La sveglia suona da quasi trenta minuti, incessantemente.
Cazzo, sono in ritardo.
Scatto fuori dal letto e mi precipito sotto la doccia in tempi record. Vivo da solo in un appartamento non molto lontano dal college, è il mio secondo anno. Il solo pensiero di dover condividere il bagno con uno di quegli animali dei miei compagni mi fa rabbrividire, non che io sia un principe. É solo che odio condividere le cose, di qualsiasi cosa si tratti. Mio padre non si è fatto molti problemi per risolvere la questione, in fin dei conti non c'è niente che David Walker non possa risolvere con i soldi, penso sia il suo modo di dimostrarmi affetto siccome non c'è mai, il massimo a cui si possa aspirare è una videochiamata sterile in cui gli unici argomenti trattati sono i suoi infiniti impegni di lavoro e il mio conto in banca.
Uscito dalla doccia mi vesto velocemente, prendo le chiavi della moto e con i capelli ancora bagnati schizzo fuori dall'appartamento. Quindici minuti dopo sono arrivato ancora intero a destinazione e perfino in orario, mi passo una mano nei capelli ormai quasi asciutti e li sposto all'indietro con le dita, devo decisamente tagliarli.
«Nat com'è andata ieri? Ti ho visto con quella mentre andavi via... sei un fottuto bastardo» Jay Davis mi da una pacca sulla spalla, un sorriso effimero gli illumina il volto «dovresti condividere le tue conquiste con gli amici» continua alzando leggermente la testa per guardarmi. L'ho conosciuto l'anno scorso a una festa grazie al mio migliore amico, Andrew Gray, e da quel momento non mi lascia in pace un attimo. Ora che quell'idiota è diventato un vecchio e ha finito il college mi tocca sopportarlo da solo, spara più cazzate di quanto possiate immaginare.
«Davis le ragazze di ieri non erano niente per cui perdere la testa, facevano quasi a gara a chi arrivasse prima alla patta dei miei pantaloni, a volte ho paura» una risata compiaciuta mi riecheggia nel petto mentre penso alla serata di ieri: per festeggiare il nuovo lavoro di Andrew e l'inizio di un nuovo anno di college per me e i ragazzi della squadra di football, siamo andati a bere qualcosa al Lee's. Qualche shot e una birra dopo delle ragazze si sono unite a noi e il resto è storia. Se ve lo state chiedendo no, non gioco a football, ero in squadra prima del college ma non era quello che volevo fare nella vita così ho semplicemente lasciato perdere.
Oltrepasso Jay e attraverso il campus, si girano tutti a guardarmi o a salutarmi: gli uomini si comportano come se fossimo amici da sempre e le donne mi provocano sfacciatamente poggiandomi "accidentalmente" tette e culo ovunque. Va sempre così. Non so quando sia successo, che tutti iniziassero a gravitarmi intorno intendo, nemmeno li sopporto quando lo fanno eppure sembra che più io li tratti con disprezzo più tutti siano attratti da me. Mio padre sarebbe fiero di questa cosa e più ci penso più vorrei solo che mi lasciassero in pace.
Per le donne, nonostante alcune mi facciano letteralmente impazzire, sono sempre stato una conquista, il ragazzo all'apice della gerarchia sociale di questa università, il figlio dell'imprenditore proprietario delle aziende di trasporti più importanti degli States. Un fottuto bambolotto di cui vantarsi con le amiche, il principe azzurro. Peccato che io di azzurro abbia solo gli occhi. Le mie regole sono semplici e chiare.
Niente relazioni durature. Niente baci. Niente "resta a dormire con me".
A loro sembra non importare quindi perché mai dovrebbe interessare a me?
Entro in aula e sorrido alla docente per evitare commenti sul mio ritardo. Do una rapida occhiata all'aula prima di individuarla.
Elizabeth Gray.
La sorella del mio migliore amico e la mia compagna di banco dalla notte dei tempi. Attraverso l'aula e mi siedo accanto a lei spostando rumorosamente la sedia. Ha un piccolo sussulto per il rumore e guarda ostinatamente davanti a sé per evitare di guardarmi. So che lo fa di proposito, si nota da come sporge in fuori le labbra, quasi seccata. Quasi...
Elizabeth è una delle ragazze più semplici e belle che io abbia mai incontrato, il solito tipo acqua e sapone che ti fotte il cervello. Capelli lunghi biondi, occhi da cerbiatta e un culo su cui puoi fantasticare per ore. Se non fosse stato per Andrew c'avrei fatto un pensiero anni fa ma sua sorella è fuori dai giochi se non vuoi che ti ammazzi. Non che mi faccia paura, ma è l'unico amico vero che ho e voglio bene a quello stronzo. Beth non è stata mai un mio problema, a lei ha sempre badato Gray ma ora che non c'è mi ha chiesto di tenerla d'occhio, non troppo ha tenuto a specificare, quindi suppongo che dovremo diventare amici. Mi fa già da ridere così, lo sanno tutti che mi odia.
«Ehi Beth» sussurro sporgendomi verso di lei, forse non sarà così male come credo socializzare.
«Nate» risponde senza girarsi verso di me, come sempre. Continuo a guardarla, i suoi capelli sono un po' più chiari, la carnagione più scura grazie al sole e le labbra appena imbronciate. Cazzo, me la farei eccome.
Poi si gira verso di me, pensierosa. Non so se mi guarda davvero ma i suoi occhi puntano dritti nei miei senza distogliere lo sguardo, di certo non sarò io a farlo. Inizio a sorridere e qualsiasi pensiero le stia passando per la mente si arresta di botto.
«Non guardarmi troppo Gray, tra poco ti esce la bava dalla bocca» sussurro verso di lei.
«Vaffanculo Walker» tuona dandomi le spalle mentre io inizio a ridere.
Questa è decisamente musica per le mie orecchie. Adoro quando ce la mette tutta per odiarmi.
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PER TUTTI I LETTORI, SÍ... PROPRIO PER TE
Sei riuscito ad arrivare al terzo capitolo della mia storia, grazie infinitamente.
Come al solito mi piacerebbe sapere cosa ti è piaciuto e cosa non ti è piaciuto di questo capitolo quindi se ti va lascia un commento. Siccome è la prima vota che il pov è maschile mi chiedo: hai preferito Nate o Beth? Dal punto di vista narrativo ovviamente😂
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Profondi come il mare
RomanceNathan Walker è tutto quello che ogni ragazza desidera: impertinente, carismatico e senza dubbio bellissimo. Elizabeth Gray è una sognatrice, è schietta e odia stare al centro dell'attenzione. A suo dire, la sua sfortuna più grande è essere la com...