Perche sei qui Nathan?

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Lo guardai,
guardai ogni millimetro della sua pelle,
guardai quel neo cosi carino che aveva sul collo,
guardai i suoi capelli biondi come l'oro, guardai le sue iride verdi come smeraldo osservarmi incavolate e le sue labbra carnose piegate in una linea sottile.

Quanto mi era mancato tutto questo, vederlo così vicino a me, mi sembrava come se nulla fosse cambiato.

Scossi la testa per riprendermi,
cosa ci faceva qui? Cosa voleva da me? E poi come osava presentarsi a casa mia dopo tutti questi anni?

«Nathan cosa vuoi?» domandai fredda fissando i miei occhi sui suoi.

Lui restó immobile,mi fissó e poi sospiró .

«È così che mi tratti dopo tutto questo tempo che abbiamo passato senza vederci?» domandó con nonchalance  buttandosi sul mio divano.

«Perché sei qui?» ridomandai senza muovermi.

Sinceramente mi stava facendo arrabbiare.

Lui abbasso lo sguardo pensieroso.
«Sinceramente non lo so» rispose quasi in un sussurro.

Mi mordicchiai il labbro nervosa.
Non mi sembrava vero tutto ciò.

«Nathan...» sussurrai

Lui alzó lo sguardo e stiró le labbra provando a farmi un sorriso ma l'unica cosa che gli uscii fu una smorfia.

«Perché diavolo sei qui? Non ci vediamo da anni, devo ricordartelo io che mi hai cancellato dalla tua vita?» sbottai spalancando le braccia furiosa.

Questo atteggiamento non lo tolleravo!
Non ero una bambola avevo dei sentimenti e lui non poteva scomparire e ricomparire come se nulla fosse, il mio cuore non avrebbe retto così...

La sua espressione cambió in un secondo, sembró confuso ma forse fu solo una mia impressione.

Si alzó e si mise davanti a me.

«Che diavolo dici? Sei tu che hai smesso di scrivermi, dopo neanche un anno TU ti eri già dimenticata di me.» disse lui glacialmente facendomi soffermare a  quel tu urlato un po' di più delle altre parole

Rimasi in silenzio con le labbra serrate .
Cosa voleva dire con tutto ciò?
Gli avevo scritto ogni singolo secondo, ogni singolo minuto della mia vita.

«Ti ho scritto sempre, ogni secondo, ogni minuto e ti ho pensato sempre .» confessai a bassa voce guardando ogni singolo dettaglio del suo volto.

«Cosa? Non ti credo» disse lui prendendo la giacca appoggiata sul divano e mettendosela.

Stava per andarsene, l'avevo capito,
ma questa volta non l'avrei accettato.

Appoggiai una mano sul suo petto per fermarlo e appena sentii il contatto con il suo corpo rabbrividii, mi era mancato un sacco.

Lui si congeló come una statua di marmo a quel contatto e mi guardò con uno sguardo indecifrabile.

Tirai fuori il telefono dalla tasca e gli feci vedere le chat,
erano passati anni era vero,
ma non ero mai riuscita a cancellare le nostre conversazioni.. era più forte di me... non ce l'avrei mai fatta..

Lui osservò il mio telefono per qualche secondo poi lo prese e inizió a scorrere nella chat,
più scorreva più le sue espressioni cambiavano,
arricciò il labbro e poi se lo morse.
Senza finire di leggere spense il mio telefono e me lo diede.

«Non è il mio numero quello» disse poi con la mascella contratta.
Sembrava innervosito da qualcosa ma non sapevo.

Aggrottai la fronte confusa,
come non era il suo numero?
É sempre stato il suo numero...

Stupid famous best friend Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora