29. Destruction

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Logan's point of view

Dopo aver buttato giù diversi bicchieri di vodka mista ad altre bevande dal gusto indefinito, raggiunsi il giardino sul retro per prendere un po' d'aria e fumare una sigaretta.

«Logan, credo che per questa sera tu abbia bevuto a sufficienza» mi ammunì la vocetta di Spencer, che mi tolse dalla mano l'ultimo degli intrugli che avevo preparato prima di uscire all'aria aperta.

«Spence, non fare il guastafeste» obbiettai, in palese disaccordo con la decisione presa dal mio amico. Cercai di riappropriarmi del bicchiere che mi aveva sfilato dalle mani, ma l'alcol che avevo assimilato in precedenza iniziava a farsi sentire, facendomi oscillare lievemente sul posto.

«Logan, forse è meglio se ti stendi per un po'...»

«Non ne ho bisogno, sto bene. Devo soltanto smettere di pensare alla merda che mi circonda ogni giorno e, il contenuto di quel bicchiere, mi sta aiutando a raggiungere il mio scopo» farfugliai con voce impastata.

Spence mi appoggiò una mano sulla spalla e mi indicò con la testa una sedia nelle vicinanze, invitandomi a sedermi.

«Amico, lo sai che non mi piace vederti ridotto in queste condizioni... Sei migliore di così, lo sai anche tu. Quindi smettila di dare peso a quello che pensano gli altri e inizia a dare ascolto a quello che pensi tu di te stesso e della tua vita.»

Io gettai la sigaretta per terra e mi presi la testa tra le mani. Stavo per cedere, ne ero consapevole. L'alcol che avevo assunto quella sera di certo non mi avrebbe aiutato a mantenere il controllo di me stesso, delle mie azioni e delle parole che avrei pronunciato.   

Il rumore di pesanti passi mi distrasse dai miei pensieri e mi costrinse ad alzare la testa da terra, per poi trovarmi Shawn alle spalle di Spencer, che mi guardava con un'espressione di disgusto dipinta sul volto. I suoi occhi erano accerchiati da un'oscurità minacciosa, del tutto estranea allo Shawn che conoscevo.

«Guarda, guarda... Buon sangue non mente, giusto Logan? Tuo padre sarebbe davvero fiero se ti vedesse in queste condizioni» gracchiò con cattiveria la voce di Shawn.

«Non ho tempo per le tue cazzate da dodicenne, Shawn. Tornatene a casa e lasciaci in pace» risposi seccato.

Lui, non soddisfatto dell'effetto che la sua cattiveria aveva avuto su di me, si avvicinò ulteriormente a me e Spencer, senza staccarmi gli occhi di dosso.

«Sei patetico, Logan. Il futuro che ti aspetta è esattamente quello che è toccato a tuo padre. Gli unici amici che ti resteranno saranno delle bottiglie di vodka di scarsa qualità» soffiò, ridacchiando della sua stessa affermazione.

Questo era troppo, soprattutto da parte sua che conosceva perfettamente la mia storia e la stava usando contro di me, per ferirmi di proposito. Mi stava provocando ed io non avevo alcuna intenzione di starmene fermo ad essere insultato, non da lui, non dopo il casino che aveva creato soltanto perché Maya non lo ricambiava.

Mi alzai di scatto dalla sedia e ridussi ulteriormente lo spazio che ci separava. «Ripetilo! Cazzo, ripetilo se ne hai il coraggio!» urlai, attirando l'attenzione di alcune ragazze che stavano fumando poco distanti da noi.

Spencer si intromise tra di noi, allontanandoci. «Non mi sembra il caso di fare una scenata, soprattutto non qui e non ora. Possiamo risolvere il problema con calma e parlandone in tranquillità, come abbiamo sempre fatto.»

«Io non voglio parlare con questo alcolizzato né tanto meno risolvere un bel niente! Sei soltanto un egoista, che mette se stesso prima di tutto il resto» sputò Shawn con estrema cattiveria. Dai suoi occhi saettavano rabbia e delusione.

«Quello fottutamente patetico sei tu, Shawn! A Maya non piaci e questa cosa non cambierà! Sei solo uno stronzetto viziato, abituato ad avere con estrema facilità tutto ciò che vuole. Beh, caro mio, ti svelo un grande segreto: ci sono cose che i tuoi soldi del cazzo non possono comprare!»

Avevo definitivamente perso il controllo di me stesso. Shawn era la seconda persona che quella sera aveva iniziato ad aggredirmi ed insultarmi senza ritegno, facendomi sentire vuoto, insulso ed insignificante. Ed io ero stufo che la gente mi facesse sentire in questo modo.

Shawn spintonò Spencer per allontanarlo e si riavvicinò minacciosamente a me. Io gli andai incontro e ricambiai le sue occhiatacce velenose. Ero pronto a difendermi di nuovo, ero stufo di subire passivamente la cattiveria delle persone, senza reagire. Questa volta mi sarei difeso da tutto il male che avevo subito fino a quel momento e mi sarei vendicato a mia volta.

La cattiveria che le altre persone mi avevano riservato in passato,  mi ha incitato col tempo a diventare cattivo a mia volta, per potermi difendere. L'atteggiamento degli altri mi aveva spinto ad essere una versione di me stesso che non rispecchiava affatto la mia vera natura, che racchiudeva in sé tutte le cattiverie che avevo subito e che tanto mi avevano segnato.

Non diedi il tempo a Shawn di fare la prima mossa. Mi fiondai contro di lui e iniziai a prenderlo a pugni, lasciando il via libera alle mie emozioni di consumarmi.

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