capitolo 33

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《Klaus, sei sicuro di ciò che hai detto?》 Dissi evidentemente turbata

Non voglio che Klaus vada incontro alla morte o cose del genere, devo provare ad essere tranquilla, ma è difficile .
Non voglio assistere ad un altro funerale o sprecare altre lacrime, non è bello vedere la persona che più ami morire.

Mi sono bastati tutti i funerali a cui ho partecipato,non ne posso più.
Lacrime, tristezza, malumore, anima persa, anima che vuole essere presa da un maniaco, anima spezzata.

Non riesco più a sopportarlo.

Spero soltanto che Nik non abbia fatto qualche cazzata come è suo solito.
Non mi va che lui si faccia male, a chi scroccherei le maglie?
Apparte gli scherzi.

L'importante è che claire e spencer siano a sicuro. E io le terrò al sicuro pur di dover uccidere qualcuno, pur di dover uccidere me stessa o dover sacrificarmi.

Non mi farò problemi.

《Si Addison, sono sicuro di ciò che ho fatto. Ti ho detto per caso di preoccuparti? No. Quindi stai nel tuo posto e levati》 mi disse provando a sorpassarmi.

Ma io non lo feci andare avanti, e misi una mano sul suo petto avvolto dalla stofa morbida della sua maglia blu.

Lo guardai con miei occhi provando a scavarli nell'anima e capire cosa stesse succedendo.

Continuai a fissarlo e a lui scoppiò a ridere.
Cos'ha da ridere?

《Cos'hai da ridere scusa?》 Chiesi agrottando le soppraciglia

《Sei carina quando ti preoccupi per me》 disse spostandomi una mano sul fianco

Mi si mozzò il fiato, appena sentì il contatto delle sue mani con la mia aprte più sensibile.
Lui lo sa bene che cosa provo quando mi tocca un fianco.

Mannaggia è l'unico che mi sa toccare veramente.

Continuai a spostare lo sgaurdo fai suoi occhi alla sua mano pogiata delicatamente sul mio fianco che mi sta facendo andare letteralmente in ebolizione.

Il calore dal fianco si espare in tutto il corpo.

Con tutto il controllo del mondo che poi da dove lo tirato fuori non lo so..
Misi la mano sulla sua guancia e fui solleticata dal suo accento leggerissimo di barba.

Vi starete chiedendo il perché io non sono già adosso a lui per slacciarli la cintura ma a questo ci arriviamo dopo.

《Klaus ti prego》 dissi con occhi che se solo sapessero parlare penso che a quest'ora starei ore ferma a raccontare capitoli della mia vita che nemmeno io non ho mai finito di leggere e che forse rimarranno sempre da leggere.

La mia vita sarà sempre una ferita aperta, che aspetta che con il tempo guarisca e che si chiuda.

"Dai tempo al tempo" è questo ciò che mi diceva sempre mia mamma quando mi sbucciavo il ginocchio cadendo perché io amavo correre.

Bhe sì, cadere non mi piaceva, ma a quel tempo avevo una certezza così grande da poter costruire il muro di Berlino.

Da bambina avevo la certezza che se anche cadevo mi rialzavo. Sempre.
Avevo una certezza che ora ho perso, che ora purtroppo non è più presente.

Se ne è andata. Se ne è andata anche quella. Come tutto e tutte le cose belle che avevo.

Poi sì è vero, le cose dopo un po sono ritornate, ma sono ritornate o a pezzi o sono ritornate per poi spegnersi.

Le cose alla fine ritornano, ma tornano a pezzi come se un buldozer gli sia passato sopra.







Non ti posso dimenticare -Klaus Mikaelson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora