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Il chiasso al piano di sotto risuona in tutta la casa.


Tutti si sono radunati intorno al tavolo per cenare e per ricevere Sophie che arrivava insieme al suo ragazzo.


Mi passo le mani nei capelli ravvivandoli un po'. Guardo i miei shorts di jeans e la canottiera aderente domandandomi se ho fatto la scelta giusta.


Butto fuori l'aria dai polmoni, scendo le scale e vado a sedermi accanto a Jonathan. Sento che ho bisogno del suo sostegno.


Sophie entra in salotto indossando un vestito estivo e svasato che arriva sopra al ginocchio. Sopra di esso c'è qualche fiorellino ricamato. Il rosa chiaro le dona molto.


I suoi sono capelli tirati indietro da una forcina lasciando ricadere le lunghezze sulle spalle.


Sophie è perfetta come sempre.


Sono seduta e quindi non posso vedere che tipo di scarpe indossa, ma posso immaginare che siano alte e abbinate al vestito.


«È un vizio di famiglia indossare le scarpe con il nome da bodyguard?» trasalisco sul mio posto. Non ho sentito arrivare Matt mentre prendeva posto accanto a me.


Mi scappa una piccola risata. «È un vizio di famiglia» rispondo guardando mia madre mentre sfoggia le sue belle scarpe col tacco, rigorosamente nere.


Mat sposta lo sguardo su Sophie e su mia madre che nel frattempo prendono posto al tavolo.


Ma non doveva avere un fidanzato? Si sarà stufato della perfezione! Io lo sapevo che la perfezione è noiosa ed è destinata a morire presto.


«Non è così perfetta come dicevi. Però sì, è più elegante di te» Mat mi guarda e sorride.


Vai al diavolo!


Io sono molto elegante quando voglio.


Probabilmente quello che è successo tra di noi poco fa lo ha già lasciato alle spalle.


Dopotutto si è comportato come sempre. Ha fatto finta di nulla esattamente come quando mi ha baciata mentre ero ubriaca.


Vai al diavolo Mat!


Sophie lascia la borsa accanto a lei e mamma prende posto lasciando tra di loro una sedia libera.


Allora il fidanzato c'è.


Parlano e discutono.


Sophie fa discorsi sofisticati, da grande persona studiata e ben educata. Mentre io mi estraneo con la mente.


Penso ai miei vestiti e a quanto sono diversa e sbagliata per queste persone. Penso alla Francia, e all'opportunità che ho perso per stare qui a deprimermi come un'adolescente per ogni parola che mi viene detta.


Jonathan stringe la mia mano nella sua accorgendosi che sono totalmente assente. Riesce così a risvegliarmi riportandomi alla realtà. Gli sorrido e mi impongo di ascoltare tutte le parole di lode rivolte a mia sorella.


Tutto nella norma!


«Inutile parlare di avvocati e medici in questa famiglia, quando avete una brava stilista» Mat prende parola con un tono di voce scherzoso. E la sua mano, non so come e quando, ma stringe la mia coscia nuda.


All'improvviso sento caldo e ho bisogno d'aria.


Mi riempio il bicchiere di champagne e lo bevo tutto. «Vai piano, Barbie» sussurra al mio orecchio mascherando il labiale con un bel sorriso.


«Certo, ma vuoi far un confronto tra avvocato e stilista?» interviene mia madre con sguardo vincitore e fiero.


Già vede Sophie come un'avvocatessa di successo.

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