31. Ho voglia di te

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«Dove mi stai portando?» domandai a Logan mentre lo seguivo lungo un sentiero sterrato poco illuminato.

«In un posto dove possiamo stare tranquilli, fidati di me» mi rispose lui velocizzando il passo.

Sbuffai sonoramente e lo raggiunsi, prendendolo per mano. Mi guardai attorno, non riconoscendo assolutamente nulla di tutto quello che mi circondava in quel momento.

«Quest'atmosfera ricorda molto quella di un film horror» commentai rabbrividendo. 

Logan ridacchiò e strinse con più forza la mia mano, trasmettendomi un insolito senso di sicurezza. «Siamo quasi arrivati» annunciò.

Il sentiero si faceva via via che lo percorrevamo sempre meno luminoso, costringendomi ad accendere la torcia del telefono.

«Eccoci, finalmente» mi informò Logan, lasciando la mia mano per indicare una piccola casetta costruita in legno e illuminata da un piccolo lampione da cui proveniva un fioco bagliore giallastro.

«Di chi è questa casa?» domandai, curiosa.

Logan mi riprese per mano e mi condusse alla soglia d'entrata. «Apparteneva ai miei nonni. Abitavano qui prima di morire. Ora la sto usando come appoggio, a casa non ho intenzione di tornarci per un po'» mi disse titubante. Lasciò di nuovo la mia mano per spostare lo zerbino della casa, sotto cui erano nascoste le chiavi della piccola baita.

La casa dei nonni di Logan era piccola ma molto accogliente. Era fatta interamente in legno e ricordava le classiche baite che popolano le zone di montagna.

«Mi piace, è molto rustica» commentai, mentre mi osservavo attorno.

«Già, a volte mi fa quasi sentire di nuovo a casa, sai prima che mia madre e la mia sorellina se ne andassero da qui...»

«Sa molto di casa, in effetti» constatai, sedendomi poi sul divano rosso del soggiorno.

Logan si accomodò accanto a me e mi spostò una ciocca di capelli dietro all'orecchio. «Stasera sei particolarmente bella» mi sussurrò dolcemente.

Io arrossii lievemente, sperando che lui non ci facesse caso. Mi sfilai le converse dai piedi e allungai le gambe sul divano, sfiorando quelle di Logan. Lui si protese verso di me e iniziò a baciarmi il collo in maniera davvero sensuale, quasi erotica. Io, in risposta, iniziai ad ansimare appena, sentendomi in leggero imbarazzo nell'esternare l'effetto che le sue labbra esercitavano sul mio corpo.

«Ho voglia di te» sussurrai tra i gemiti che riuscivo a malapena a controllare.

L'attenzione delle labbra di Logan si spostò sulle mie, che ricambiarono all'istante il bacio che aveva avviato. Un bacio intenso, quasi disperato, che stava esternando tutto il desiderio che avevo di sentirlo più vicino a me.

Presi l'iniziativa e decisi di sfilare la giacca di jeans a Logan, che non parve affatto dispiaciuto dalla mia decisione.

Logan interruppe il bacio e mi guardò con estremo desiderio negli occhi. Lui mi desiderava nella stessa maniera in cui lo desideravo io, glielo leggevo nello sguardo.

«Tu non immagini quanta voglia abbia io di te in questo momento» sputò, per poi riprendere a baciarmi con più foga e forza di prima.

Istintivamente, mi sdraiai a pancia in su e Logan si posizionò sopra di me senza smettere di assalire le mie labbra.

All'improvviso, tutti gli strati di vestiti che separavo i nostri corpi mi sembravano barriere che ostacolavano un nostro ulteriore avvicinamento. Così, presi la seconda iniziativa della serata e sfilai la maglietta a Logan, scoprendo il suo petto sodo.

Logan, per pareggiare i conti, mi sfilò il vestito nero, lasciandomi in biancheria intima. Ci fissammo per un istante negli occhi con estrema intensità. Sembrava che lui mi stesse chiedendo il permesso di andare oltre.

In tutta risposta, iniziai a sbottonargli i jeans, sfilandoglieli il più velocemente possibile. Logan mi lasciò fare e, quando anche lui era rimasto con soltanto i boxer indosso, riprese a baciarmi con foga.

Le sue mani si allungarono verso di me, sfiorandomi la schiena, fino a slacciare il mio reggiseno, che gettò a terra, e subito dopo le mie mutandine nere. Non mi opposi né cercai di fermarlo. Quello che stava per succedere lo desideravo più di qualsiasi altra cosa in quel momento.

Iniziai ad esplorare il suo corpo con le mie mani, fino a soffermarmi sulla stoffa dei suoi boxer, che lentamente gli sfilai di dosso.

Poi successe tutto esattamente come lo avevo immaginato, lo sentii entrare dentro di me e lo accolsi, come se lo stessi aspettando da molto tempo senza neppure che me ne rendessi conto. I nostri respiri irregolari seguivano il medesimo ritmo, le nostre labbra che si consumavano a vicenda, i nostri corpi che entravano in contatto tra loro... E in quel momento, assieme a Logan, sentivo che non avevo bisogno d'altro per essere felice.

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