Un orribile partita

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Nathan

Smarcai due giocatori avversari,
mi avvicinai alla porta velocemente e alzai il piede pronto a tirare quando mi venne in mente lei,
la palla colpii il palo e i tifosi imprecarono.
Mi portai una mano sul viso sotto shock,
non facevo mai un errore del genere cazzo!
Non mi era mai successo in cinque anni diavolo!
Tutto questo perché pensavo a lei.
Vidi un calciatore della squadra avversaria venirmi incontro,
mi diede una spallata cosi forte
che mi fece quasi cadere,
e i miei pensieri erano sempre fissi su di lei,
stavo andando male,
non andava per niente bene,
non facevo mai questi errori in campo!
Non potevo permettermi più un  errore del genere!
Scossi la testa e provai a togliermi l'immagine di lei dalla mente e
senza pensarci due volte spinsi ferocemente l'avversario che cadde a terra.
L'arbitro si avvicinò a me,
si portò la mano sulla schiena e
estrasse il cartoncino rosso: Espulsione.
Chiusi gli occhi deluso, non mi era mai successo in tutta la mia vita,
colpa sua come sempre, colpa di quella ragazzina che mi stava fottendo il cervello.
Il pubblico era arrabbiato e inferocito contro l'arbitro che per una fottuta spinta mi aveva espulso,
ero deluso da me stesso,
dal mio comportamento e
senza degnare di uno sguardo qualcuno uscii velocemente dal campo ,
scesi come un fulmine le scale che mi avrebbero condotto allo spogliatoio.
Entrai, mi tolsi la maglia e la buttai per terra incazzato.
Mi sedetti sulla panchina e mi portai le mani sul viso,
aspettai di calmarmi qualche minuto,
mi misi velocemente la felpa,
i pantaloncini non gli cambiai neanche,
rimasi così con la felpa in piedi a guardare il vuoto,
tirai su il cappuccio della felpa per nascondere il mio viso distrutto,
mi sedetti per terra,
incrociai le gambe e appoggiai la testa al muro,
non era possibile tutto ciò,
non era possibile che fosse lei!
Diavolo!
Quando me l'aveva detto ero rimasto shockato, non ero pronto per questa rivelazione, non me lo sarei mai aspettato,
sono stato un coglione,
il nome, la fissa per i bomboloni,
i suoi occhi, i punti in comune che avevano, non potevano essere coincidenze e io ero stato così cretino da non accorgermene,
mettendomi più nei casini
sotto i panni di Nash.
Non avrei voluto più vederla,
sarei partito oggi stesso per un altro continente.
Non volevo assolutamente più vederla, ne avevo abbastanza.

«Fra stai bene?» mi domandó Kyle guardandomi preoccupato entrando nello spogliatoio.

Abbassai lo sguardo e tirai più su il cappuccio, non volevo farmi vedere in quello stato.

Mi morsi il labbro così forte che sentii il sapore del sangue trai denti.

Scossi la testa appoggiando le braccia sulle gambe.

«Che diavolo ti è preso? È per quella ragazza?»domandó lui sedendosi davanti a me.

Alzai di scatto la testa, come diavolo lo sapeva?

«Come lo sai?» domandai innervosito.

«Non so che è successo con quella ragazza ma ti conosco da anni Nath siamo praticamente fratelli e non ti ho mai visto perdere la testa come per quella foto, quindi ho fatto due più due e  ho dedotto che fosse successo qualcosa con quella ragazza li» disse lui sporgendosi verso la sua borsa tirando fuori una bottiglia d'acqua.

Alzai gli occhi al cielo, odiavo il fatto che lui mi conoscesse così bene, odiavo che mi potesse leggere dentro come aveva fatto e come faceva sempre,
mettendomi sempre in difficoltà.

«Sei diventato un genio.....» borbottai scocciato e ironico.

Lui ridacchio e scosse la testa.

Stupid famous best friend Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora