Partita (prima parte)

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Lels

Mi strinsi di più il mio berretto, con una scritta in gigante con il nome della squadra , non ero una tifosa, per niente, ma Ross mi aveva obbligata a comprare qualcosa che rappresentasse la squadra, mi ero presa il mio povero berretto solo sotto pressione, mentre lei si era presa la maglia con scritto Kyle dietro, un berretto e una sciarpa. Scossi trenta mila volte la testa. Era un caso perso.

Mi sedetti sugli spalti,mi guardai attorno, era veramente enorme lo stadio. Sbadigliai mezza addormentata ancora.

Guardai l'orologio sul polso, quando iniziava questa partita del cavolo?

Sentii un botto e sobbalzai presa di sorpresa, il telecronista inizió a parlare, invitandoci a riscaldare il campo con il nostro tifo per le squadre.

Il tabellone davanti a noi si accese,facendo
comparire il numero delle maglie dei giocatori seguite dagli urli dei tifosi che urlavano il loro nome e cognome, più guardavo quel tabellone più mi rendevo conto che non ne conoscevo nemmeno uno.

Ed ecco il momento, il suo momento,il numero dieci comparve sul tabellone, con il tifosi che urlavano con tutta la loro energia 'Nathan Blake' senza sosta, con la sua foto in piedi a braccia conserte che ghignava, pure su un tabellone trasmetteva tutta la sua arroganza.

Vedi Ross guardarmi con la coda dell'occhio.

«Smettila di guardami» sbottai irritata.

«A te interessa ancora Nathan» sbottó lei facendomi girare di scatto verso di lei.

«Che diamine dici Ross? Non è vero» sbottai nervosa.

Cosa le passava per la testa? Non era così!!
Cavolo che nervoso.

Sentii il fischio d'inizio,
e mi resi conto che la partita fosse iniziata senza che mi accorgessi neanche dell'ingresso dei calciatori.

I miei occhi scattarono sul numero dieci, che si stava guardando intorno, come se stesse pensavo ad una strategia, ad una tecnica , era così concentrato a pensare che la fronte gli si era corrucciata e gli occhi si erano rimpiccioliti, quel l'espressione mi fece sorride,
aveva la stessa espressioni buffa di anni prima, quando non giocava in uno stadio così grande ma in un semplice campetto di zona,
dove anche quando le partite non contavano nulla lui si impegnava al cento per cento.

«Non vedo Kyle» disse Ross, facendomi perdere di vista Nathan.

Scossi la testa, dovevo rimanere con la mente e il cuore nel presente non andare continuamente in ricerca di qualcosa già passata.

Mi guardai intorno. Neanche io lo vedevo.

«Neanche io lo vedo» affermai corrucciando la fronte confusa.

Kyle non era titolare fisso? In teoria non sarebbe dovuto essere in campo? Non capivo per niente cosa stesse succedendo.

Mentre pensavo ad una risposta a quel dilemma, vidi le persone accanto a me alzarsi di colpo e urlare, portai il mio sguardo nella direzione dove loro stavano guardando , vidi Nathan con la palla trai piedi correre veloce, così veloce da perderlo di vista, smarcando tutti gli avversari, ritrovandosi così davanti alla porta da solo con il portiere, preparó il piede dentro e tiró facendo goal.

Sentii i tifosi in visibilio, urlavano, si toglievano le maglie, fischiavano.

Sorrisi vedendo Nathan buttarsi sui suoi compagni di squadra felice.

È sempre stato così, il calcio era la sua vita.

Nathan

Entrai in campo accolto dalle urla dei tifosi che urlavano il mio nome, alzai il braccio in segno di ringraziamento, sentendoli più eccitati che mai.

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