Capitolo 3

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Per pensare a questa stupida voce che sento nella mia testa, che tra l'altro sembra non avere un lessico molto arricchito dato che dice sempre la stessa parola, sembra un disco rotto, vado a fare una passeggiata, ovviamente non in città, ma nel bosco.
Penso che la voce sia reale, perché se fosse solo uno scherzo della mia mente non direbbe sempre la stessa parola, ma varierebbe, troverebbe dei sinonimi.
Il problema è che non so di chi è e nemmeno da dove arriva. L'unica cosa certa è che è di un maschio. Wow bel punto di partenza direte voi, ma è sempre un inizio.
Senza neanche accorgermi ho fatto tutto il giro del bosco e ora sono quasi a casa, anzi dietro casa, c'è solo il ruscello che mi separa dalla mia abitazione. Prendo la rincorsa e faccio un salto di qualche metro. Una cosa da niete. Sono molto atletica e poi non mi andava di bagnarmi.
Entro in casa e appena ci metto piede sento una presenza.
< Chi c'è? > chiedo
Nessuna risposta.
< Se vieni fuori ti prometto che farò finta di niente >
Detto ciò spunta fuori un ragazzino. Non ci credo, di nuovo un bambino.
< Senti piccolino so che questa casa sembra abbandonata, ma non lo è, ok? Se sei scappato dai tuoi genitori ti consiglio di fare campeggio da un'altra parte, intesi? >
Il bambino si fa più avanti. Si avvicina a me.
< Stammi lontano se non vuoi che ti spacchi il cranio > dico sulla difensiva.
Non so perché ma ha qualcosa di famigliare e questo lo ammetto mi fa, come si dice, ah si...paura.
Aspetta un attimo, io paura? Non è possibile, non provo niente da un sacco di anni, anzi secoli. Com'è possibile.
< Capelli biondo cenere, occhi verdi, fisico allenato, non puoi essere che tu > dice l'intruso.
< Che cosa vuoi? > gli domando indietreggiando.
< Vorrei tanto farti io questo effetto, ma la verità è che questo te lo fa Lui. Ho un messaggio da parte sua: vuole che tu torni, vuole riaverti al suo fianco >
Lui? Lui chi?
< Di chi stai parlando? >
Ha attirato la mia attenzione. Primo perché nessuno qui oserebbe parlare con me con un tono autoritario, secondo perché lo sento io.
< Non sono la persona adatta a dirtelo cara >
Cara? Cara a chi?
< Prova a rivolgerti così a me ancora una volta e ti stacco le corde vocali, chiaro? >
Lui sorride. Che c'è di così divertente, l'ho minacciato.
Mi sta facendo irritare. Non ne posso più.
Faccio apparire nella mia mano un pugnale e glielo punto al cuore.
< Fallo, ho vissuto troppo, mi fai un piacere > mi sussurra lui all'orecchio.
Perfetto, l'ha chiesto lui.
Gli trapasso da parte a parte il petto con la lama.
Bene ora non mi darai più fastidio.
Con un gesto della mano lo faccio diventare cenere.
Cosa avrà voluto dirmi quel bambino? E come ho fatto a provare qualcosa?
Guardo il punto dove prima c'era il cadavere e vedo un ciondolo, ha una pietra viola circondata da una spirale argentata, strano non ha preso fuoco. Di solito non succede, a meno che non è protetto dalla magia, ma deve essere più forte della mia. Ovviamente lo era, lo sento.
Lo prendo e me lo metto al collo, istintivamente. Il bello è che adesso non riesco più a toglierlo. Fantastico. Chissà qual'è il suo scopo.

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