Capitolo 28: Presente.

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Amy's POV.

"Dove vai?"-mi domanda Vlad, mentre mi metto i jeans neri strappatti.

"All'università."-gli rispondo, mentre mi dirigo verso il mio armadio, per prendere la maglia bianca con gli strass neri.

Mi vesto velocemente e sempre con questo ritmo, mi metto le scarpe.

Ad un tratto, il mio cellulare inizia a suonare.

"Chi è?"-mi domanda Vlad, ringhiando.

Sbuffo e gli rispondo che si tratta di Aiden, che mi ricorda che la lezione inizierà tra un ora.

"E tu per un ora, che farai?"-mi domanda, alzandosi dal mio letto, nudo.

Mi avvicino a lui e gli dò un bacio sulla guancia.

"Ti costa così tanto fidarti di me?"-gli domando, mentre gli accarezzo il petto scolpito.

"Io mi fido. Ma.."-mi risponde.

"Ma..?"-lo intimo a continuare.

"Sono geloso. Io vorrei che tu rimanessi qui, a letto, con me."-mi confessa, nascondendo il suo viso nell'incavo del mio collo.

"Vlad, a volte sembri un bambino."-lo rimprovero, mentre mi cinge i fianchi con le sue braccia e inizia a darmi piccoli baci sul collo.

"Non mi piace stare lontano da te."-mi confessa.

"Neanche a me."-gli rispondo, allontanandomi.

"Ci vediamo stasera."-gli dico.

"Stasera? E pomeriggio?"-mi domanda allarmato.

"Vlad, sono le dieci di mattina. Ho lezione dalle undici fino alle due e poi dalle due fino alle cinque.."-lo informo.

"No. No. Assolutamente, no!"-mi urla, iniziando ad agitarsi.

"Vlad, guardami."-gli dico, bloccando il suo viso tra le mie mani.

"Andrà tutto bene."-gli dico, prima di baciarlo.

Quando ci stacchiamo, noto una riga di sangue sul suo viso.

Perché sta piangendo?

"Perché ho la costante paura di perderti?"-mi domanda, mentre mi accarezza una guancia.

"Si chiamano paranoie, Vlad. Non mi perderai mai. Ti amo più della mia stessa vita."-gli dico, allontanandomi da lui, avviandomi verso la porta della camera.

Lui mi raggiunge con la velocità da vampiro e mi solleva da terra, facendo aderire contro al muro i nostri corpi, e aggredendo le mie labbra.

Ci baciamo in maniera rude, passione, fino a quando il mio cellulare non inizia a suonare.

"Vlad."-lo chiamo.

"Non ora."-mi risponde, mentre struscia la sua erezione sulla mia intimità.

"Vlad, basta."-gli dico e lui come scottato, si allontana.

"Mi rifiuti, ora?"-mi domanda triste.

Lo lascio perdere e rispondo al cellulare.

"Aiden, ciao. Scusa sono in ritardo."-le dico, mentre Vlad va a sedersi sul letto.

Mi avvicino a lui, mi siedo sulle sue gambe e lui mi cinge i fianchi con le mani in modo possessivo.

"Sei in ritardo! Siamo al bar da dieci minuti e stiamo aspettando tutti te! Vuoi che mandi uno dei ragazzi a prenderti?"-mi domanda Aiden e appena Vlad, sente e rielabora ciò che lei ha detto, stinge i miei fianchi talmente forte, da farmi gemere dal dolore.

"Che succede?"-mi domanda, la mia collega.

"Niente, tranquilla."-le rispondo.

"Vlad?"-mi domanda, e io le rispondo di sì.

"Comunque, verrò con la velocità da vampiro. Due minuti e sono lì."-le dico, prima di riattaccare.

"Non mi piacciono quei ragazzi."-mi ringhia Vlad, appena chiudo la chiamata.

"Vlad, a te non piace nessuno di sesso maschile che si avvicina a me."-lo provoco.

"Non mi piace qualsiasi ragazzo che ti parla o che ti guarda solo. Tu sei mia."-mi dice.

"E tu sei mio. E io, sono in ritardo."-gli dico, prima di dargli un bacio veloce e sparire dalla sua vista per evitare che mi faccia arrivare ancora più in ritardo.

Amanda.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora