12 ◌ Peppermint

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I quattro ragazzi erano tutti disposti intorno ad un grande tavolo comune al centro di uno dei possenti corridoi della biblioteca. Da un lato i due australiani, dall'altra i due adoni greci. Tutti loro guardavano Michael intento ad essere risucchiato dalle parole del libro scelto da Harry —nonostante non sapesse leggere la loro lingua. Il libro si intitolava Incantesimi dell'Oracolo Greco di un certo Andy De Luca. Nessuno di loro lo aveva mai sentito nominare, neanche Luke che amava leggere come pochi ormai al suo tempo.

«Qui nel libro c'è scritto che-» si bloccò in modo teatrale quando chiuse il libro con una mano tra le pagine per non perdere il segno e lesse il titolo. «Che razza di titolo è questo!»

Michael iniziò ad inveire sul libro dal quale avevano scelto di incominciare, le sue dita scivolavano sotto il fiume di parole che la sua mente leggeva ma di partenza già si rifiutava di leggerle. Non era per niente certo di ciò che stava vedendo scritto su quei libri, infatti alzò lo sguardo e fissò dritto negli occhi Luke, implorandolo mentalmente di prendere un computer e consultare Wikipedia, sicuramente ci sarebbe stato qualcosa di più utile.

«Puoi- uhm... leggere il titolo?» tentennò Louis che cercava di fargli capire silenziosamente e con occhiate fugaci che non sapevano capire la loro lingua scritta, la loro mente era purtroppo impostata sul greco antico. Luke glielo lesse ed Harry scoppiò a ridere.

«Certo che è un titolo sbagliato. L'oracolo non fa incantesimi, ma profezie. Predice il futuro» spiegò con accuratezza il ragazzo riccio dagli occhi verdi, prima di prendere il libro e guardarlo da una parte all'altra, con la curiosità che bruciava nelle sue iridi. Non aveva mai visto niente di simile in vita sua, e sapeva che anche per il suo amato Louis era lo stesso.

«Questo equivale alle pergamene, ai trattati, giusto?» chiese Louis osservando innamorato Harry che accarezzava ipnotizzato la copertina vellutata del libro, come se fosse catturato da quella nuova scoperta che trovavano senza dubbio innovativa.

Non è così male il futuro, pensarono.

Quando Harry alzò lo sguardo, incontrò gli occhi chiari di Luke che lo fissavano scettico. Il biondo notò che negli occhi del greco c'era una sfumatura più scura da quella che aveva ormai attribuito come il colore verde degli occhi di Harry, e quella sfumatura andava lentamente a circondare tutta l'iride con leggiadria. Luke aggrottò le sopracciglia ed Harry, annoiato dal suo colore di occhi diverso da quello di Louis, decise di perdersi negli occhi del suo amato.

Quanto sarebbe andata avanti questa perdita di tempo?

«Bene! Siccome qui ci stiamo perdendo in sguardi, vado io a prendere un computer, grazie Lucas» ironizzò Michael alzandosi con uno sbuffo dalla sua postazione, alla ricerca di un portatile messo a disposizione dalla biblioteca. Luke cercò di prendergli la mano per bloccarlo e scusarsi ma era già andato alla ricerca di qualcosa di più importante delle sue giustificazioni.

«Dannazione» sbottò accasciandosi sulla sedia di Michael, prendendo il suo telefono solo per scorrere notifiche inutili come email spam o likes di post centenari su Instagram. Non aveva neanche la voglia di sbloccare il telefono.

«Da quanto ne sei innamorato?»

«Come, scusa?» Luke alzò lo sguardo dal suo telefono per trovarsi faccia a faccia con lo sguardo più malizioso che potesse esistere nell'universo. Louis aveva la capacità di leggere le emozioni della gente, forse era quello il suo superpotere da immortale. Era estremamente interessato alla storia tra Luke e Michael ed era sicuro che potesse concludersi con un happy ending.

«Ami Michael» constatò ritornando seduto con le spalle dritte, continuando però a mantenere quel contatto visivo davvero insostenibile per il sedicenne.

«Pretenzioso come verbo, non credi?»

«Ἄκουε τοῦ τὰ τέσσαρα ὦτα ἔχοντος»

«Cosa?» Luke lo guardò totalmente scioccato dalle parole in greco antico, non aveva mai sentito pronunciare niente del genere nella sua vita.

«Ascolta chi ha quattro orecchie, ascolta chi ha più esperienza di te. E credimi, per uno che ha visto Eros in carne ed ossa solo una volta, so molte cose sull'amore» Louis incrociò le braccia al petto, spezzando quel contatto visivo che ormai premeva insistente sul cuore di Luke solo per girare lo sguardo e guardare Harry.

I suoi occhi erano nuovamente neri, le sue mani erano strette tra loro talmente forte che le nocche erano bianche, ma non poteva fare nulla. Era impotente in confronto al volere di un capostipite dell'Olimpo come Ade.

Si limitò a sospirare, portandosi una mano sul viso stanco di quando Ade lo convocava lì infondo all'oscurità con sé. Ne era rimasto spaventato, eppure Harry era tornato nell'Inferno Moderno.

«Louis, cos'ha Harry?» Luke lo guardava, cercava di dedurre più ipotesi possibili ma per lui qualsiasi cosa da quel pomeriggio era inspiegabile.

«Harry è un semidio, nato dall'amore di Agape e Ade, il Dio degli Inferi» recitò come se fosse all'ordine del giorno spiegare come mai Harry passava dall'avere gli occhi più limpidi e verdi dell'Olimpo agli occhi più scuri del Tartaro.

«Ade? Harry è figlio di Ade? Dio, sai questo cosa vuol dire?»

«Sì, attualmente il suo spirito è stato convocato nel vostro Inferno. Ha detto che è orrendo lì, che avete fatto nel corso di questi anni? In che anno siamo, tra l'altro!»

«Nel 2018, molti anni dopo di voi sicuramente. Ma non intendevo que-»

«Duemiladiciotto? In base a cosa misurate il tempo?»

«La nascita di Cristo, che risale all'anno- Dio, la situazione si fa complicata, senti, lascia perdere. Non so da quale preciso anno vieni tu, Louis, ma siamo davvero tanto avanti» annuì con la testa Luke lasciando cadere l'argomento. Louis arricciò le labbra incerto, prima di poggiare i gomiti sul tavolo, raccogliendo il viso fra le mani. Era... stressato?

«La menta» parlò Luke. Louis alzò lo sguardo verso il biondo davanti a sé e inarcò un sopracciglio, senza però intervenire. Sperava che continuasse senza nessun tipo di incentivo.

«Harry è il figlio di Ade. Zeus ha un oracolo, Poseidone ne ha uno, Apollo anche. Credi che uno dei tre grandi fratelli come Ade non abbia un oracolo? E forse so anche come metterci in contatto con esso: con la menta!»

«Ma cosa c'entra la menta?» La voce di Michael fece capolino dalle spalle di Louis, era appena tornato e reggeva un portatile tra le mani con un adesivo della scuola che rappresentava la legittima appartenenza. Si stava per sedere vicino a Louis quando incontrò lo sguardo di Luke e, come catturato da esso, con uno scatto felino ritornò al suo posto di partenza: vicino al suo compagno di scuola.

«Nessuno conosce la storia di Ade e della ninfa Menta?»

Nessuno si permise di parlare, se non Harry che, nonostante fosse preso dalle sue azioni da semidio, alzò la mano per affermare.

«Ok, qualcuno presente mentalmente? No? Va bene.
Secondo Ovidio, Ade cercò di far colpo sulla ninfa Menta. Persefone, gelosa del Dio, si infuriò quando la ninfa alluse all'unione erotica con Ade e, sdegnata, la fece a pezzi. Ade però la trasformò in erba profumata, quella che oggi è la vera menta, e Demetra condannò la pianta alla sterilità per il comportamento che aveva avuto la ninfa in vita.»

«Ecco perché la menta non ha frutti» borbottò Michael rosso in viso mentre accendeva ormai invano il computer. Aveva le guance che andavano a fuoco perché era geloso dello sguardo che Louis stava riservando a Luke, come catturato dalle sue parole. Non che potesse interessargli Luke, per carità.

«Esatto. Quindi se vogliamo che l'oracolo di Ade ci dia una pista, dobbiamo trovare della menta e Harry deve mangiarla.»

AGAPE ❀ 5SOS - L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora