Apro gli occhi. Vedo il cielo, ma è confuso perché ci sono anche delle liane che bloccano la visuale, un po' come la siepe di Leopardi. Spazio alla fantasia allora. No ok, la smetto. Si qualcosa la so anch'io.
Mi metto seduta e finalmente capisco dove sono: in una gabbia, ma siamo seri. Mi hanno rinchiusa. Non ci credo.
< Si è svegliata > sento una voce maschile, ma mi sembra così lontana e mi sento molto ma molto stordita. È già tanto se sono riuscita a capire quello che ha detto.
< Sai che sei un'irresponsabile? >
Ci mancava solo la paternale da Peter.
< Lo sai che non mi piace essere rinchiusa? > dico io cercando di liberarmi. Sto cercando di spezzare questi ramoscelli che sono troppo forti per essere definiti tali.
< Voglio che quando ti parlo mi guardi negli occhi > ha il tono serio.
< La vedo dura dato che tra noi c'è una gabbia > Non ci vuole un genio per capirlo.
< Tu sei lì dentro perché così non ti prendo a calci per quello che hai fatto >
< E cos'ho fatto esattamente, sentiamo >
< Ti sei graffiata con il Rubus Noctis > mi dice con tono rimproveratorio.
Io non capisco di cosa parla < Quindi? >
Lui si mette le mani sulla faccia < Possibile che non sai cos'è? È una pianta piena di spine che contengono un veleno mortale. Se vieni graffiato da esso muori >
< Beh però visto che io sono immortale sono ancora viva no? Su forza fammi uscire > dico io in tono apparentemente gentile per sdrammatizzare la situazione. Possibile che una persona che mi ha appena conosciuta sia così iperprotettiva e rompi palle allo stesso tempo. È bipolare questo ragazzo.
< Tu non esci da qui finché non capisci quello che hai appena fatto > Ehi ma come si permette.
< Non sono una bambina. Vuoi sapere cos'ho fatto? Sono andata in giro per conto mio perché te ne sei andato, quindi è colpa tua, potevi non abbandonarmi lì da sola, dato che non mi so orientare, mi sembra solo un gigantesco labirinto. Se mi conoscessi davvero sapresti che ho un senso dell'orientamento peggiore di un bambino di cinque anni > gli urlo contro mentre mi avvicino alla sua faccia che è a un centimetro dalla gabbia.
< Guarda che lo sapevo, per questo ti ho lasciata lì, perché pensavo che non saresti andata molto lontana, ma a quanto pare mi sbagliavo >
< Wow hai ammesso che avevi torto, bisogna proprio segnarsela questa >
Non so bene per quale motivo ma so esattamente che Peter Pan non sbaglia quasi mai a se lo fa non lo ammette neanche sotto tortura. Quindi è molto strano che lo ha ammesso. Per questo lo stuzzico un po', e poi è divertente.
< Meglio se stai zitta ragazzina >
Un ragazzo biondo con una cicatrice sul volto che parte da in mezzo agli occhi e termina sulla guancia destra si avvicina alla gabbia, però non troppo, sembra che deve tenere le distanze di sicurezza.
< Scusa stai parlando con me? > mi rivolgo al biondino. < Perché se stai parlando con me potresti perdere un braccio sai > dico sorridendo.
< Ah si? Ed esattamente come faresti a farlo da lì dentro? Perché se non lo sai sei senza magia qui, dato che Lui non lo permette > si riferisce a Peter.
< Sai tesoro, non sono solo brava con la magia, ma anche con i calci, i pugni e soprattutto con le armi >
Detto questo tiro un calcio molto forte alla parte inferiore della gabbia e ne esco.
Tutti mi guardano stupefatti, tranne Peter.
< Davvero siete così cretini da non aver notato che mentre parlavamo stavo tagliando l'albero con questo? > faccio vedere il coltello.
< Sempre portare con sé un coltello, non so chi me lo ha insegnato ma lo faccio da sempre > dico mettendo l'arma nello stivale.
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Peter Pan
FantasyAvete presente Peter Pan? Il ragazzo che "salva" i bambini dal diventare grandi? Il presunto angelo che porta le persone sull'isola che non c'è per sfuggire al mondo reale? Il ragazzo che si prende cura dei suoi compagni e con cui ci gioca in contin...