«Maya! Mi stai ascoltando?» urlò mia madre mentre cercava di attirare la mia attenzione sventolando la sua mano perfettamente curata davanti al mio sguardo annoiato.
Mi voltai di scatto verso di lei emettendo un piccolo sbuffo. «Che c'è? Non ne hai abbastanza di sprecare il tuo prezioso tempo rimproverandomi di continuo?» domandai, stizzita.
Lei accostò finalmente l'auto ai margini del marciapiede e spense il motore. «Maya, così non possiamo andare avanti. Tu non mi ascolti, fai tutto di testa tua e continui a cacciarti nei guai. Hai bisogno di una raddrizzata e io non riesco più a gestirti.»
«Che stai cercando di dirmi? Che sono un caso senza speranza? Sai che novità» gracidai distrattamente mentre riponevo con cura le cuffiette nella tasca del mio giacchetto di jeans, ormai sbiadito.
«Al contrario, non sei affatto senza speranza Maya. Però, ritengo che cambiare aria possa aiutarti a riprendere il controllo della tua vita. Così non puoi andare avanti, ne ho abbastanza delle tue bravate da ragazzina incompresa. Devi crescere e smettere di frequentare certe persone» mi disse con tono duro, inchiodandomi al sedile dell'auto con il suo sguardo severo.
Nonostante fossi abituata alle sue prediche, questa aveva qualcosa di diverso rispetto al solito. Questa volta sembrava pensare davvero quello che aveva detto. Mi aveva appena accusata di essere una ragazzina incompresa in cerca di attenzioni.
Scossi la testa in segno di disapprovazione, sparpagliando i miei capelli biondi in tutte le direzioni. «Il ruolo del genitore cattivo non ti si addice per niente» obiettai con cattiveria. Non ero arrabbiata con lei in particolare, ma doveva smettere di aggredirmi senza neppure cercare di capire le ragioni della mia condotta.
«Ah sì? E cosa mi diresti se ti dicessi che trascorrerai le vacanze estive da tuo padre?» ribatté divertita, perfettamente consapevole che l'ultimo modo in cui avrei voluto trascorrere l'estate era proprio con mio padre.
Ridacchiai sentendo le sue parole. «Oh andiamo, mamma. Te l'ho detto, non sei credibile in questi panni. Quindi, fammi la tua solita ramanzina e torniamo alla normalità» ribattei acida. I suoi tentativi di spaventarmi non avrebbero avuto l'effetto tanto desiderato. La conoscevo troppo bene e sapevo prevedere le sue mosse con facilità.
«Beh, questa volta andrà diversamente. Ho già parlato con tuo padre ed è d'accordo. Prepara i bagagli tesoro, partirai proprio domani mattina» mi rispose seccata, interrompendo il contatto visivo per recuperare la borsa che aveva gettato sul sedile posteriore della golf nera.
Si voltò per un istante verso di me e mi sorrise falsamente, poi uscì dall'auto con disinvoltura sbattendo rumorosamente la portiera dietro di sé, lasciandomi del tutto impreparata a ciò che sarebbe accaduto di lì a breve.
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BACK TO YOU
Teen FictionMaya Hamilton è un'adolescente problematica, che odia quando le vengono imposte delle rigide regole da rispettare. Lei è uno spirito libero, che ama le avventure, soprattutto quando sono condite con illegalità e adrenalina. Lei non vuole essere dom...