Non avevo mai visto il tempio di Dodona durante le lezioni di arte. Quello che veniva mostrato sui libri erano principalmente le rovine di Atene e quando mi sono trovata davanti a quei tempi eretti fino a toccare il cielo di Zeus, ero rimasta letteralmente senza parole. Il tempio di Dodoma era molto simile a quello di Atene, le colonne erano pressoché inesistenti, sembrava una struttura moderna, una fortezza di pietra che al suo interno sigillava l'oracolo di Zeus. Al centro del sito era piantata una quercia attorno ala quale era incentrato l'intero culto della divinità. Da lontano, mentre a piedi ci avvicinavamo al punto di interesse, vidi una maestosa aquila vegliare sulla zona e subito ricordai che quel particolare tipo di uccello era sacro al dio dei fulmini.
«È importante, sai? Ci aiuterà a tornare a casa» parlò Calum colmando quel silenzio pensieroso che si era instaurato tra noi.
«E tu come lo sai?» chiesi legittimamente, dato che quando era approdato lì in Grecia non sapeva neanche come si chiamasse il dio del Cielo. Da quando era così esperto?
«È il fulcro di questo oracolo, intermediario tra noi mortali e le divinità. Mentre dormivi, Hermes mi ha tenuto compagnia e gli ho fatto alcune domande. Mi sta simpatico.» Sorrisi, mi faceva piacere che fosse informato più di me. Per me era una soddisfazione, la sua solita espressione da stupido non gli rendeva giustizia. Vedere qualcuno che sapeva quanto me, che leggeva con curiosità, aveva brama di sapere era una vittoria. Tutte quelle persone che odiano i saccenti non sanno quanto bisogno loro abbiano di trovare qualcuno che abbia la loro stessa curiosità verso l'ignoto.
Quando raggiungemmo la quercia al centro del luogo di culto sussultai dall'emozione, non volevo andare via. Sentivo nuovamente le urla della gente sui mezzi pubblici, o la noia che si arrampicava dentro quando poltrivo sul divano con il telefono in mano per la maggior parte del giorno, soprattutto nel weekend. O la domenica. Quanto è brutta la domenica? Quando sei lontano da casa e perdi la cognizione del tempo, i giorni non si giudicano in base al loro nome o a quello che si farà, ma in base a quello che riusciremo a raccogliere e a scoprire. Non guardi più dietro la settimana precedente come una lista di cose da fare completata, ma come un quaderno dei ricordi dove ogni giorno ha un colore e una foto allegata. Ma era finito tutto, e lo sentivo fin dentro le viscere che non sarebbe più tornata la spensieratezza, l'aria pulita, la felicità.
Fine dei giochi, avventura conclusa.
«E adesso?» Sentivo che Calum avesse provato quantomeno le mei stesse emozioni in quel momento. Per quanto amasse la sua vita nel nostro mondo, non poteva negare di essersi divertito, di essersi emozionato e di aver scoperto qualcosa che mai avrebbe conosciuto solo battendo una palla arancione sul pavimento luccicante della palestra.
Sospirai, guardandomi intorno. Niente di nuovo, di strano, di magico. Semplicemente era un tempio e non c'era niente, o nessuno. Emozionante. Notai presto che dalle nostre spalle, dal cielo precisamente, scese quell'aquila che stava vegliando sul luogo, adagiandosi con grazia su di un ramo della quercia, con il becco rivolto verso di noi.
«Oh, è-»
«L'aquila, sì.»
«Sì, e ho anche un nome!» Io e Calum ci guardammo sbigottiti. Sicuramente la nostra non era sorpresa, considerando che Hermes si era presentato da noi sul carro come un pulcino indifeso. Semplicemente non ci aspettavamo che parlasse anche quell'animale. A questo punto potevo pensare e diffondere la concezione che ogni uccello greco parlasse.
«Mi chiamo Agape. Forse così non sono molto credibile, attendete.» Le ali dell'aquila si aprirono solennemente, mostrando la loro grandezza, prima di trasformarsi in braccia candide e magre, leggere ed eleganti nel leggero vento, muovendosi a tempo insieme alle foglie del vecchio albero. Da quel movimento la splendida aquila si trasformò in una donna bellissima, dai lunghi capelli scuri e la tunica brillante. Era ancora seduta sul ramo con una leggiadria degna di una regina, come se sapesse fluttuare in aria e la gravità non la spaventasse per nulla. «Spero che così vada meglio.»

STAI LEGGENDO
AGAPE ❀ 5SOS - L.S.
Fanfiction[ SEQUEL OF EROS ] Il 2018 è sinonimo di corruzione, crisi culturale ed economica, influenze sociali negative e tanti altri aspetti negativi che non di certo risaltano l'era moderna come gli antichi si aspettavano che fosse. Nel corso del tempo l'uo...