Capitolo 13

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Mi tappo subito la bocca, rimanendo sorpresa. Cos'ho appena detto? Non lo so nemmeno io, mi è uscito così, ma non so perché. Su questa isola mi sta succedendo qualcosa di strano.
Peter si gira e viene verso di me. È molto sorpreso anche lui. Si siede sul mio letto e io sto ferma immobile.
< Cos'hai appena detto Liv? > mi chiede il ragazzo.
Io dico un po' titubante senza guardarlo negli occhi:< Non so da dove mi è uscito, non capisco perché ho detto una cosa del genere >
Rimaniamo in silenzio per qualche secondo e poi realizzo finalmente una cosa:< Ma tu sai perché ho detto una cosa del genere > alzo lo sguardo su di lui. Certo era sorpreso da come gli ho risposto prima, ma non abbastanza da non capirne il motivo. Lui ha tutte le risposte che cerco. Anche la sirena ce le aveva, per questo l'ha fatta ammazzata. Ma perché? Per quale assurddo motivo non mi spiega.
< Come ti ho già detto non otterrai risposte, smettila di provarci > mi dice Peter alzandosi.
< Ok, va bene, non otterrò risposte da te, ma troverò qualcuno disposto a darmele > dico alzandomi a mia volta intenzionata a scoprire la verità.
< Ah si? E da chi? Qui tutti hanno paura di me, di conseguenza non ti daranno risposte se non voglio dartele io > ora ha un tono strafottente.
< Lo sai non ti sopporto quando fai così > gli faccio notare mentre vado vicino a lui. < Io vado comunque alla ricerca di risposte, chi lo sa, magari c'è qualche oggetto inanimato che ha delle risposte, tipo un oracolo o qualcos'altro. Non mi fermerai > lo spero davvero tanto.
< Gli oracoli servono per il futuro non per il passato > dice lui con il tono da saputello.
< Guarda che a volte dicono anche il passato se si sa come usarli signor so tutto io > concludo la mia affermazione con un sorriso stampato in faccia.
< Non ho tempo di pensare a te oggi, devo occuparmi di altre persone >
< Ah davvero? E di chi? > chiedo io curiosa come una bambina.
< Sei molto carina con la camicia da notte bianca > dice lui con un sorriso smagliante.
< Cosa? > guardo ciò che ho addosso e per poco non mi riconosco. Oddio ma cosa mi sono messa addosso? No un momento io non mi sono messa questa cosa come pigiama ma è stato Pan. Che brutta camicia da notte. È bianca, con dei fiorellini cuciti con un filo dello stesso colore e mi arriva alle ginocchia. Fa molto principessina. Lo odio.
< Sei stato tu a mettermelo addosso > dico io in tono accusatorio.
< Preferivi che ti trasportassi in braccio tutta nuda? > chiede Peter < Va bene che tutti dormivano ma mi sembrava comunque indecente >
< Pretendevo i miei vestiti, semplice > affermo un po' arrabbiata.
< Fuori discussione, puzzavano >
< Anche tu non ti levi mai di dosso i tuoi vestiti, che sono sempre gli stessi > noto io.
< Ma io non sudo >
Ecco spiegata ogni cosa. Quindi lui non suda, non ha bisogno di docce, non dorme. Che altro? Non mangia forse.
< Questo è complicato, perché a me piace mangiare, ma sì non ne ho del tutto bisogno >
< Ah perfetto > rimango molto stupita, sono anche confusa e tanto anche.
< Bene ora devo lasciarti devo occuparmi di quella cosa, non ci metterò molto > si volta e va verso l'uscita, ovviamente vola perché bisognerà fare un bel salto per arrivare a terra.
< Fai pure con comodo > dico con tono da innocentina.
Lui si fa scappare una risatina. < Tanto per la cronaca Liv, non puoi uscire da qui > spalanco gli occhi.
< Cos'hai fatto? > mi precipitò all'uscita ma c'è una barriera invisibile che mi blocca in quella stanza.
< Incantesimo di limitazione. Ci vediamo più tardi > si volta e sparisce. Fantastico, non riesco nemmeno a vedere sotto cosa c'è. Non mi posso affacciare. Che fregatura. Sono rinchiusa ora, non posso far altro che aspettare.

Peter PanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora