Mi avvicino al ragazzo che si era rivolto male a me. Lui ora sembra un po' titubante, ma non si muove nemmeno di un centimetro. Sono abbituata a far terrorizzare le persone, vedere che hanno paura ma non fanno niente mi fa strano. Odio quando le cose non vanno secondo il mio volere o le mie aspettative.
< Perché non ti alleni Liv > Mi dice Peter.
< Liv? Carino mi piace >
Questo soprannome non mi è nuovo, in questo momento mi sta rimbombando nella testa, ma proprio non riesco a ricordare.
< A me va di fare una sfida > alzo lo sguardo e quello che ha parlato è il biondo.
< Vuoi sfidarmi? > inizio a ridere come una pazza < Quanto sei carino. Va bene ci sto. Come ti chiami piccolo? >
< Felix > dice lui fiero.
< Bene Felix, alla fine di questa sfida, che durerà vediamo cinque secondi se vogliamo sbilanciarci, non avrai più un braccio > Mi lecco le labbra. Sento già il sapore del sangue.
< Non sarei così sicura di vincere al posto tuo > il ragazzo ha fegato, glielo concedo.
Tiro fuori il pugnale dallo stivale e Felix prende una freccia e la tende sull'arco. Punta l'arma sul mio cuore. Penso che sappia che non può uccidermi del tutto, ma gli umani sono fatto così, continuano a provarci.
Il ragazzo ora è esttamente davanti ad un tronco, perfetto, non attendevo altro.
Prendo la mira e lancio il coltello esattamente sopra la sua testa. Lui, come immaginavo, guarda la traiettoria del coltello, che va a conficcarsi nella corteccia. Mentre è distratto lo raggiungo, gli avvolgo il collo con la mia mano e lo sbatto contro l'albero. L'ho anche disarmato.
< Ti ho mancato di proposito ragazzino > gli sussurro all'orecchio.
Sento un'arma che è stata lanciata da qualcuno e la prendo al volo. Naturalmente afferro il coltello dalla parte della lama, accidenti mi sono graffiata.
< I tuoi amici non sono abbituati a vederti perdere, vero? Che peccato >
Uno dei compagni di Felix si avvicina a me per attaccarmi, ma io gli tiro un calcio sullo stomaco. Poi vengo circondata dagli altri. Prendo il pugnale che ho in mano dalla parte del manico e lo conficco nella spalla di Felix per tenerlo fermo e appiccicato al tronco. Mi volto e inizio a combattere con gli altri. Cercano di immobilizzato ma io lo precedo facendo volteggi in aria e atterrando sulle loro schiene, così li stordisco.
Dopo un po' sento Peter che dice: < Direi che può bastare >
< Perché? Iniziavo a divertirmi > dico un po' delusa < Hai paura che i tuoi giocattoli si rompano l'osso del collo, accidentalmente ovviamente >
< Oh no, sai erano molti di più prima, ma ne ho uccisi alcuni perché erano deboli e noi non perdiamo tempo con i perdenti >
< Allora non sei l'angioletto che tutti credono neh? > dico io con un sorrisetto.
< Avevi detto che non sapevi della mia favola > Mi guarda con uno sguardo indagatore.
< Leggo le menti anche di bambini e vedo i film mentali che si fanno sulle favole >
< A ecco >
< Allora perché mi hai fermata dal finire il lavoretto qui? > chiedo impaziente.
< Calma tigre. Ti ho fermata per due motivi: uno perché li avresti fatti tutti fuori e non voglio che tu li uccida tutti, due perché voglio che ora tu combatta con me >
Mi avvicino a Peter. È la prima volta che siamo entrambi in piedi e finalmente riesco a capire la sua altezza. Come sospettavo è più alto di me, ma non di tanto, saranno cinque centimetri in più. Alzo lo sguardo per guardarlo negli occhi. Sono indagatori, non si lasciano sfuggire niente. Al loro interno c'è qualcosa di strano, vedo oscurità, ma anche dolcezza, non l'avevo mai notata. Non so perché ma ho la vaga sensazione che la dolcezza ce l'abbia solo quando guarda me. Mi sento molto onorata.
< Allora ci stai o ti tiri indietro? > mi chiede il ragazzo davanti a me con un'espressione di sfida e con un sorriso provocatorio.

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Peter Pan
FantasyAvete presente Peter Pan? Il ragazzo che "salva" i bambini dal diventare grandi? Il presunto angelo che porta le persone sull'isola che non c'è per sfuggire al mondo reale? Il ragazzo che si prende cura dei suoi compagni e con cui ci gioca in contin...