Harry non capiva dove fossero, continuava a scrutare quel corridoio, non si spiegava perché le pareti non avevano le linee di argilla che separavano un mattone dall'altro, perché ci fossero delle pareti trasparenti al posto delle loro aperte finestre, perché ci fossero dei muri mobili per collegare una stanza all'altra e sentiva dei ragazzi che camminavano di lì chiamarle "porte". Questi avevano in mano dei piccoli aggeggi luminosi, tutti ne avevano uno ed erano di vari colori, ma si illuminavano alla stessa maniera. Era curioso quanto preoccupato.
«Dov'è quella ragazza che urlava?» borbottò Louis, al suo fianco mentre nella stessa maniera scrutava il mondo circostante, notando per primo il loro cambio repentino di abiti. Era già pronto con la mano sul fianco per sguainare la sua spada quando si rese conto di non averla più con sé, come la sua tunica. Ad Harry era stata donata la tenuta da basket del ragazzo sperduto, a Louis un paio di skinny jeans chiari ed una maglietta larga, probabilmente gli abiti della ragazza.
«Per tutti gli Dei dell'Olimpo, dove siamo noi!» urlò Harry nel panico, passandosi una mano tra i ricci. Si guardarono nuovamente intorno e non capirono proprio dove potevano trovarsi, cosa era quel posto, se fossero ancora in Grecia o meno. Se aveva paura? Sì, ma lo confortava il fatto di essere con Louis.
«Wow amico, per quale motivo hai la felpa di D?» chiese un ragazzo dai capelli lilla a Louis, avvicinandosi amichevolmente. Poi notò che Harry aveva indosso il numero di Calum Hood e inclinò la testa di lato, curioso. «Che strano modo di vestirsi per andare al ballo, soprattutto per la scelta dei soggetti. Però non vi nascondo che anche io ho sempre pensato che Hood avesse un debole per Brooke» borbottò lui felice, prima di girarsi per poter continuare la sua camminata verso l'uscita. Portava dietro le spalle una custodia a forma di grande liuto, Harry ne era estremamente incuriosito ma allo stesso tempo spaventato.
«Aspetta!» lo richiamò Louis, la mano ancora sul fianco e la posa ponderata per poter sostenere il peso di una spada che, in quel momento, non era lì con loro. Aveva dato voce ai pensieri di Harry, i quali erano più riflessivi in quel momento. Michael -era così che si chiamava- si voltò nuovamente verso i due e alzò un sopracciglio incitandoli a parlare.
«Dove siamo?» continuò Louis, raggiungendolo e tirandosi dietro Harry, così da intraprendere una camminata ed una chiacchierata con il loro nuovo amico e, magari, trovare anche un modo per tornare a casa.
«Che domande fate, se siete vestiti così mi sembra palese che lo sappiate. Va bene, comunque siamo alla Rowville Secondary College, Australia, Pianeta Terra... vi ricorda qualcosa?» ridacchiò Michael uscendo dalla tasca il suo aggeggio luminoso, che lasciò di stucco i due immortali. Ci spinse sopra con velocità i polpastrelli dei pollici prima di spegnerlo e ridare attenzione ai due.
«Australia? Quanto dista dalla Grecia?» chiesero in coro e Michael scoppiò a ridere, tirando quel muro mobile chiamato porta così che riuscissero ad uscire dalla struttura e godersi il sole di febbraio e la strada verso il nulla. Chissà dove andava di bello quel ragazzo stravagante dai vestiti scuri e i capelli colorati.
Dov'erano finite le tuniche bianche? Ed i sandali? Non c'erano più le pergamene? Entrambi avevano un sacco di domande ma si colmavano di risposte solo guardandosi negli occhi, dandosi la forza di andare avanti e scoprire come tornare a casa.
«Grecia? Ragazzi, siete pazzi, è dall'altra parte del mondo!»
«Ed, uhm... è lontano?» chiese Harry titubante, e Michael lo guardò negli occhi per la prima volta. Gli antichi greci non conoscevano il mondo al di fuori delle colonne d'Ercole, era il loro limite, mai spinti oltre perché oltre probabilmente non c'era che il mare.
Notò qualcosa di diverso in quelle iridi verdi, quel qualcosa che aveva fatto innamorare Louis e quel qualcosa che istigava la curiosità di un diciassettenne e non poco. Dannazione, loro erano diversi.
Il ragazzo dai capelli colorati si fermò, prendendo un respiro e cercando una soluzione logica prima di poter dire stupidaggini affrettate, ma lo sguardo confuso dei due spaesati gli fece intendere che tutto poteva essere meno stupido di loro due.
«Chi siete?»
«Oh, io sono Louis, eroe immortale che ha riportato l'amore in Grecia, e lui è il mio consorte Harry, semidio figlio di Ade. Non siamo ad Atene, dunque?» ripropose la domanda Louis, schiarendosi la voce all'inizio, prima di parlare. L'adolescente li guardò per un attimo, fece scorrere lo sguardo su ogni punto possibile della loro pelle scoperta per vedere se si erano fatti di qualche sostanza stupefacente e, dopo essersi accertato di non vedere né buchi sulle braccia, né pupille dilatate, decise che poteva provare ad aiutarli.
«Fatemi capire... siete due immortali?» domandò pacato, abbassando appena lo sguardo incuriosito sul come erano posizionati, con una posizione salda e tipica delle statue greche. Erano dei bravi attori, oppure dicevano la verità. Oppure erano completamente pazzi, ma in qualsiasi caso si sarebbe divertito. Loro annuirono in simbiosi e lui ululò di gioia.
«Merda che figo, finalmente qualcosa da fare!»
«Merda?» chiesero entrambi confusi, non capendo la parola.
«Ohm... Comunque... dove sono Hood e la mia amica Brooke?» domandò, sperando che i due ragazzi, che ora che guardava bene avevano davvero la bellezza delle statue greche, sapessero rispondere. «Sono due ragazzi che in realtà non so se abbiano mai parlato senza insultarsi a vicenda. Se voi avete i loro vestiti e siete qui, probabilmente al posto vostro nell'Antica Grecia ci saranno loro. Dannazione, perché sempre Brooke deve avere le cose più fighe?»
«Fighe?»
«Merda, devo imparare a parlare correttamente per farmi capire» borbottò Michael aggiustandosi la chitarra in spalla, pronto per tornare a casa e fare qualche ricerca con loro nella sua camera, mentre la mamma probabilmente pensava che oltre a Brooke Diana Langdon suo figlio non avesse altri amici. Totalmente errato, se inseriamo coloro che gli davano l'erba, quelli dell'ultimo anno della scuola con cui usciva il venerdì sera. Tolti quelli, allora sì, Brooke era la sua unica amica. Ma c'era anche Luke, al quale aveva represso un pensiero in quel momento.
«Continui a dire merda, cos'è questo merda?»
«Merda, andiamo.»
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AGAPE ❀ 5SOS - L.S.
Fanfiction[ SEQUEL OF EROS ] Il 2018 è sinonimo di corruzione, crisi culturale ed economica, influenze sociali negative e tanti altri aspetti negativi che non di certo risaltano l'era moderna come gli antichi si aspettavano che fosse. Nel corso del tempo l'uo...