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Quando arriviamo a destinazione, vedo che hanno scelto di svolgere l'evento nel centro della città e in una sala che si trova all'interno di un museo.


Seguo la mamma mentre entriamo nell'edificio e vedo dei camerieri che portano stuzzichini e champagne.


Prendo un flûte e inizio a sorseggiare il contenuto mentre la mamma mi spiega come funzionano questi eventi.


Sopra a un palco c'è una ragazza di "classe", la definirebbero così sia Sophie che mia madre, che presenta gli oggetti messi all'asta.


A destra e sedute sulle loro sedie ci sono delle persone intente a comprare, mentre io e mia mamma stiamo in disparte. Assieme a noi si uniscono a guardare anche diverse persone ricche.


Se mia madre non è venuta a comprare, cosa ci fa qui?


«Eleonora, che piacere» dice un signore di circa quarant'anni. I suoi capelli brizzolati incorniciano il viso visibilmente segnato da alcune rughe. Il suo completo elegante gli dà un'aria affascinante e seducente. Purtroppo la sua faccia dice di non fidarsi di lui, di mantenere un certo distacco perché solo così avrai una serata tranauilla.


«Vittorio, caro» risponde lei baciandolo sulle guance.


Caro?


Vittorio, caro. Scimmiotto la sua mimica e la sua voce rendendo partecipe solo i miei pensieri.


Mat, se saluti così qualche tua amica, ti castro sul serio.


«Lei è mia figlia Lauren» mia madre mi presenta e io gli stringo la mano mostrandogli un falso sorriso.


Questo signore non mi piace, punto.


«Hai una figlia bellissima, è adorabile» l'uomo si rivolge a mia madre.


Stringe ancora la mia mano nella sua e mi osserva.


È adorabile, scimmiotto sempre nella mia testa.


Mamma lo guarda di traverso e gli sorride in modo falso.


Grande mamma, possiamo andare d'accordo.


Dopo qualche stretta di mano a coppie e a single quarantenni intenti a farci i complimenti, mamma mi prende sotto braccio e mi porta in una zona più appartata per poterci godere meglio l'asta.


«Come stai, Lauren?»


Sto per rispondere in modo sarcastico. Non perché lo voglio fare, ma semplicemente perché ce l'ho nel sangue ormai. Appena vedo mia madre, mi si accendono tutti i neuroni per scovare le migliori risposte della storia.


«Chiedo seriamente.»


«Bene. Faccio la bella vita, mamma» le rispondo soltanto. Beh, mordersi la lingua, a volte, fa bene.


Mi chiede del lavoro e di cosa mi occupo.


Le rispondo sempre in modo educato. Si sta sforzando a far funzionare le cose, quindi, cerco di mettercela tutta anche io.


Chissà, magari in futuro, potrò avere una bella relazione madre-figlia. Potrò raccontare di essere andata a trovare i miei genitori e di essermi divertita. Potrò raccontare le battute fatte insieme alla mamma o dei consigli che mi ha dato per vivere una vita migliore. Potrò dire di come mi consola dopo una giornata di merda o dopo una litigata col fidanzato.


«E con quel ragazzo come vanno le cose?»


Si sta riferendo a Mat. Non ho ancora capito se le va bene o meno. Non cerco la sua approvazione, ma mi farebbe piacere sapere se anche lei, come papà, approva il ragazzo che ho scelto di avere accanto.

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