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«Perché sei qui Mat?» riformulo la domanda perché spero di ricevere una risposta chiara e magari soddisfacente.


«Perché ho un'amica che non sta molto bene e voglio tirarla su di morale.»


Ha un'amica... suppongo che stia parlando di me.


Peccato, avrei voluto più di un'amicizia da lui. Ma d'altronde, non riesco a comportarmi bene con lui, non so cosa mi stia accadendo da quando sono in Sardegna.


Sarà che passare del tempo insieme a delle persone che non sono in grado di apprezzarmi, mi faccia diventare scorbutica persino con persone che non se lo meritano.


Ma intanto Mat ha soltanto un'amica.


«Penso...» sto valutando se continuare a parlare o lasciar perdere. «Penso che dovresti tornare dalla tua ragazza Mat. Io... io ho bisogno di stare da sola» esco dall'acqua lasciandomi un Mat perplesso a guardarmi.


Lo vedo che è al limite e che vorrebbe urlarmi contro per poi magari andarsene... lo vedo che mi guarda... anche se sono di spalle, io lo vedo.


Probabilmente anche lui si è preso una cotta per me, e quindi l'atmosfera romantica che si è creata tra noi è destinata a dissolversi.


Non è amore, non è il desiderio di avere accanto a sé una persona per il resto della vita. Il batticuore è destinato a sparire proprio come l'attrazione.


Alla fine, come so cosa è l'amore? L'ho mai provato? Cosa mi da la sicurezza che Mat sia solo una cotta passeggera? Se così non fosse, perché mi pongo mille domande sulla sua vita privata e sulla ragazza che si trovava con lui poco fa?


«Dio, Lauren» la sua mano è sulla mia spalla. Mi tiene ferma evitando che io scappi come sono abituata a fare «Delina non è la mia ragazza.»


Delina... è un nome bellissimo, suona in modo armonioso ed è stupendo proprio come il corpo di lei.


Stupida!


Davvero pensavo di piacere a Mat? Cosa avevo in testa? Cosa mi ha spinta a credere in questa sciocchezza?


So che in Albania ci sono ragazzi davvero molto belli. Anche le ragazze lo sono. Non esistono persone esteticamente carine o bruttine, e se ci sono davvero, fanno parte di una piccola percentuale.


Io non potrò mai essere all'altezza di chiunque faccia parte di quel paese.


«Almeno impegnati ad ascoltare gli altri, Barbie» sento dire. Il tono della sua voce suona molto a rimprovero.


Sono stata talmente assorta nei miei stupidi pensieri, che mi sono scordata di quella mano sulla mia spalla e di quella voce a riscaldare il mio udito.


Mi sento così inferiore, non mi sento abbastanza per nessuno, nemmeno per Mat.


«Voglio stare da sola» mormoro scostandomi dal suo tocco sulla mia spalla e fuggendo via dai suoi occhi.


Avere il suo sguardo addosso è come trovarsi sotto i riflettori. Tutti ti guardano attentamente e ti analizzano.


Mi sento come se Mat stesse aspettando un mio passo sbagliato. Sono stufa di controllare ogni mio gesto per assicurarmi che sia quello giusto.


Voglio sbagliare. Voglio sbattere la testa fino a desiderare la morte. Voglio poi rialzarmi e riprendere la mia vita sentendomi magari più forte. Più matura. Più responsabile e con meno paure.


Mat mi ha lasciata sola. Alla fine ha deciso di ascoltare le mie suppliche e se n'è andato.


Dovrei sentirmi sollevata, libera di piangere, di sfogarmi, di bere e di affogare...

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