Dopo la mia dichiarazione gli occhi di Elizabeth si sono riempiti di lacrime, ha portato entrambe le mani sulla mia nuca, gli occhi fissi nei miei più seri che mai.
Per la prima volta, da quando la conosco, l'ho vista spaesata, a tratti incredula. Mi è sembrata così piccola, così fragile, così bella e indifesa.
«Dimmi che non è l'alcol a parlare per te» ha detto prima di mordersi il labbro per provare a darsi un contegno «dimmi che non sto sognando e che domani» la sua voce è diventata un filo debole e sottilissimo, quasi una supplica, ho portato il dito al centro delle sue labbra per arginare le sue comprensibili paranoie.
«Elizabeth» ho detto piano, non sono riuscito a trattenere il sorriso, le ho accarezzato lentamente i capelli «l'alcol ha solo messo un freno temporaneo alle mie paure di merda» ho continuato avvicinando il viso al suo, le ho lasciato un bacio giusto al centro delle labbra poi sono tornato a guardarla «ti amo con e senza gin in circolo» ho concluso mentre una lacrima le ha diviso in due la guancia, mi ha rivolto un sorriso enorme che però si è subito trasformato in un non so che di malinconico, quasi amaro. Ancora mi riesce difficile credere di averlo detto a voce alta.
Mi sono avvicinato di nuovo a lei con l'urgenza di averla che mi pulsava in ogni parte del corpo «e ti voglio Elizabeth» ho sussurrato avvicinando le bocca al suo orecchio prima di prendere il lobo tra le labbra e stuzzicarlo appena con i denti «tu non riesci nemmeno a immaginare da quanto ti voglio» ho concluso in un soffio prima di scostarle i capelli dalla spalla destra a dietro la schiena e torturarle il collo lentamente godendomi a pieno ogni istante e ogni respiro spezzato di quel momento così strano quanto intimo.
Ha lasciato che la testa le ricadesse all'indietro, si è abbandonata al calore della mia bocca su di lei, ha emesso un suono gutturale e primitivo che mi ha mandato in tilt. Volevo di più.
Ho iniziato a sfiorarle i seni abbondanti e perfetti mentre la sua pelle si vestiva di brividi. Ho baciato, succhiato e rivendicato ogni centimetro di pelle visibile mentre la timidezza con cui poco prima mi sfiorava il petto cedeva il passo alla determinazione con cui le sue mani hanno iniziato a vagare, avide e bisognose, su di me.
Volevo molto di più. L'ho fatta indietreggiare fino al bordo del suo letto dove si è stesa con lentezza. Un sorriso malizioso le ha arricciato le labbra mentre un fuoco vivo le ha incendiato gli occhi e la pelle. Mi sono sistemato sopra di lei con il fiato corto e il cuore che minacciava di uscirmi dal petto e ho continuato a baciarla. Prima la bocca, poi il collo, i seni e l'addome.
Camera sua è diventata una bolla, c'eravamo solo io e lei immersi nel silenzio totale della notte. A turbare quella quiete così delicata solo il suo respiro rapido e pesante e lo scoccare dei miei baci sulla sua pelle. Il tempo ha rallentato e accelerato a più riprese, scandito solo dal mio battito unito al suo. Non mi bastava.
Ho tracciato con le dita su di lei lo stesso percorso che pochi istanti prima aveva condotto la mia bocca, Elizabeth ha chiuso gli occhi e spinto il bacino verso di me, quando l'ha riaperti l'incendio nei suoi occhi s'era allargato e m'ha travolto.
Ho portato le dita più in basso, sull'epicentro della sua natura, l'ho sfiorata ritmicamente, un gemito le è sfuggito dalle labbra, ha continuato a guardarmi intensamente. Le mie dita sono scivolate più in basso, ho esitato per un attimo mentre inarcava la schiena spingendosi ancora verso di me e ho perso il controllo. Ho chiuso gli occhi per recuperare un pizzico di lucidità mentre le mie dita, completamente bagnate, si sono fatte strada in lei. Ho trattenuto il fiato mentre il fuoco mi incendiava il petto.
«Nathan ti prego» ha sussurrato lasciando che ogni parola s'impregnasse di desiderio e necessità aggrappandosi alle mie spalle mentre muovevo le dita, ha iniziato a baciarmi il collo per azzerare ogni tipo di distanza tra noi mentre ha spinto ancora il bacino verso di me, non c'ho visto più.
«Tu mi ammazzerai prima o poi» ho detto tra i denti prima di allontanarmi da lei, si è sollevata appena poggiandosi sugli avambracci, mi ha guardato confusa poi mi ha sorriso quando mi ha visto estrarre un preservativo dalla tasca dei jeans ammassati sul pavimento. L'ho srotolato e infilato sotto il suo sguardo attento, le sfumature più vivide del rosso le hanno colorato le guance quando l'ho guardata con malizia poi mi sono posizionato di nuovo su di lei.
«Nathan» ha detto poggiando il palmo aperto al centro del mio petto ritardando l'imminente fusione con il suo corpo «ti amo anche io» ha continuato attentando alla mia stabilità, ha portato le mani ai lati della mia mascella, gli occhi di nuovo lucidi incastrati tra i miei «ti amo dalla prima volta che t'ho visto» ha concluso regalandomi il suo sorriso più bello, più luminoso, più vero. Lo so Elizabeth, l'ho sempre saputo.
Ho lasciato che il silenzio parlasse per noi, ho annullato ogni tipo di distanza, azzerato ogni barriera, riempito ogni spazio vuoto mentre le sue parole s'infilavano dolcemente in ogni angolo sbeccato del mio cuore riempiendo ogni crepa. Siamo diventati una cosa sola mentre il suo amore mi rimbombava in testa avvolgendo tutto e tenendo, ancora una volta, saldamente insieme tutti i pezzi.
♡♡♡
Apro e chiudo gli occhi e le pareti scure di camera mia provano a inghiottirmi, c'è silenzio. Apro e chiudo gli occhi e sono in piedi davanti al balcone, un soffio di vento gelido m'incrina la pelle. Apro e chiudo gli occhi e mi ritrovo a percorrere il corridoio in punta di piedi. Apro e chiudo gli occhi e sono in bagno a riversare tutto il contenuto della mia vescica nel cesso. Apro e chiudo gli occhi e sono davanti al letto di mia madre, la scuoto con forza ma non si muove. Apro e chiudo gli occhi e sono davanti a lei, il braccio stretto tra le mie mani che non oppone alcuna resistenza. Apro e chiudo gli occhi e provo a urlare ma le parole non riescono a uscire, mi restano incastrate in gola, mi opprimono il petto. Scusa mamma. Provo con tutte le forze a far affiorare la voce, a farle arrivare la mia supplica mentre il suo petto resta immobile davanti ai miei occhi di ghiaccio. Scusa mamma ma sono paralizzato e muto, scusa se è ormai troppo tardi.
Apro e chiudo gli occhi e mi ritrovo sudato, seduto al centro del letto, il fiato ancora sospeso e la voce di Elizabeth che mi arriva prima attutita poi sempre più chiara, tenta a fatica di riportarmi alla realtà. Scusami mamma.
«Nathan, ehi, va tutto bene okay?» dice carezzandomi la schiena ancora tesa, provo a guardarla ma l'ombra della notte più triste della mia vita mi investe e mi riempie gli occhi di lacrime. Beth accende la luce fioca della lampada sul suo comodino, spalanca gli occhi quando torna a guardarmi. Non c'è pena nel suo sguardo, niente compassione né traccia di giudizio, solo un velo di tristezza che le fa luccicare gli occhi e le piega le labbra verso il basso.
«Ti va di dirmi che succede Nate?» la sua voce mi pare velluto, incrocia le gambe sistemandosi di fronte a me in modo che possa vederla meglio, mi prende la mano intrecciando le dita alle mie, le stringe forte.
Mi concentro su di lei, sul suo respiro calmo, sui suoi movimenti leggeri e aggraziati, sui lineamenti prefetti e familiari, sul calore del suo palmo contro il mio.
«Non sono riuscito a salvarla» dico mentre la sua sagoma si riflette nei miei occhi sempre più appannati e per una volta, una sola, dopo non so quanto tempo, mi lascio andare. Lascio le lacrime cadere, calde e silenziose. Lascio che le veda, che le asciughi con le dita, che provi ad assorbire un po' del dolore che si portano via.
Le lascio un pezzo di me e spero, con tutto me stesso, che ne valga la pena.
PER TUTTI I LETTORI, SÍ... PROPRIO PER TE
Come sempre grazie per essere arrivati fin qui e soprattutto grazie per avermi dedicato parte del vostro tempo, per me vale tantissimo.
Che ve ne pare del capitolo? Vi è piaciuto?
Spero di non avervi annoiato.❤️
È un po' più corto degli ultimi ma mi serviva come passaggio per il prossimo capitolo.
Vi ricordo che mi potete trovare anche su instagram come darknessbright_ e che da poco ho iniziato una nuova storia che s'intitola "La notte mi parla di te", se vi va dategli un'occhiata.❤️
Se vi è piaciuto il capitolo lasciate una ⭐️ o un commento 💬
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Profondi come il mare
RomansaNathan Walker è tutto quello che ogni ragazza desidera: impertinente, carismatico e senza dubbio bellissimo. Elizabeth Gray è una sognatrice, è schietta e odia stare al centro dell'attenzione. A suo dire, la sua sfortuna più grande è essere la com...