26 ◌ Can't you ask Kronos?

49 9 0
                                    

In quel momento Morfeo era in attesa di un segno da parte dei quattro ragazzi. Non faceva altro che ripetere tra sé e sé quanto sarebbe stato meglio avere a che fare con Diana nel passato, al posto di quei quattro stupidi. Non che Louis fosse stato un problema nella sua prima avventura, ma Morfeo sapeva che sarebbe stato più semplice gestire due anime moderne nel passato, piuttosto che due anime antiche nel futuro.

Infatti, Louis ed Harry quella sera avevano cercato in tutti i modi di aiutare Luke e Michael nella speranza che trovassero un volo economico per raggiungere Rio –e una scusa plausibile per i loro genitori.

Michael continuava a pensare che, per quanto tutta la contea ormai fosse impegnata in spedizioni per cercare Calum e Brooke, per quanto i genitori di tutti i ragazzi della loro scuola erano entrati in modalità di difesa, i suoi erano troppo impegnati con il lavoro per preoccuparsi del piccolo Clifford. Michael non faceva altro che stare fuori casa, eppure loro non notavano mai la sua assenza. Se fosse stato lui al posto di Brooke o Calum nessuno avrebbe mosso un dito, pensò.

Morfeo notò i suoi pensieri e sentì anche la spinta insistente degli incubi di Michael che tentavano di emergere, serviva solo il concesso di Morfeo per manifestarsi nel sonno, ma quasi lo prese a cuore. Quel ragazzo non meritava assolutamente tutto quello che stava passando. I suoi genitori non sapevano neanche della sua fresca relazione con Luke, forse non si erano neanche mai accorti della sua omosessualità. Lui non poteva parlare di niente con nessuno se non con Brooke, e lei ora non era lì per supportarlo.

«Cosa faccio, cosa faccio?» Ripeté mentalmente Morfeo mentre si massaggiava le tempie lì dall'alto dell'Olimpo. Stava osservando dalla sua nuvola la proiezione dell'immagine dei quattro ragazzi. Luke, Michael, Louis ed Harry si erano addormentati nel salotto di casa Hemmings con tutti gli apparecchi elettronici accesi, cercando invano un modo per raggiungere Rio de Janeiro e tornare in Australia in poco tempo, senza far partire ulteriori spedizioni di genitori impazziti e preoccupati. Anche Morfeo ci stava pensando ormai, aveva in mente di aiutarli fin dal principio ma non aveva ancora trovato il modo per farlo.

«Apollo» invocò il dio del sole, che sentendosi chiamare apparve al suo fianco. Sbadigliò, come ogni Dio ogni volta che si trovava nei paraggi Morfeo, poi chiese il perché dell'invocazione. «Ho bisogno del tuo aiuto».

«Non posso portare il sole indietro, Morfeo» subito scandì una delle sue regole madri il dio Apollo, mentre addrizzava la schiena e cercava di apparire il più sveglio possibile davanti al dio del sonno. Per quanto potesse essere strano, anche gli dei tra loro riuscivano ad influenzarsi l'un l'altro con i loro poteri e Morfeo era uno dei più forti in quel campo. L'unico che non sbadigliava mai con lui era Hermes.
Ma lui non era lì.

«Non voglio che porti indietro il Sole, come potrei chiederti una cosa del genere?»

«Accidenti» il luminoso dio batté il palmo della mano contro la sua fronte, prima di far apparire fra le sue mani tre frecce d'oro impregnate di raggi solari. Le legò con uno spago che portava nella tasca della tunica e sussurrò il nome "Artemide" prima che esse scomparissero dalle sue mani. Aveva scommesso con sua sorella gemella Artemide, la dea della caccia, che la prossima invocazione avrebbe avuto come richiesta una viaggio indietro nel tempo. Sapeva che certamente non poteva succedere, non era lui il Dio responsabile del tempo, anche se portare effettivamente il sole indietro con il carro mattutino, avrebbe fatto fermare momentaneamente il ciclo del giorno.

«Tu- avevi scommesso con tua sorella?»

«È solo una botta di fortuna, vincerò un giorno» annuì convinto. Apollo era un bellissimo ragazzo in realtà, solare –non poteva essere altrimenti– e sempre sorridente, forse giusto un po' ingenuo.
Morfeo scosse la testa prima di raccontargli l'accaduto, e quello a cui stava pensando. In realtà, non sapeva quante leggi dell'universo riuscisse ad infrangere con una sola idea e tutto solo per salvare il mondo a venire. Infatti, il Dio del Sonno stava pensando di teletrasportare momentaneamente a Rio de Janeiro i quattro ragazzi, lasciando che i genitori di Michael e Luke siano momentaneamente impegnati lontano dalle loro case, senza così destare sospetti o creare ulteriori problemi nella comunità. A quel punto sì, avrebbero dovuto fare da sé, ma per lo meno non avevano il problema del tempo materiale, anche perché non c'era più quel tempo materiale a disposizione. Era la fine dei giochi, e se Harry e Louis non riuscissero a ritornare indietro nel passato per tempo, rimarrebbero bloccati per sempre nel mondo moderno. Idem, dall'altra parte, Calum e Brooke subirebbero la stessa cosa.

«Non puoi chiedere a Crono?»

«Crono è nel Tartaro, ricordi che Zeus e i suoi fratelli hanno- ma come puoi non sapere che Crono non è più tra noi?» Morfeo guardò sbalordito Apollo, poi si ricordò che era nella sua natura essere un po' fra le nuvole, è semplicemente si tranquillizzò.

«Ohhh, giusto» annuì come se si fosse finalmente ricordato di un pezzo di puzzle necessario per completare il disegno. «Ho un'idea. Mi servirà una saetta di Zeus.»

«No, Apollo, non abbiamo tempo per altre spedizioni. Riduci al minimo.»

La situazione era critica, i ragazzi sulla terra stavano per svegliarsi e serviva trovare una soluzione al più presto. Poi ad Apollo venne un'altra delle sue idee strampalate, ma non poi così tanto improbabili per Morfeo, che accettò.

AGAPE ❀ 5SOS - L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora