Capitolo 5

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Passa un'eternità prima di sentire la terra sotto i piedi, o meglio sotto la schiena dato che mi ha praticamente buttata sul prato mentre era ancora in volo. Grazie neh. Mi sarò spaccata solo qualche osso ma niente di ché. Ahia che male. Questa me la paga, lo giuro.
< Non giurare ciò che non puoi fare > dice una voce.
Mi giro per guardare chi sta parlando ma non vedo nessuno.
< Chi sei? > chiedo.
< Sei frettolosa vedo >
< Sono anche estremamente impaziente, o vieni fuori o ti faccio uscire allo scoperto io >
< Mi piaci già > dice la voce. < Non riconosci la mia voce? >
< Dovrei? >
< Direi di sì dato che ti ho parlato, più o meno >
Rimango pietrificata. Ma certo è lui il proprietario della voce che mi diceva "vieni".
< Parti in vantaggio, tu mi conosci, ma io no >
< In realtà mi conosci, il problema è che non lo ricordi > sento la sua voce spostatsi tra la vegetazione.
< Io ricordo sempre tutto > mentre gli parlo cerco di leggergli la mente.
< Non sprecare energia, sono più forte di te, non puoi fare qualcosa se non voglio che accada > ha un tono autoritario.
Poco egocentrico sto tizio.
< Allora vieni fuori o no? >
< Sono esattamente dietro di te >
Mi volto e me lo ritrovo faccia a faccia. Se voleva spaventarmi c'è riuscito, ma non lo do a vedere.
< Vedo che hai tutti i tuoi sentimenti > dice il ragazzo.
Lo guardo meglio. Ha gli occhi verdi e i capelli biondi come i miei. È più o meno uguale a me. Non riesco a dire niente.
< Dov'è Luke? >
< Chi? > domando io.
< Il ragazzo che è venuto da te l'altra sera >
Ah quello. Chiamalo ragazzo. Era un bambino.
< Capelli castani e occhi azzurri? >
< Esatto >
< Oh beh sai > inizio a passeggiare intorno al ragazzo. < l'ho ammazzato >
< Tu hai fatto cosa? > chiede a denti stretti.
< Mi stava irritando. Non ha sofferto, anzi me lo ha chiesto lui praticamente > cerco di non guardarlo negli occhi.
< Ah capisco >
Guardo le sue mani. Sono strette in pugni. Secondo me si sta indisponendo un po'. Sì ho ragione perché ha il respiro un tantino irregolare.
< Senti vai a farti una passeggiata, dopo ti verrò a cercare > Mi dice questo e poi sparisce.
Eh certo, sono appena arrivata e già mi abbandona. Non si tratta così un ospite.
Inizio a camminare e mi guardo intorno. Non c'è niente se non vegetazione. Mi sembra di girare intondo, è tutto uguale che strazio, ma quanto ci mette quello a calmarsi esattamente?
< Se sei fortunata ci metto un giorno, ma per te mi è già passato. Forza vieni con me > eccolo di nuovo qui. Il ragazzo misterioso.
< Tu sei pazzo se pensi che io vengo con te. Devi dirmi chi sei e che ci faccio qui > dico io guardandolo negli occhi.
< Che effetto fa avere paura ed essere arrabbiata insieme? > ma che razza di domanda mi fa?
< Stranamente mi piace, anche se non l'ho mai provata >
< Questo non è vero, tu l'hai provata ma non te lo ricordi > la sua voce è più dolce.
< Dimmi Il Tuo Nome > scandisco bene le parole.
< Peter, Peter Pan, hai presente quello delle fiabe? >
< No spiacente, non leggo favole, non mi piacciono, sono stupidaggini >
< Sei sempre la stessa Olivia >
< Come sai chi sono? >
< Io so tutto > lo dice con il classico tono odioso che provoca.
< Allora saprai che io non mi muovo da qua > incrocio le braccia e mi impunto.
< Ne sei convinta? >
Annuisco convinta e con l'espressione da bambina infantile.
Mi prende in braccio e inizia a volare.
< Ma usare i piedi no è? > chiedo senza guardare giù.
< Non dirmi che hai paura? > dice lui ridendo.
< Io, nooo > rispondo un po' insicura.
< Perfetto >
Mi lascia e io inizio a cadere da non so quanti metri. Non riesco nemmeno ad urlare. La voce mi si è bloccata in gola. Che cosa orribile.

Peter PanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora