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Quel tocco.


Quelle carezze.


Quello sguardo.


Quel sorriso.


Mat stava per baciarmi e io non mi sarei di certo tirata indietro. In sua presenza divento debole, cedo con tanta facilità.


Lui sa quando mento e quando mi faccio troppe paranoie. Il modo in cui mi ha guardata mi ha fatto capire. Aveva compreso che le mie erano tutte bugie.


In fin dei conti è stato un bene che mia madre sia venuta a bussare interrompendo quel momento. Non sarei riuscita a restare ferma sulle mie decisioni. Avrei commesso uno sbaglio a mettere "paglia sul fuoco". Sapevo che poi avrei fatto di tutto per spegnerlo. Facevo sempre così ogni volta che ci trovavamo troppo vicini.


Milano è ormai vicina e sono consapevole che Mat sarebbe rimasto indietro. Sarebbe stato un bel ricordo. Quando penserò a lui non potrò fare altro che sorridere. Non accadrà nulla di più, lui non sarà mai presente nella mia vita.


Se da una parte mi sentivo grata nei confronti di mia madre, nell'altra ero arrabbiata. Aveva interrotto un bacio che ero condannata a dimenticare.


Lo sapevo che in fondo, l'obiettivo di mia madre era quello di darmi gli ordini.


La mattinata infatti l'ho passata a riassettare i vestiti di tutti.


Il vestito ha il colletto storto? Lauren lo aggiusta.


La zip non si alza? Lauren risolve.


I pantaloni sembrano troppo lunghi? Lauren piega.


Il trucco non sai fartelo da sola? Lauren ti trucca come da copertina.


«Lauren, tesoro, sbrigati. Siamo già in ritardo!» strilla mia madre.


Quel "tesoro" uscito dalla sua bocca mi dà fastidio.


Ora mi sgrida perché sono in ritardo quando fino a poco tempo prima non si preoccupava di nulla se non della sua immagine, di quella di suo marito e di sua figlia. Lauren doveva essere lì ad esaudire ogni loro desiderio.


Ho dovuto anche aiutare il fidanzato di Sophie e la cosa è stata alquanto imbarazzante.


«Mi devo preparare anche io, mamma» rispondo indossando il mio vestito rosso lungo fino alle ginocchia. È stretto in vita, mettendo in evidenza il seno che, prontamente, io l'ho rialzato indossando un bel push-up. Per poi scendere suo fianchi leggermente svasato. Accarezzando le mie curve ed evidenziandone alla perfezione. Posso considerarmi quasi una modella di Victoria's secret se solo non avessi quel poco grasso sulla pancia. La scollatura è lavorata in pizzo sottile e morbido , in fantasia floreale qua e là, dello stesso colore del vestito. Posso dire di aver scelto un vestito da cocktail azzeccato per la festa. Posso considerarmi allaltezza di Sophie almeno una volta nella vita.


Dannazione, l'ho indossato al contrario.


Tolgo il vestito e lo rimetto come si deve.


«Sbrigati, sei rimasta solo tu!» il suo tono di voce pacato ma irritante non passa inosservato.


La situazione tra me e mia madre è descrivibile in questo modo: conosci una persona che ti è antipatica e tutto ciò che fa ti infastidisce.


Ovvio che sono rimasta solo io, ho dovuto fare da stilista a tutti...


Aspetta due dannati minuti, tranquilla che non morirà nessuno.


Per fortuna il trucco l'ho fatto prima. Cerco il mio rossetto per ripassarlo e per far risaltare di più le mie labbra.

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