. Doveva comprarsi delle scarpe adatte al vestito perché dice che le altre non si abbinano perfettamente. Secondo me era solo per darmi fastidio.
Ho pregato tutti i santi affinché non iniziasse con i suoi soliti discorsi. Ma sono troppo sfigata per farmi sentire da chiunque ci sia lassù.
Come al solito dalla sua bocca sono uscite solo parole di gloria verso la sua amata figlia Sophie.
E io? Perché a me non riserva tutti questi complimenti? Perché non riempe anche me di tutte queste attenzioni?

«C'è qualcosa che non va con Mat?» arpia, questo è mia madre. Si posiziona nel mezzo del salotto di modo che possa avere una bella visuale sia su di me che su Mat che si trova in cucina.
Mette le braccia conserte e mi guarda come se aspettasse delle dichiarazioni proibite da parte mia
«No, va tutto bene» ripongo la mia attenzione all'articolo. Devo riconoscere che le scarpe di tendenza di questo mese non sono niente male. Poi quel rosso fuoco è particolare e dà un tocco di sensualità alla modella. Ha anche delle belle gambe, da invidia.
«Mat hai da fare oggi?» domanda mia madre. Le mie orecchie stanno sull'attenti e origliano la conversazione.
«Ehm, perché?» domanda quest'ultimo venendo in salotto. Guardo mia madre e poi guardo lui che guarda mia madre in attesa della risposta.
«Lauren avrebbe bisogno...» alzo gli occhi al cielo esausta.
Eleonora cerca di controllare la mia vita, come sempre. Anche se Mat mi piace, e lei potrebbe approvarlo, vorrei che, comunque, rimanesse al suo posto e lasciarmi che mi veda della mia vita .
«No, non posso» parla prima che mia madre finisca la frase.
Non ho bisogno proprio di nulla. Tra l'altro, non ho ben capito perché si impiccia.
Perché proprio adesso?
La mamma aspetta che Mat sparisca e poi mi rivolge lo sguardo di chi la sa lunga. Si siede accanto a me e mi toglie il tablet dalle mani per avere la massima attenzione.
«Davvero dici che fra di voi non succede nulla?» inarca un sopracciglio. «Ti rendi conto che non sai nulla su quel ragazzo?»
Sono confusa, non so cosa stia insinuando, ma posso immaginare dove vuole andar a parare. E poi cosa c’entra quanto conosco di lui? Non lo porto mica all’altare.
«Dimmi Lauren, sei andata a letto con lui?» meno male che non stavo bevendo o mangiando perché altrimenti avrei sputato fuori tutto.
«No signora, sua figlia non mi sfiorerebbe neanche con un dito» Mat esce dalla cucina per andare non so dove.
Spero a quel paese!
Ti avrei sfiorato se non fossi così coglione.
«Hai così poca considerazione di me, mamma?» mi alzo dal divano, e mi ricordo il motivo per cui ho scelto di andare via da casa mentre frequentavo ancora l'ultimo anno di liceo. «Dio mio!»
«È così sbagliato sapere cosa combina mia figlia?» mi domanda alzando leggermente la voce, mentre io sto già salendo rapidamente le scale.
Poco elegante per una stilista che ama con tutto il cuore le Jimmy Choo.
«Chiedilo a Sophie quando torna dall'Inghilterra, magari lei soddisferà le tue curiosità.»
Non ce la faccio più!
Sopportare mia madre è impossibile.
Entro in camera mia, mi butto di peso sul materasso e lascio che qualche lacrima scorra sul mio viso. Era da tanto che non piangevo, ma ora come ora, sento il bisogno di farlo. Sono arrivata all’esasperazione.
Sua figlia non mi sfiorerebbe neanche con un dito” risuona nella mia testa prima di addormentarmi.


«Oh dio!» trasalisco spaventata. «E tu chi cazzo sei?» mi metto seduta come se fossi fulminata.
Un bambino biondo e con gli occhi scuri si trova davanti al letto e mi fissa.
«Zio mi ha chiesto di svegliarti»
E tuo zio sarebbe?
Una domanda che non pongo anche perché ho avuto il peggior risveglio del mondo. Ma chi è questo malato di mente che ti fissa mentre dormi? Avrei potuto avere un mancamento!
«Non si dicono parolacce ai bambini, Barbie.»
Mat mi ha parlato, anche se era un rimprovero ma mi ha parlato. «Dorian, ti stava cercando tua madre.»
«Sì, scusa» dice passandosi una mano fra i capelli lunghi.
Guardarlo o non guardarlo?
Decido di evitare il suo sguardo per paura di essere colpita ancora da quello sguardo glaciale che solo lui sa donare.
Il bambino va via e io rimango nella stanza da sola con Mat.
E ora? Cosa dovrei fare?
«Io...» no riesco a dire nulla, mi passo la mano fra i capelli spostandoli da una spalla all'altra. Un gesto che faccio solo per prendere tempo e nascondere l’imbarazzo.
«Non sprecare fiato, Lauren!» chiude la porta della mia stanza e se ne va.
Non merito questo trattamento, lui mi offende molto di più e nemmeno se ne rende conto, e per cosa poi? Per una frase stupida che ho detto? Non me le merito le sue offese! E poi mi sono scusata! Cosa vuole? Che strisci ai suoi piedi? Che mi metta in ginocchio a implorare il suo perdono? No grazie! Vivo benissimo anche senza di lui. Ho sbagliato e ho chiesto scusa. Se a lui va bene così, a me anche va benissimo. 

***

«Sorpresa!» non posso credere ai miei occhi, Jonathan è qui! Il mio Jonathan.
«Jo, che ci fai qui?» gli salto in braccio senza pensarci due volte. Dio, quanto mi era mancato. «Che bella sorpresa, ma non dovevi andare a Parigi?»
Jonathan è di una bellezza rara, come lo sono un po' tutti lì in Israele. Non so che tipo di cibo danno ai figli, ma il risultato è ottimo. Lui fissa quei suoi occhi scuri, sembrano neri il più delle volte, su di me sorridendo. Si sposta i capelli neri e tendenti al riccio dal viso. Amo i suoi riccioli.
«Alla fine va Clotilde, dice che si merita quel posto e bla, bla» intanto alza gli occhi al cielo. «E poi tu avevi bisogno di un finto fidanzato se non sbaglio» mi ero scordata di questo piccolo dettaglio.
Tutta l'attenzione di Mat è su di me e Jonathan. Ci osserva attentamente.
«Giusto» sussurro al suo orecchio e lo abbraccio con un po' di enfasi per far credere che sia il mio fidanzato.
Jonathan mi stringe a sé. «Chi è quel pezzo di uomo che ti sta fulminando con lo sguardo?» mi sussurra nell'orecchio per farsi sentire solo da me.
In effetti ci sono parecchi occhi su di noi. Gli zii, i nonni e anche mia madre. Ci sono tutti. Alcuni, non voglio specificare nome per nome, ci guardano a bocca aperta, letteralmente. 
«Chi dei tanti?» domando.
«Quel giovanotto laggiù» e mentre mi abbraccia mi fa girare con la faccia verso Mat.
Stringo Jo e gli stampo un bacio sulla guancia. «È albanese, è cretino ed è...»
«È un figone che ti piace» mi interrompe Jo.
Forse. Ma non più ormai. È stata solo una cotta momentanea. Un amore non nasce mica in qualche giorno. È scientificamente impossibile, o almeno per i miei criteri è impossibile.
«Andiamo in camera mia per recuperare tutto questo tempo lontano da me» dico alzando la voce di modo che Mat e mia madre mi sentano.
Sfioro la spalla di Mat mentre entro nella grande villa e tiro dietro a me Jonathan. L'unico uomo di cui mi fido ciecamente.

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