Capitolo 2

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Arrivata a scuola vado verso l'armadietto per prendere i libri per la lezione. Vado alla JNSCHOOL, a New York. Figo vero? Ne sono consapevole.
Vado in classe dove c'è già il professore di storia. Mi siedo al mio posto, in fondo e mi metto a leggere qualche mente. Niente di nuovo, visto l'età i ragazzi vogliono solo sesso e le ragazze attenzioni, soprattutto la vip di turno, che stranamente non ha un ragazzo.
La ragazza appena mi vede viene verso di me.
< Cosa posso fare per te? > chiedo con tono assolutamente calmo con una punta di menefreghismo.
< Fammici pensare > alza la testa al cielo per pensarci, o meglio fa solo finta di pensarci. < So esattamente che sei molto strana e una psicopatica, cosa più importante so che sei un'assassina >
< Ok va bene, quindi? Cosa vuoi fare di queste notizie? > le chiedo in tono di sfida e con un sorriso furbo.
< Potrei andare a dirlo alla polizia > dice lei
< Se vuoi accomodati >
< Non ti spaventa affatto questa cosa? > mi domanda allibita.
< Perché dovrebbe scusa? >
A quel punto suona la campanella. Jane va a sedersi senza parole.
Quella ragazzina pensa davvero di mettermi i bastoni tra le ruote? Non credo proprio. Non lo permetto. Prima avevo detto che non uccido a scuola, beh dovrò fare una piccola eccezione.
Finita le lezioni esco dalla classe subito dopo Jane. Lei va verso i bagni, che fortuna. Faccio andare via anche il suo seguito, che si è appollaiato dove ci sono gli specchi per truccarsi, grazie alla mente ed entro nel bagno dove ci sono i lavandini. Aspetto che la ragazza esca dall'area cessi.
Appena alza la testa gli viene un colpo al cuore < Che ci fai qui? >
< Oh niete di ché sai, ti aspettavo > con uno schiocco delle dita fermo il tempo. Nessuno ci deve interrompere e nessuno deve sentire le sue urla, se le farà. Jane rimane stupefatta, forse ha notato che il tempo non scorre più perché ha guardato il cellulare, più precisamente l'ora.
< Come hai fatto? > mi chiede spaventata. Ancora un po' e si mette a tremare.
< Magia >
< Cosa vuoi fare? >
< Molto semplice in effetti, vedi voglio ucciderti > faccio un sorriso a trentadue denti.
Lei spalanca gli occhi < Perché? >
< Perché vuoi mettermi i bastoni tra le ruote e io eliminò i problemi alla radice, la radice sei tu in questo caso >
Inizia a piangere < Ti prego ti prego non farlo, farò tutto quello che vuoi, non dirò niente a nessuno. La mia bocca sarà cucita, mi porterò il segreto nella tomba >
< Per te ci sarà solo un fossato temo. So che ti atteggi a diva, ma la verità è che ai tuoi genitori non interessi per niente, quindi non spenderebbero un centesimo per te. Che peccato. Ciao ciao >
Si porta la mano al petto, dove c'è il cuore. La sto facendo morire per arresto cardiaco, so che non è molto credibile come morte naturale, perché è giovane, ma può capitare, e poi i dottori daranno una spiegazione a cui non credono neanche loro ma non sospetteranno di magia, neanche lontanamente. Riescono a credere di più agli alieni che alle streghe o roba simile.
Prima di far ripartire il tempo nascondo il cadavere in un bagno a caso, dove ci sono i WC, e me ne vado.
Schiocco di nuovo le dita e faccio ripartire il tempo.
Arrivo a casa e mi stravacco sul divano e penso. Nel frattempo chiuso gli occhi e mi addormento.
"Vieni"
Mi alzo di soprassalto. Ancora quella voce. Pensavo di averla allontanata da tempo. Era da tanto che non mi diceva più niente e adesso eccola di nuovo. Che noia.
"Vieni"
< No, non vengo puoi levartelo dalla testa, certo se sei vera, perché se sei frutto della mia immaginazione devi stare zitta >
"Vieni"
Ok stai iniziando ad irritarmi. Piantala. Penso intensamente.
"Vieni"
È una mia impressione o mi sembra un po' infastidita ora? Sembra impaziente. Va beh non ho tempo di preoccuparmi di questo, perché se è reale questa voce vuol dire che c'è qualcun'altro come me, ma chi?
Mistero del giorno

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