7 ◌ ἀπόῤῥητον

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—segreto.

L'oracolo, per gli antichi greci, riservava la speranza di un futuro rivelato a coloro che ormai avevano gettato quella stessa speranza in balia di azioni sbagliate. E sapevo che Ashtōn avrebbe fatto l'impossibile per scoprire il destino dei suoi genitori, anche attraversare l'Ade se solo lo avesse ritenuto necessario.

Ma io e Calum? Perché eravamo capitati proprio io e lui insieme? A me piaceva quel figo di Andrews capitano della squadra di football, e il destino mi aveva riservato il finto gay più popolare della scuola.
Oppure con me poteva esserci Michael, che era il primo a mancarmi. Con lui tutta quella faccenda sarebbe stata affrontata con puro entusiasmo, senza pesi aggiuntivi come le lamentele di Calum Hood. Affrontare un carico così pesante con una persona che sopportavo appena come il capitano della squadra di pallacanestro in questione, stava diventando ogni minuto sempre più un trauma.

Sbuffai al mio monologo mentale prima che Ashtōn si alzasse dal suo inchino al cospetto di Zeus e chiedesse al Dio -o apparentemente alla sua ombra- del nostro destino. Non posso negare che i miei occhi curiosi sfrecciarono immediatamente sulla figura apparsa e sul suo cambio repentino di espressioni facciali mentre, ad occhi chiusi, sembrava leggesse un libro, proprio come quello che era compresso tra il mio petto e quello di Calum perché sì, una volta rialzati dal nostro inchino era tornato a stringermi in modo insistente e terrificato.

«Il XXI secolo, patria dell'indifferenza globale e delle arti mancate. Credo che sia palese del perché una che porta un nome celestiale come Diana sia qui con l'individuo incoerente che ha il coraggio di stringerla tra le sue braccia» parlò nuovamente il saggio dalle gambe incrociate e puntò il suo sguardo fulmineo nel mio e la mia schiena fu pervasa da una scarica di brividi.

Cosa vuol dire? Come sa il mio nome? È davvero Zeus, il Re dell'Olimpo?

Il quel momento nulla mi risultava palese, cercavo di capire le sue intenzioni dal modo di porsi o di parlare ma risultava così tranquillo e rilassato, sembrava avesse solo letto la scaletta del destino senza che la sua voce trapelasse delle emozioni.

«Uhm, Ash, come si parla ad un Dio?» sussurrai ancora con lo sguardo fisso in quello del Dio, mentre Calum aveva sciolto il suo abbraccio impaurito stringendosi nelle spalle imbarazzato e con lo sguardo chino verso il basso. Il ragazzo biondo davanti a me sospirò ma non proferì parola, ci pensò un altro tuono.

«Piccola Diana, riserva a me solo le parole del tuo cuore.» Presi un lungo respiro, il libro stretto al mio petto e il cuore che sbatteva contro la copertina de Simposio prima di inspirare.

«Ho qui tra le mani le parole d'amore di Platone, perché sono stata punita per aver screditato questa dimostrazione di affetto. Eppure sono qui, nella patria e nel secolo di questo filosofo, ma con una persona che non tocca minimamente il mio cuore.»

Zeus mi guardò a lungo, ascoltando attentamente ogni mia singola parola e alternando ogni tanto il mio sguardo con quello di Calum, che era al mio fianco e notavo con la coda dell'occhio che stesse guardando me. Poi notai che le sue labbra si incresparono in un sorriso sempre più ampio, fino a mostrare i denti brillanti di quella figura mistica che avevo davanti.

Se è un sogno, allora spero di andare fino in fondo.

«Il tuo cuore cela un segreto ben più grande della Grecia stessa, e questo segreto non è l'amore. Credi che nel tuo cuore non ci sia abbastanza spazio, eppure ha solo una persona incastonata fra le sue braccia sottili. E quella persona ha un cuore colmo di tue immagini e di amore nei tuoi confronti, eppure cerca di nasconderlo. Questa persona non ha un segreto come il tuo, eppure finge di averlo.»

Quelle parole sconnesse non mi resero per niente facile il ritorno a casa di Ashtōn, la strada sembrava magicamente sempre più lunga ed interminabile, perfetta per quando si vuole riflettere silenziosamente e mettere al posto i pensieri, sconsigliata se Calum Hood è in preda ad una crisi isterica.

«Io non capisco, santo Zeus!»

«Ti prego, non incominciare...» lo bloccai ancor prima che iniziasse, mentre massaggiavo le meningi e speravo che si polverizzasse in un millisecondo.

Non è successo.

«Per quale fottuto motivo sono stato classificato come individuo incoerente? Perché sono qui? Ha parlato solo di te, te e solo te!»

Effettivamente Calum Hood non era abituato ad essere ignorato, ogni volta che varcava l'ingresso della scuola era accolto con stima e devozione da ogni singolo studente della Rowville High School, eccetto me e Michael. Anche il nostro amico Luke Hemmings aveva la stessa fama di Calum, faceva parte del loro tavolo a mensa, ma non aveva lo stesso carattere del bruno.

«Incredibile come per la prima volta nella storia Calum Hood sia stato ignorato totalmente» borbottai sarcastica mentre camminavo al suo fianco, Ashtōn era davanti che ascoltava silenziosamente la nostra conversazione e camminava spedito con le braccia conserte e poggiate sul petto tonico.

«Poi chi sarebbe ad averti nel cuore con così tanta devozione?» ipotizzò incerto e addrizzai lentamente la schiena, girandomi verso di lui solo per guardarlo in volto.

Perché è arrossito?

«Indovina un po', Atena» lo canzonò Ashtōn girandosi verso Calum con uno sguardo annoiato. L'aveva chiamato in quel modo perché Atena era la dea della saggezza, dunque supponevo che fosse come l'appellativo "genio" del nostro secolo.
Quindi decisi di ridacchiare per smorzare la tensione, guadagnandomi un'occhiataccia da parte di Calum.

«Che diavolo ridi?» sbottò guardandomi totalmente innervosito dalla mia reazione ed io poggiai semplicemente una mano sulla sua spalla, prima di spiegargli cosa intendesse.

Non era mai stato una cima Calum, eppure era molto bravo a capire quando qualcuno cercava di spiegargli qualcosa. Era diventato un mito del basket giocando per puro svago con un suo compagno in primo liceo, poi si era rivelato un portento e aveva segnato la sua carriera per la vita. Ed era un paladino della pallacanestro, un guru se si trattava di avere la palla fra le mani e un canestro a portata di tiro, era un mostro in quello sport.

Arrossì nuovamente dopo la mia spiegazione, prima di aumentare il passo e affiancare Ashtōn, lasciandomi indietro da sola.

AGAPE ❀ 5SOS - L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora