Capitolo 28

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< Che cos'è questo? > chiedo a Peter facendogli vedere la scatola trovata nella grotta pretendendo una risposta.
< Diciamo che è il vaso di Pandora > mi risponde secco.
< Chi c'è dentro? > continuo io. So che c'è qualcuno, lo sento.
< Mio figlio, Tremotino >
Rimango allibita. Da quando ha un figlio? Mi sono persa qualcosa. Una cosa molto ma molto importante. Ho un nipote. Sono una zia. Mi fa sentire vecchia.
< Con chi l'hai fatto? > gli domando un po' scossa.
< Con la fata nera > mi risponde di getto.
< Ah, non so chi sia > non mi interessa più di tanto in realtà.
< Ci credo, non hai mai letto fiabe >
< Di certo non inizierò ora >
< Lo spero vivamente >
< Bene >
< Perfetto >
< Strabiliante >
< Ottimo >
< Smettila Peter > alzo il piede e lo sbatto a terra. Mi impunto. Con questo gesto senza volerlo scateno una scossa sotto di noi.
Il ragazzo davanti a me sorride.
< Fallo uscire > dico a mio fratello porgendogli la scatola.
Peter mi guarda con un'espressione che lascia intendere un punto di domanda grosso come una casa. Non se lo aspettava.
< Che c'è? > chiedo.
< Niente niente > non è vero ha qualcosa, probabilmente non è solo sorpreso dalla mia richiesta, ma c'è di più. Magari vuole davvero bene a suo figlio e liberarlo vorrebbe dire affrontare tutto quello che ha fatto nei suoi confronti di brutto? Sarebbe strano da parte sua. Poteva non abbandonarlo faceva prima, sbaglio?
< Come fai a sapere che l'ho abbandonato? > mi domanda Peter scuotendomi dal flusso dei miei pensieri.
< Era facile da intuire in effetti, ho visto molti genitori che hanno abbandonato i propri figli per vari motivi, hanno tutti lo stesso comportamento quando si parla di essi, sono malinconici e pensano a cose del tipo "Come sarebbe stato se lo avessi tenuto? Se non lo avessi abbandonato?". E dopo un po' siete anche patetici > affermo come se stessi esponendo la tesi alla maturità.
Peter prende il vaso di Pandora e con un gesto della mano sopra di essa la apre. Dalla scatola esce un fumo rosso che viene sostituito subito da una figura umana: Tremotino.
Mi avvicino al mio carissimo nipote:< Ciao, sono tua zia, da parte di tuo padre ovviamente, cos'hai fatto per farti rinchiudere? >
Lui mi osserva stupito, penso abbia perso un po' l'orientamento, è decisamente spaesato:< Mia zia? >
< Oh sì, mi chiamo Olivia, tu non hai avuto il dono dell'immortalità dalla nascita vero? Te lo sei preso diventando il Signore Oscuro. Non lasciarti impressionare, sono una telepate eccezionale. Aspetta aspetta, hai anche un figlio e una moglie. Oh che cosa romantica. Peccato che sia morto ora > sorrido come un'ebete.
< Esatto, sei abile con la magia. Come mio padre. È una qualità di famiglia allora >
< Proprio così, è invidiabile come capacità >
< Ok la riunione di famiglia è finita, può bastare > interviene Peter.
< Cos'ha fatto di così grave da essere rinchiuso scusa? > domando io a mio fratello.
< Semplice ha cercato di uccidermi > ha gli occhi di fuoco.
Sento che qualcosa sta cambiando in me. Mi sto arrabbiando e le mie ossa si stanno spezzando tutte per essere sostituite da ossa da lupo. La mia pelle si ricopre di pelo grigio scuro, gli occhi diventano gialli e il mio viso di trasforma del tutto. Sono diventata un lupo.
Guardando Tremotino desidero solo di attaccarlo e lo faccio intendere perfettamente, perché continuo a ringhiargli contro. Lui alza la mani all'altezza del petto per cercare di calmarmi ma senza successo. Io sono pronta ad attaccare. Gli sto per saltare addosso, ma il mio caro nipotino viene risucchiato di nuovo dal fumo rosso della scatola. Che noia, proprio mentre mi stavo divertendo.
< Non puoi ammazzarlo > mi rimprovera Peter.

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