«Maya, è ora di alzarsi!» urlò Brian dal piano inferiore.
Io mi rigirai tra le lenzuola del mio letto sbuffando. Nonostante non ne avessi voglia, mi alzai dal letto e mi stiracchiai pigramente. Mi lavai la faccia e scesi in cucina per fare colazione.
«Buongiorno bella addormentata» mi salutò Brian, mentre versava un'abbondante quantità di caffè in due tazze appoggiate sul tavolo della piccola cucina.
Io mi limitai a sbadigliare, senza neppure coprirmi la bocca con la mano. «Ciao» bofonchiai, con la voce ancora impastata dal sonno.
Lui mi sorrise con tenerezza, non facendo altro che farmi venire voglia di urlare.
«Com'è andata ieri sera, ti sei divertita?»
Io agguantai una delle due tazze e iniziai a sorseggiare il caffè. «Divertita non è l'aggettivo più adatto. La gente di questo posto è strana» commentai con disinteresse.
Brian ridacchiò. «Piccola, è normale. Tu sei la novità e da queste parti le novità sono molto rare» mi disse lui facendomi l'occhiolino.
«Non esagerare, Brian. Per te sono Maya, e nient'altro» obiettai secca, dopo aver finito il mio caffè.
Non lasciai a Brian il tempo di rispondermi. Neppure mi interessava ottenere una sua risposta. Tornai in camera e mi resi presentabile. Poi afferrai il telefono e le cuffiette e uscii velocemente di casa.
Non avevo in mente una precisa meta, non conoscendo praticamente niente di ciò che c'era nei paraggi. Così, decisi di tornare al lago. Sia perché era oggettivamente l'unico posto che conoscevo nei dintorni, sia perché avevo una gran voglia di vederlo alla luce del sole.
Mi infilai le cuffiette e feci partire la musica a tutto volume. Odiavo questo posto e odiavo Brian. Non sopportavo quando fingeva di tenere a me. A lui non interessava nulla di me e questo non sarebbe mai cambiato, me lo aveva dimostrato fin troppe volte in passato.
Aumentai il passo e finalmente raggiunsi la mia meta. Come avevo immaginato, il lago durante il giorno era magico quasi quanto la sera. La radura circostante era di un verde brillante, l'acqua risplendeva alla luce del sole, cigni ed anatre sguazzavano allegramente schizzandosi a vicenda.
Mi sedetti in un angolino isolato, nascosto da un piccolo cespuglio fiorito, e mi tolsi le cuffie, per ascoltare i suoni della natura che mi circondavano. Era esattamente ciò di cui avevo bisogno per smettere di pensare.
Nonostante la sera precedente ci fosse stata una festa, tutti i resti di bicchieri e bottiglie erano stati gettati via.
Mi stavo godendo beatamente il panorama e la fresca arietta che soffiava, rendendo il clima davvero perfetto, quando sentii delle voci che si facevano sempre più vicine. Voci, che tra l'latro, ero quasi convinta di conoscere.
«Amico, forse hai esagerato ieri. Maya è appena arrivata, non fare lo stronzo con lei» gracchiò la voce di Shawn.
«Senti Shawn, le tipe come lei le conosco troppo bene. Ragazzine della città, viziate ed abituate ad avere sempre tutto ciò che vogliono. Voglio solo divertirmi un po' con lei, sicuramente non è abituata a chi le tiene testa» obiettò Logan.
Io ruotai gli occhi. Ma chi diavolo si credeva di essere questo pallone gonfiato?
«Maddai Logan, ci hai parlato per tre secondi! Non puoi credere di conoscerla già. A me piace, insomma, sembra una ragazza a posto» rispose secco Shawn.
Grazie Shawn, anche se so difendermi perfettamente da sola.
«Amico, non dirmi che ti sei preso una cotta per la Hamilton?» disse una terza voce che non avevo mai sentito. Probabilmente, apparteneva al terzo idiota che faceva parte del loro stupido club di palloni gonfiati.
«Shawn, credimi, non è la tipa adatta a te. Credo sia meglio che tu le stia lontano» commentò Logan.
Oh andiamo, ma chi si crede di essere questo Logan? La voglia di prenderlo a sberle non faceva altro che aumentare.
«Amico, sono perfettamente in grado di decidere chi frequentare e chi no. Grazie comunque del pensiero» gli rispose Shawn con tranquillità. «Credo che la inviterò alla festa che organizza Cotton nel weekend. Un po' di divertimento sicuramente non guasta.»
Shawn mi sei sempre più simpatico.
Sentii Logan sbuffare sonoramente per poi accendersi una sigaretta. A quel punto, non riuscii più a trattenermi. Così uscii dal mio nascondiglio, facendomi vedere dai tre ragazzi seduti poco distanti da dove ero rannicchiata io poco fa.
Le loro espressioni nel vedermi cambiarono istantaneamente. A Logan andò di traverso il fumo della sua sigaretta, cosa che mi fece davvero molto piacere. Shawn sgranò gli occhi per la sorpresa, mentre il terzo idiota, di cui ancora ignoravo il nome, spalancò la bocca, come se avesse appena visto un fantasma.
«Oh, ciao anche a voi ragazzi! Vi direi che è un piacere vedervi, ma non è così» soffiai avvicinandomi ulteriormente ai tre.
Shawn acquistò un'espressione normale e mi sorrise, imbarazzato. Anche se, effettivamente, dei tre era quello che meno detestavo in quel momento.
Logan mi rivolse un'occhiataccia, come se avessi appena rovinato un momento importante di una discussione delicata.
Mi avvicinai a lui e gli sfilai la sigaretta dalle dita, portandomela alla bocca e fumandola al posto suo. Lui si stava sforzando di non apparire imbarazzato, lo capivo dalla sua espressione.
«Coso, dato che hai questa innata dote di capire le persone senza neppure conoscerle, potresti dare qualche consiglio anche a me su chi dovrei e chi non dovrei frequentare?» domandai sarcastica mentre continuavo a fumare la sua sigaretta.
Logan abbassò lo sguardo in segno di sconfitta e iniziò a torturarsi le mani.
Mi inginocchiai di fronte a lui e gli alzai il mento con le dita, per fare in modo che mi guardasse negli occhi. «Sai cosa? Credo che in questo caso io non abbia bisogno della tua consulenza. Sei già stato chiarissimo tu nel farmi capire da chi è meglio stare alla larga. Perciò, grazie della tua sincerità» aggiunsi con freddezza, per poi rialzarmi.
Prima di andarmene, mi rivolsi di nuovo a loro. «Vi direi ci si vede in giro, ma ad essere onesta è proprio quello che spero non accada.»
Aspettai ancora qualche istante ad andarmene per gustarmi le loro espressioni, soprattutto quella di Logan. Gliele avevo cantate di santa ragione e se le meritava.
Mi avviai verso casa di Brian, soddisfatta della mia reazione. Mi infilai di nuovo le cuffiette e feci partire casualmente i brani della mia libreria musicale.
All'improvviso, una mano si strinse inaspettatamente attorno al mio polso e mi costrinse a girarmi di scatto. I miei occhi furiosi incontrarono quelli di Shawn, che aveva un'aria lievemente sconvolta per quanto accaduto poco fa.
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BACK TO YOU
Teen FictionMaya Hamilton è un'adolescente problematica, che odia quando le vengono imposte delle rigide regole da rispettare. Lei è uno spirito libero, che ama le avventure, soprattutto quando sono condite con illegalità e adrenalina. Lei non vuole essere dom...