Capitolo 1: Passato.

11.8K 330 13
                                    

Amy's POV.

"Amanda, muovi il culo e vieni qui!"-mi ordina Ben.

Benjamin, è un'uomo di trentadue anni, alto e bello con i tipici lineamenti rumeni, maleducato con tutti, ma gentile con me.

Mi considera come una sorellina.

Anche se a volte, dal modo in cui mi parla, non sembra.

"Sto arrivando!"-gli rispondo.

Se i miei genitori fossero qui.. mi mancano, ogni giorno di più e l'affetto di Ben non può essere paragonato al loro.

Sono morti quando io avevo quattro anni.

Sono cresciuta in un orfanotrofio molto povero.

Nel 1896, all'età di sedici anni, fui sbattuta fuori da quella struttura, se così poteva essere definita, perché c'erano altri bambini più piccoli in arrivo.

Rimasta da sola in mezzo ad una strada, fui costretta a trovare riparo dal gelo, in una locanda.

Appena entrai, notai subito il camino acceso.

Mi avvicinai e cercai di riscaldarmi con il calore del fuoco e con quei due stracci che avevo addosso.

"Sei da sola, bambolina?"-mi chiese un uomo muscoloso, dall'alito pesante.

Non risposi.

"Sei sorda?"-mi domandò, ma io non risposi di nuovo.

"Se vuoi rimanere qui, devi consumare qualcosa e pagare!"-mi avvertì.

"Sono povera."-lo informai, tremando dal freddo.

"E allora, fuori!"-mi ordinò duro.

Così mi ritrovai di nuovo in mezzo alla strada, dove poco dopo, mi trovò un uomo sgorbutico e maleducato che con il tempo si addolcì.. ma almeno lui, mi dava da mangiare.. è già qualcosa.

E quello stesso uomo, è quello che mi sta chiamando adesso.

"Amanda!"-mi urla di nuovo.

Siamo nel 1899, e ho da poco compiuto diciannove anni.

"Arrivo!"-gli rispondo.

Lavoro insieme a Ben, l'uomo che non fa altro che chiamarmi, in un maneggio.

Amo i cavalli e da sempre sogno di cavalcarne uno.

Ma non mi è permesso.. guardare ma non toccare e soprattutto, lavorare.

Non mi pagano ma almeno ho un tetto sopra la testa e un po' di pane.

Il mio fisico non è uno dei migliori.

Ho i capelli castano chiari e gli occhi verdi, un fisico esile e minuto, alta un metro e settanta con le forme accentuate.

"Hai finito di sognare ad occhi aperti?"-mi domanda, mentre sella un cavallo.

Mi avvicino ancora di più e lo aiuto.

"Cosa mi rimane altro da fare?"-gli domando.

Lui smette di fare quello che stava facendo e mi osserva.

"Hai ancora me, sorellina."-mi risponde e si avvicina per abbracciarmi.

Ad un tratto, un uomo molto altro e muscoloso, si avvicina a noi.

Ha i capelli di un biondo scuro e gli occhi azzuri.

Non sembra un uomo che ha buone intenzioni.

"Salve, possiamo aiutarla?"-gli domanda Ben.

L'uomo dallo sguardo di ghiaccio si avvicina e mi osserva attentamente.

"Che hai da guardare?"-gli chiedo infastidita.

L'uomo di fronte a me, mi guarda con un ghigno stampato sul volto mentre Ben, mi tappa la bocca.

"Ha la lingua troppo lunga la sua fidanzata."-gli dice l'uomo a Ben.

"Non è la mia fidanzata, signore, e chiedo perdono per il suo comportamento immaturo."-gli risponde, spostando la mano dalla mia bocca.

"Che sia l'ultima volta."-mi avverte l'uomo, mentre mi mangia con gli occhi.

Infastidita, mi allontano da loro due e vado a sedermi sotto un albero poco distante dal maneggio.

Sistemo la mia gonna e inizio a guardare il cielo blu scuro.

Tra un po' inizierà a piovere me lo sento.

Non so come, ma mi addormento.

"Amy!"-mi urla Ben all'orecchio.

"Ma cosa ti urli?"-gli domando con la voce impastata dal sonno.

"È sera! Sai cosa vuol dire?"-mi chiede e io annuisco.

I vampiri.

Creature che per sopravvivere devono beve sangue umano.

Per molti, questa è solo una storia della buona notte che raccontano i nonni ai nipotini per farli addormentare, ma per noi rumeni, non è così.

Noi abbiamo visto con i nostri occhi, di cosa sono capaci.

Ben mi prende per mano e mi porta nella nostra piccola casetta che il proprietario del maneggio ci ha dato.

Casetta.. è una parolona.

E solo una stanza, con un piccolo bagno.. tutto collegato al maneggio.. in pratica, uno sgabuzzino.

"Hai fame?"-mi domanda e io annuisco.

Mi porge due fette di pane ma, mentre io mangio lui mi guarda.

"Tu non mangi?"-gli domando, smettendo di mangiare.

"Non ho fame, tu ne hai più bisogno.. sei troppo magra."-mi risponde.

Gli passo una fetta di pane e lo intimo a mangiare.

"Se non mangi tu, non mangio nemmeno io."-lo avvertì.

Con gli occhi lucidi, accetta il pane e inizia a mangiare.

Dopo aver cenato, ci corichiamo a terra e ci copriamo con l'unica coperta che abbiamo.

"Buonanotte, Amy."-mi dice, prima di darmi un bacio sulla tempia.

"Buonanotte, Ben."-gli rispondo.

Amanda.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora